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LA CHIESA ORTODOSSA LANCIA UN SIGNIFICATIVO MESSAGGIO DI PACE E DI UNIFICAZIONE

Milano – Una calda e luminosa giornata di sole ha fatto da cornice ideale al tradizionale rito, particolarmente sentito nel mondo ortodosso, dellaI pani consacrati benedizione dell’acqua e dei pani. L’acqua quale elemento di purificazione e di assolvimento dei peccati ed utilizzata per benedire le anime, insieme al pane che rappresenta il sacrificio di Gesù: due elementi dal grande significato simbolico, con cui il variegato mondo cristiano ha lanciato un inequivocabile segnale di pace, fratellanza e ritrovata comunione di intenti in un periodo storico come quello attuale, contrassegnato da divisioni sempre più laceranti ed un clima  tutt’altro che sereno. Il dialogo ecumenico fra il mondo cattolico ed ortodosso dunque prosegue, e tutto lascia presagire che siano ormai maturi i tempi per un ulteriore riavvicinamento fra le confessioni religiose cristiane cattoliche ed ortodosse. In una Piazza Fontana che man mano si è gremita di turisti, curiosi e fedeli delle comunità romene e russe presenti nel capoluogo meneghino ha fatto da sfondo a questa particolare liturgia breve, ma intensa. Dove sono stati recitati e cantati, la prima Lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo, il Santo Vangelo secondo Luca ed il Salmo 33 dedicato alla benedizione. Seguiti da preghiere ed invocazioni (sempre cantate) in greco, romeno e russo. Organizzata dal Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, la celebrazione ecumenica della Festa del Creato ha avuto quale partecipante d’eccezione l’arcivescovo di Milano il cardinale Angelo Scola, ed anche alcuni rappresentanti della Chiesa Valdese. La liturgia della benedizione dell’acqua e dei pani, secondo la tradizione ortodossa, si tiene il 6 gennaio ed il primo giorno di ogni mese quale rito di buon auspicio. Stamattina, le più importanti chiese che compongono il patriarcato (in rigoroso ordine quella greca, quella romena e quella russa) si sono date appuntamento in via straordinaria, anche per onorare la manifestazione dell’Expo che si sta tenendo a Milano e che come tutti sanno ha quale tema il cibo. Cibo rappresentato dai pani consacrati (con le effigie della Madonna e l’iscrizione in latino di “Isus Christae Vincit” che significa “Gesù Cristo vincitore”), dal grano, dall’olio e dal vino (questi ultimi presenti in piccoli calici) che sono stati allestiti in un banchetto predisposto appositamente sul lato est. I primi a giungere sulla piazza sono stati i fedeli della comunità romena, con il loro tradizionale gonfalone, ed alla cui guida c’era l’arciprete Padre Traian Valdman. Dopo alcuni minuti, è stato il turno della folta rappresentanza russa, capeggiata da Padre Ambrogio. Con l’arrivo del Cardinale ed Arcivescovo di Milano Angelo Scola, la liturgia poteva così avere inizio. Era l’archimandrita greco Padre Teofilatto, a dare il via alla messa cantata con le preghiere rivolte al Signore per benedire i pani e l’acqua, seguito dagli omologhi romeno e russo. Ultimate le invocazioni, l’archimandrita ellenico immergeva nell’acqua della fontana dapprima una croce e poi una pianta di basilico, con cui benediceva tutti i presenti che nel frattempo si erano assiepati lungo la piazza, riscaldata e baciata da un sole sempre più vivo e più accecante. Suggestivi poi i cori dei fedeli che riecheggiavano in tutta la piazza e che regalavano un tono di solennità e di partecipazione, che coinvolgevano anche i tanti turisti e curiosi presenti. Al termine della funzione il cardinale Scola, Arcivescovo di Milano, salutava i tanti fedeli presenti e coglieva anche l’occasione per evidenziare come “il rito della benedizione dei pani e dell’acqua sia un gesto molto bello che rende ancora più luminosa e speciale questa bellissima giornata di sole. È un modo con cui – ha proseguito – vogliamo affermare la nostra comunione d’intenti e che si rivolge a quest’Europa che non sempre è unita. Ci auspichiamo che con questa nostra iniziativa, possa essere facilitata l’accoglienza ai bisognosi, così come ha richiesto e sollecitato a più riprese il Santo Padre, Papa Francesco. Abbiamo a cuore – ha poi concluso – anche quei fratelli cristiani che incontrano il martirio in terre non lontane dalle nostre”.

Barbara Cassani

 


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