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IL FUTURO DELL’ITALIA NELLA GIORNATA CONCLUSIVA DEL “FORUM AMBROSETTI”

Cernobbio (Como) – Si è chiuso oggi il forum organizzato dalla The European House – Ambrosetti, tradizionale appuntamento per il mondo della finanza, della politica e dell’economia. In una Villa d’Este pressoché blindata e sottoposta a stringenti e rigorosissime misure di sicurezza, il gotha della governance e della grande imprenditoria si è riunito per discutere del futuro dell’Italia, in un momento storico particolarmente delicato ed importante come quello attuale.

Illustri esponenti della classe politica e produttiva italiana si sono confrontati in una tre giorni, in cui si è discusso dei temi che stanno tenendo banco nell’opinione pubblica e che caratterizzeranno ed animeranno l’ormai imminente campagna elettorale, con la scadenza del mandato dell’attuale esecutivo di centro-sinistra guidato da Paolo Gentiloni. E che culminerà presumibilmente con il ritorno alle urne, previsto per la primavera del prossimo anno.

La parola d’ordine, che è circolata in questi giorni nei saloni di Villa d’Este, è ottimismo. Sia pur con le dovute precauzioni e cautele, considerando che la dura crisi ha fiaccato e non poco la capacità produttiva di un paese che, in questi ultimi anni, ha perso tantissimo in termini di competitività e sviluppo. Dopo che nei giorni scorsi si è discusso ai temi globali dal punto di vista geopolitico ed economico e delle importanti sfide che attendono l’Europa che verrà, l’ultima sessione di lavori ha avuto ad oggetto un focus sull’Italia. Partendo dalle varie ricette politiche per risollevare le sorti di un paese che sta dando sì incoraggianti segnali di ripresa (+1,5% di incremento tendenziale nel secondo semestre del 2017, cui si accompagna un +0,4% congiunturale, con un orientamento positivo confermato da tutti gli indicatori anticipatori del ciclo economico). Ma che corre ancora ad una velocità inferiore rispetto ai propri partner europei (basti pensare al +2,8% previsto per la Spagna), a dispetto delle dichiarazioni quasi trionfalistiche e sensazionalistiche rilasciate ieri dall’attuale premier, per il quale il Bel Paese si sarebbe ormai lasciato alle spalle la crisi più grave degli ultimi 30 anni.

Le sfide della ricerca e l’innovazione, la situazione della giustizia, le leve e le proposte per il rilancio del Paese ed infine gli investimenti, l’economia e la finanza, sono stati gli altri aspetti dell’outlook, di cui si è dibattuto per tutta la mattinata e fino alla conclusione dei lavori.

Il continuo susseguirsi e sciamare di auto blu, che ha fatto da contrasto con la tranquillità e la riservatezza della rinomata località lacustre, ha scandito l’arrivo alla spicciolata del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, del leader della Lega Nord Matteo Salvini e del titolare del dicastero alla Giustizia, Andrea Orlando.

Avvistati nella hall dell’albergo che ospita i prestigiosi convenuti, anche il giornalista Bruno Vespa e l’ex primo ministro Mario Monti, intervenuti ieri. E’ stato poi il turno del candidato in pectore del M5S Luigi Di Maio e del Governatore della Regione Liguria, Andrea Toti a farsi strada fra i flash dei fotografi e la presenza delle telecamere per accedere alla Sala Impero, inaccessibile incredibilmente agli operatori del mondo dell’informazione.

Per quel poco che ci è stato dato di rilevare, segnaliamo l’intenzione del movimento guidato da Beppe Grillo di un’apertura al dialogo con il governo e le altre forze politiche, pur mantenendo una certa freddezza in merito alla legge elettorale. Ed il confronto che ha tenuto banco nel primo incontro della giornata fra Di Maio e Salvini, sui temi molto sentiti dell’occupazione e soprattutto della pressione fiscale, all’indomani dei dati divulgati dalla CGIA di Mestre che ha stimato in addirittura 100 il numero delle tasse pagate dai cittadini italiani per un ammontare pro capite della bellezza di circa 8.000 euro (che diventano 12.000, considerando anche i contributi previdenziali versati all’INPS). L’esponente grillino punta sull’innovazione tecnologica quale volano della ripresa, con coinvolgimento sia del pubblico che del privato allo scopo di far diventare l’Italia una “smart nation”. Di diverso avviso, invece, l’esponente leghista per il quale “è necessario ridurre vincoli e tasse” per dare fiato a produttività e consumi, non prima di aver ribadito il proprio netto disaccordo sulle misure economiche adottate dalla coalizione di governo e criticato anche l’operato del Sindaco di Roma, Virginia Raggi. Immancabile, infine, il passaggio sulla controversa legge dello Ius Soli definita da Salvini “una follia”.

