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Il Tennis contro le discriminazioni: lo schiaffo di ATP e WTA a Wimbledon

La possibilità per i giocatori di qualsiasi nazionalità di partecipare ai tornei in base al merito e senza discriminazioni è fondamentale per il nostro Tour. La decisione di Wimbledon di vietare ai giocatori russi e bielorussi di gareggiare nel Regno Unito quest’estate mina questo principio e l’integrità del sistema del ranking ATP. Non è inoltre coerente con il nostro regolamento sulle classifiche. In assenza di un cambiamento delle circostanze, è con grande rammarico e riluttanza che non vediamo altra opzione che rimuovere i punti del Ranking ATP da Wimbledon per il 2022. Le nostre regole e accordi esistono per proteggere i diritti dei giocatori nel loro insieme. Decisioni unilaterali di questa natura, se non affrontate, stabiliscono un precedente dannoso per il resto del Tour. La discriminazione da parte dei singoli tornei semplicemente non è praticabile in un Tour che opera in più di 30 Paesi”.

Con questo comunicato diffuso nell’immediata vigilia dell’avvio del secondo major stagionale (il Roland Garros), l’Association of Tennis Professionals presieduta da Andrea Gaudenzi ha ufficializzato quanto, informalmente, era già stato anticipato. Del resto, quando circa un mese fa gli organizzatori dello slam più antico del mondo dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club avevano annunciato la decisione di escludere gli atleti russi e bielorussi dall’evento, sia il circuito femminile (WTA) che quello maschile (ATP) avevano immediatamente manifestato la loro contrarietà riservandosi il diritto di intraprendere iniziative in merito. Una solidarietà arrivata anche dai colleghi: il primo a parlare di ingiustizia era stato Novak Djokovic, più recentemente si erano aggiunte anche le voci di Rafael Nadal, Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas. E così è stato. Dopo una serie di colloqui avviati con i giocatori e le giocatrici che hanno dato riscontro positivo, le due organizzazioni del circuito di tennis professionistico sono arrivate alla conclusione che l’unica possibilità di evitare discriminazioni e salvaguardare la regolarità e la corretezza dei rispettivi ranking fosse quella di escludere dal punteggio i risultati ottenuti a Wimbledon quest’anno.

Victoria Azarenka (BLR)

Un principio, quello della non discriminazione e del rispetto delle regole, messo nero su bianco anche dalla Women’s Tennis Association presieduta da Steve Simon: “Quasi 50 anni fa, la WTA è stata fondata sul principio fondamentale che tutte le giocatrici hanno pari opportunità di competere in base al merito e senza discriminazioni. La WTA ritiene che le singole atlete che partecipano a uno sport individuale non dovrebbero essere penalizzate o impossibilitate a competere esclusivamente a causa della loro nazionalità…Le recenti decisioni prese dall’All England Lawn Tennis Club di vietare alle atlete di gareggiare violano quel principio fondamentale. A causa della posizione dell’AELTC che non onorerà il suo obbligo di utilizzare le classifiche WTA per l’ingresso a Wimbledon e procedere con un criterio parziale non basato sul merito, la WTA ha preso la difficile decisione di non assegnare punti per quest’anno ai Championships di Wimbledon…La posizione che stiamo assumendo riguarda la protezione delle pari opportunità che le giocatrici della WTA dovrebbero avere per competere come individue. Se non prendessimo questa posizione, abbandoneremmo il nostro principio fondamentale e permetteremmo di sostenere la discriminazione basata sulla nazionalità in altri eventi ed in altre regioni del mondo”. Una decisione, quella del governo mondiale del Tennis, che riduce l’edizione 2022 di Wimbledon ad una mera esibizione di lusso, che non avrà effetti sulle classifiche e, di conseguenza, sulla qualificazione alle ATP Finals ed alle WTA Finals.

Stefano Tardi

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