Nonostante le piogge che in questi mesi hanno danneggiato le colture nel nostro Paese, gli agricoltori possono comunque essere
Le coltivazioni infatti sono fortemente aumentate nel 2018, grazie alla richiesta crescente di materia prima rigorosamente italiana per produrre pasta di prima qualità, che i consumatori scelgono senza indugio quando la trovano sugli scaffali del supermercato.
In particolare si registra un aumento delle superfici coltivate a grani antichi; la qualità Senatore Cappelli ad esempio ha addirittura quintuplicato le aree di produzione; secondo le autorità di settore (Coldiretti, Società Italiana Sementi, Consorzi Agrari d’Italia) si prospetta un raddoppio di superfici dedicate alla semina già dalla prossima stagione.
Si registra invece un forte calo delle importazioni del famigerato “grano canadese al glifosato“, i cui costi per i nostri produttori di pasta sono sicuramente inferiori, ma i cui effetti dannosi per la salute sono ormai noti anche al cliente meno attento. Complice di questa
Altro dato positivo per gli agricoltori nostrani è dato dalla nascita della filiera. Tramite un accordo siglato in questi giorni tra Assosementi, Associazione Nazionale dell’Industria Sementiera, e Compag (Federazione Nazionale Commercianti di Prodotti per l’Agricoltura), vede finalmente la luce un protocollo d’intesa tra i maggiori operatori del settore agroindustriale, con lo scopo di “aumentare la disponibilità di grano duro italiano, sostenere gli agricoltori e rafforzare la competitività della pasta italiana“. Sul tavolo, 61 milioni di euro destinati interamente al progetto.
Attualmente, il Belpaese è leader mondiale per produzione (con oltre 3 milioni di tonnellate annue) ed export di pasta (2 milioni di
Senza dubbio la creazione della filiera si rivela fondamentale per meglio valorizzare le eccellenti proprietà della pasta 100% Made in Italy, un alimento buono e sano, apprezzato in tantissimi paesi, e di cui ci auguriamo una sempre maggiore espansione a livello mondiale.
Eva Bergamo