Dopo una breve pausa, il secondo panel ha visto fra gli altri la presenza del Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi direttamente dal red carpet veneziano, il Ministro della Coesione Territoriale Claudio De Vincenti, e del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che incontrerà il proprio omologo francese Bruno Le Marie a Roma, il prossimo 11 settembre, a proposito del dossier Fincantieri-Stx.

Il presidente degli industriali, prima di accedere alla Sala Impero per prendere parte al dibattito, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai numerosi giornalisti presenti. Facendo intendere che ConfIndustria vaglierà le ricette economiche, volta per volta, senza preclusioni ideologiche. “I segnali sono incoraggianti – ha commentato Vincenzo Boccia, rispondendo a chi gli chiedeva se la crisi fosse finalmente terminata – ma basta davvero poco per tornare subito indietro nel tunnel. Esiste ancora una forte criticità rappresentata dalla disoccupazione giovanile e femminile, ma per superarla occorre stimolare la crescita con la quale potremo ridurre debito e disparità. Tutti i partiti sono credibili, ma valuteremo le loro proposte in termini di politica economica”.

Il Ministro De Vincenti ha invece ricordato “le misure intraprese dall’attuale esecutivo a favore delle imprese come la riduzione dell’IRES, gli investimenti sul piano infrastrutturale come quello sulla banda larga o il super ammortamento”, incentrando il proprio intervento soprattutto sul Sud e su alcuni interessanti dati. “Recentemente – ha osservato – abbiamo esteso i benefici della banda ultra-larga anche alle aree “bianche”, ovvero quelle sottoposte a fallimento di mercato. In merito alle immobility, non parliamo solo di auto elettrica ma anche di mobilità intelligente. Gli investimenti che abbiamo effettuato su autostrade come la Salerno-Reggio Calabria mirano anche a ridurre il numero di incidenti. Sulla disoccupazione giovanile e femminile, soprattutto al meridione, i risultati ottenuti parlano di segnali incoraggianti che ci invitano ad andare avanti, anche se molto resta ancora da fare. Due anni di crescita sono certamente pochi per poter dire che il divario con il Nord si sta colmando, ma rappresentano indubbiamente un punto di partenza molto significativo, perché certificano un certo fermento imprenditoriale nel Mezzogiorno. L’incremento degli investimenti attraverso anche l’utilizzo dei fondi strutturali europei e la decontribuzione, hanno fruttato 58.000 nuovi posti di lavoro, nei primi sei mesi dell’anno”.

Pier Carlo Padoan, titolare del dicastero di via XX Settembre, ha annunciato che “occorrerà rivedere le stime del PIL”, paragonando il premier Gentiloni all’ex fuoriclasse della Roma, Francesco Totti per i risultati conseguiti. “Sino a qualche giorno fa – ha affermato il Ministro dell’Economia – , le domande che mi erano rivolte riguardavano la ripresa nel nostro paese. Ovvero se era ciclica o strutturale, e se la policy avesse avuto o meno un impatto su di essa. Siamo alle prese con una ripresa dalla forte componente sia ciclica perché riguarda tutti i paesi dell’Eurozona, che strutturale anche se per quest’ultimo punto aspettiamo ancora un altro po’. E sulla quale, la politica economica in questi anni ha indubbiamente influito. Avere una politica economica strutturale aiuta la stabilità e la crescita, e non esiste una sola misura che abbia lo stesso potere della bacchetta magica. Con questo, voglio dire che occorrono una serie di interventi, che siano coerenti fra di loro. Abbiamo bisogno di investimenti, regolamentazione flessibile e nuova, rafforzare la collaborazione fra scuola, università e ricerca per sviluppare il capitale umano. Ed infine, i mercati finanziari che devono corroborare queste scelte. Dobbiamo essere bravi a cogliere queste possibilità, altrimenti il paese va indietro. Non possiamo permetterci di perdere le opportunità che ci sono state offerte dalla crisi, su un cammino che dovrà essere confermato anche dal prossimo governo”. L’altro aspetto toccato dall’intervento di Padoan ha riguardato alcuni provvedimenti come le riforme attuate sul lavoro, come il Jobs Act, la facilità di accesso al credito per le imprese e lo sviluppo della concorrenza nei settori primari. “Se proseguiremo sulla strada della crescita strutturale ed inclusiva e la riduzione del debito pubblico – ha poi concluso Padoan – saremo visti dai mercati finanziari come un paese maggiormente affidabile. La legge di bilancio mi auspico rafforzi le strategie, secondo una visione pluriennale che sostenga in particolare l’occupazione giovanile. Il tutto secondo una dimensione europea che però non vuol dire discutere, in questa sede, sull’idea di creare un Ministro delle finanze anche per l’Europa”.

Francesco Montanino



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