COMO – Nonostante il caldo torrido di questi ultimi giorni, tanta gente è accorsa ieri sera nel capoluogo lariano per la proiezione del capolavoro del maestro Andrej Konchalovsky “Le notti bianche del postino”, premiato lo scorso
Il tutto all’interno del ricco cartellone proposto dal Lake Como Film Festival, intitolato “Il canto della terra”, e che quest’anno ha come tema quello dei paesaggi. La manifestazione culturale, giunta alla sua terza edizione, mescola musica, cinema di qualità e serie televisive cult (come la maratona dedicata a Twin Peaks) allo scopo di soddisfare i gusti di un pubblico
A fare da prologo alla serata, all’interno del Teatro Sociale, Tatiana Rykoun, direttore del trimestrale in lingua russa “Ozero Komo” che ringraziava tutti, specificando che “la nostra rivista si pone quale scopo quello di far conoscere ai russi sparsi qua e là per il mondo, la bellezza e la suggestione del Lago di Como e dei propri incantevoli dintorni. Non a caso prendendone il nome, dal momento che la parola “Ozero” in lingua russa significa appunto lago”.
Terminata la presentazione della rivista, saliva intanto l’attesa per l’arrivo del regista Konchalovsky, preceduto da quello della famosissima attrice Nastassja Kinsky. Entrambi i prestigiosi ospiti della serata, non si sottraevano ai flash dei fotografi, alle telecamere ed alle tante richieste di autografi, da parte dei numerosi convenuti che sfidavano la calura opprimente pur di essere presenti al particolare ed irripetibile momento.
“Non ci aspettavamo un tale afflusso di pubblico” – avrebbero poi ammesso gli organizzatori dell’evento, così come ha testimoniato il ritardo nella proiezione della pellicola, a causa delle lunghe code registrate al botteghino del teatro. Ma non poteva essere altrimenti, considerando che la presenza del solo maestro Konchalovsky da sola probabilmente valeva forse anche più dello stesso prezzo del
Aiutato da Tatiana Rykoun, il regista rispondeva alle domande che a turno gli venivano poste dal vice direttore artistico, Andrea Giordano.
“Finché una persona ha dei desideri – ha esordito Konchalovsky – una persona vive. Quando invece non ne ha, ecco che muore. Come diceva il grande pittore Pablo Picasso, l’arte è il motore della vita. Oggi per realizzare un film, non c’è bisogno di spendere grosse somme. Basta un I-Phone qualsiasi per creare qualcosa di ugualmente bello, dal punto di vista qualitativo. Il mio pubblico – ha poi scherzato – è quello che non mangia i popcorn. Non intendo dire nulla in merito a questo film, per chi non lo ha ancora visto, semplicemente perché va guardato. L’idea del film con attori non protagonisti, ha avuto come scopo quello di evidenziare ciò che questi artisti sono stati in grado di trasmettere. Sono molto contento e piacevolmente sorpreso dal fatto che nascono ancora festival del cinema, anche in città come Como. Questo
Sul palco è poi salita Nastassja Kinsky che ha consegnato al maestro un’opera su tela dell’artista comasco Vacca e lo ha ringraziato pubblicamente per il contributo offerto al cinema di qualità. Prima della proiezione del film, lo stesso regista regalava un’altra battuta ai presenti. “E’ un film – concludeva – molto lento e molto corto”, suscitando l’ilarità del pubblico. Poi l’inizio del
Ed un mondo circostante invece in continuo movimento, che nell’opera di Konchalovsky appare molto più lontano e distante di quello che si pensi, a dispetto della tecnologia e della globalizzazione. In mezzo una galleria di personaggi, con le loro storie e la loro volontà di non mutare la propria vita, ed un immaginario gatto grigio che solo il postino riesce a vedere.
Francesco Montanino
photo: Polina Shalaeva
Link: Andrej Konchalovsky Leone d’Argento a Venezia 2014