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Il voto in Russia da osservatore: intervista a Stefano Valdegamberi

Chiuse le urne dopo il voto per le presidenziali nella Federazione Russa, che hanno confermato il consenso plebiscitario del Presidente Putin, i media mainstream stanno facendo a gara a chi sputa più veleno nei confronti del leader russo, col risultato di ritrovarci sommersi da una marea di fake news e propaganda tossica.

In tutta questa confusione mediatica, l’informazione libera di Russia News,  nel perseguire come sempre la verità, vi porta una testimonianza esclusiva. Il Consigliere della Regione Veneto, Stefano Valdegamberi si è recato a Mosca proprio per assistere alle operazioni di voto e poter vedere con i suoi occhi la situazione reale, anche girando per la città e parlando con la gente.

E’ appena rientrato in Italia e noi lo abbiamo contattato per farci, e farvi, raccontare le elezioni russe senza il filtro della propaganda.

Stefano Valdegamberi – Consigliere Regionale Veneto

Ecco cosa ci ha detto:

D. Consigliere Valdegamberi, grazie per averci concesso un po’ del suo tempo. Da osservatore a queste elezioni presidenziali, che hanno visto la riconferma di Vladimir Putin con un ampio consenso, quale impressione si è fatto della situazione reale in Russia?

R. “Sono stato molto soddisfatto dell’opportunità che mi è stata data di svolgere questo compito. Subito non volevo andare. Poi, la voglia di cercare la verità ha avuto la meglio: volevo capire il vero pensiero del popolo russo, non filtrato da nessuno.  Ho passato tre giorni tra verifiche e interviste, passando da un seggio all’altro. Da anni conosco la Russia e ho sempre evidenziato come le nostre rappresentazioni di questo Paese non collimino  con la percezione che ho quando sono là. Anche stavolta ho avuto la conferma di questo. Sono contento di essere stato spettatore di questo evento: mi ha confermato ciò che pensavo. Il Paese – diceva Draghi – sarebbe crollato in tre mesi sotto il peso delle sanzioni economiche occidentali. Invece il Pil della Russia del 2013 e’ cresciuto di oltre il 3 percento mentre quello dell’Europa intorno allo zero“.

D. Con un’affluenza record del 73,33%, possiamo davvero credere ai media occidentali che, ripetendo tutti la stessa storiella, ci raccontano di cittadini obbligati a votare sotto minaccia?

R. “L’informazione occidentale degli ultimi anni ha tolto la maschera e mostrato il vero volto, mostrando assurde ( e a volte ridicole) contraddizioni e perdendo del tutto di credibilità, salvo rare eccezioni. Le notizie circolano in occidente secondo il modello copia-incolla dimostrando che ci deve essere una regia unica. Purtroppo ci sono  italiani che ancora danno credito a questo sistema: abbiamo visto  tutti la foto fake di quel soldato che, dentro all’urna, spia uno mentre vota. Ci ha creduto (o forse gli avranno detto di far finta di crederci) anche il Ministro degli Esteri Tajani: “In Russia pressioni forti e violente con soldati nelle urne”.  Passavo dalle 8 della mattina fino alle 8 della sera da un seggio ad un altro, vedendo certamente i militari,  non nella cabina elettorale ma a vigilare in modo discreto l’accesso per dare massima sicurezza ai cittadini che  votano, considerato anche il particolare momento.  Devo complimentarmi semmai per l’ottima macchina organizzativa e di sicurezza. Il problema non è la Russia che fa propaganda ma l’Occidente che chiama informazione la propria propaganda. Chi svela questo – come Assange – finisce in carcere a vita, perché è un reato svelare le fake di Stato  al popolo“.

D. Avendo avuto la possibilità di interagire con i cittadini russi qual è stata la sua impressione sul sentire del Popolo nei confronti del Presidente? Sono davvero impauriti dal “dittatore” come dicono i nostri giornali?

R. “Ho interagito con centinaia di russi e molte loro dichiarazioni le ho anche filmate con il loro consenso. Mi vergogno del livello di russofobia raggiunto anche nelle Istituzioni italiane e per l’odio verso Putin che ha portato le nostre autorità a non riconoscere l’esito elettorale. Gli strateghi occidentali se volevano rafforzare Putin non potevano fare meglio: più umiliavano la Russia, togliendo persino l’uso della bandiera agli atleti, più Putin si rafforzava. La nostra propaganda ha di fatto rafforzato Putin visto come elemento unificatore della nazione russa“.

D. Una sua riflessione sui media occidentali e la loro propaganda di odio verso il Presidente Putin?

R. “Sbagliano a prescindere: che diritto abbiamo di interferire nella politica degli altri Stati? Dobbiamo rispettare le scelte che i cittadini fanno: può piacere o non piacere ma Putin e la sua politica godono di un grande consenso. Questo l’ho percepito dalle interviste fatte poi confermate dal successo elettorale“.

D. Dal punto di vista commerciale l’Italia, e il Veneto in particolare, ha perso moltissimi affari in questi ultimi due anni a causa dell’interruzione dei rapporti con la Federazione Russa. A suo avviso in futuro le cose potranno migliorare o quello russo è un mercato irrimediabilmente chiuso?

R. “Ho cominciato a interessarmi della Russia a seguito delle sanzioni che hanno avuto ripercussioni per miliardi sull’economia veneta, in particolare. Ho sempre lottato, nell’interesse del Veneto e dell’Italia, per creare ponti con la Russia, commerciali e culturali. Poi qualcuno ha voluto dividerci per farci rimanere più a lungo un  orticello a sua disposizione. Gli effetti sul Pil si sono visti anche se è ancora presto. Il sistema produttivo europeo ha beneficiato dell’energia low cost dalla Russia. La nuova cortina di ferro sta distruggendo il sistema produttivo tedesco. L’aumento dei costi delle materie prime, le politiche energetiche europee, hanno fatto lievitare i prezzi e, in conseguenza, il costo del denaro, facendo perdere di competitività ai Paesi UE a vantaggio degli Stati Uniti che così hanno potuto piazzare il loro gas liquido, prima fuori mercato. Il futuro? Molti danni sono irreparabili: la Russia ha sostituito il nostro mercato  con altri. Non vedo miglioramenti nel futuro prossimo. Ma in politica a volte i piani falliscono in breve tempo, capovolgendo la situazione. La scelta fatta dall’UE, Italia compresa, è antistorica e la pagheremo a caro prezzo. Ma del resto la politica estera dell’Europa, così come quella della difesa, non la fanno i governi europei ma quello americano, un territorio alleato ma contemporaneamente concorrente: un pasticcio per l’Europa“.

Eva Bergamo

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