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IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO SERGEJ LAVROV DOMANI IN AZERBAIGIAN

Il ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov si recherà in visita in Azerbaigian il 7 aprile, come previsto, nonostante la recente escalation della situazione lungo la linea di confine con la repubblica autoproclamata del Foreign Minister of Azerbaijan Elmar Mammadyarov will discuss Nagorno-Karabakh conflict with Russian Foreign Minister Sergei LavrovNagorno-Karabakh. Lo ha riferito il ministero degli Esteri russo. “La partecipazione del ministro alla riunione trilaterale non è stata annullata”, ha ammesso la portavoce del ministero Maria Zakharova, aggiungendo che l’escalation del conflitto nel Nagorno-Karabakh sarà all’ordine del giorno dei colloqui. Durante la vistia in Azerbaigian Lavrov ha in programma una visita a Baku e l’incontro con il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif e il ministro degli Esteri azero Elmar Mammadyarov. Un conflitto congelato dagli anni Novanta, le rotte dell’energia tra il Caspio e il Mar Nero, lo scontro a distanza fra la Turchia di Erdogan e la Russia di Vladimir Putin. Questi, ma non solo, i motivi per tenere d’occhio il Nagorno-Karabakh non mancano. Nonostante infatti le potenze locali abbiano tutto l’interesse a garantire la stabilità di quest’area strategica per gas e petrolio, finora i tentativi di mediazione guidati da Francia, Russia e Usa (il «Gruppo di Minsk» sotto l’egida dell’Osce) non hanno mai ottenuto risultati concreti e Baku ha mantenuto la minaccia di riprendersi con la forza il territorio che le era stato assegnato da Stalin negli anni Venti e che avrebbe visto il primo conflitto etnico del blocco sovietico. La Turchia musulmana, alleata dell’Azerbaigian e divisa dall’Armenia sulla verità storica di un genocidio mai riconosciuto da Ankara, promette con il presidente Recep Tayyip Erdogan «sostegno ai nostri fratelli fino alla fine». La Russia è al fianco di Erevan, che ha subito le ricadute economiche della chiusura del confine turco. Inomma, troppi interessi in gioco che fanno del Nagorno-Karabakh una vera polveriera.

                                                                        RED

 

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