Buenos Aires – I tre colossi del petrolio Stati Uniti d’America, Arabia Saudita e Russia – che insieme controllano un terzo della
In tutti e tre i Paesi l’output è ai massimi storici e contribuisce al surplus di offerta che da ottobre ha fatto crollare del 30% il prezzo del barile. Il protocollo ufficiale della Casa Bianca non prevedeva un bilaterale Usa-Arabia Saudita a Buenos Aires. Ma il presidente Donald Trump – che ha dimostrato di avere un’influenza molto forte sulle politiche produttive di Riad – ha dichiarato in un’intervista al Washington Post che «sicuramente» si confronterà con il principe saudita Mohammed Bin Salman a margine del G20. Dovrebbe esserci un faccia a faccia anche col presidente russo Vladimir Putin, il primo dall’incontro di Helsinki dello scorso luglio, sempre che Trump non decida di cancellarlo (come ha minacciato nella stessa intervista) dopo il sequestro delle navi ucraine in Crimea.
Il principe Mbs e Putin si vedranno certamente a Buenos Aires: il colloquio è in agenda sabato secondo il Cremlino. E i due capi di Stato, dicono fonti Bloomberg, dovrebbero essere affiancati dai ministri dell’Energia, Khalid Al Falih e Alexandr Novak: segno che la discussione toccherà anche il petrolio (e probabilmente le istruzioni per il vertice Opec Plus).
Dai mercati intanto non arrivano segnali rassicuranti. Il Brent ha di nuovo chiuso sotto 60 $, mentre il Wti è ridisceso sotto 51 $ dopo i dati sulle scorte Usa, che per la
Anche il resto dell’Opec, con le sole eccezioni di Iraq, Kuwait e Qatar, è in difficoltà. Ma la Russia – alleato di cui Riad non può più fare a meno – non ha di questi assilli. Mosca ha redatto il budget statale ipotizzando il petrolio a 40 $ e ieri Putin
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