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ERNST NEIZVESTNIJ: FINE DI UN’OPERA

È morto il 9 agosto a New York Ernst Neizvestnij. Scultore, pittore, incisore, Neizvestnij era nato il 9 aprile 1925 nella città di Sverdlovsk, attuale Ekaterinburg.Ernst Neizvestnij
A dare notizia della sua morte all’agenzia TASS l’amico Jeff Bliumis, che ricorda come solo due giorni prima fosse in condizioni di salute normalissime, per poi essere ricoverato all’ospedale Stony Brook per forti dolori allo stomaco.
Tra i personaggi del mondo politico a esprimere le proprie condoglianze per la morte del maestro, lo stesso Presidente russo Vladimir Putin, che ne ha ricordato l’importanza come uno dei più rilevanti artisti dell’età moderna, riferendosi alla sua morte come ad una perdita pesante per la cultura russa e di tutto il mondo. Definito dal Presidente un importante testimone dei principali avvenimenti del xx secolo, Neizvestnij apparteneva alla generazione dei così detti ” shestidesiatniki “, esponenti del mondo intellettuale che parteciparono alla seconda guerra mondiale – Neizvestnij venne insignito dell’Ordine della Stella Rossa, ed ebbero poi un ruolo fondamentale nel periodo del disgelo. Emigrò negli Stati Uniti nel 1976.
Le sue opere sono sparse nel mondo, una grande fama per un artista il cui nome in russo, letteralmente, significa “sconosciuto”. I suoi crocefissi sono ai Musei Vaticani ed è’ suo il monumento funerario di Krusciov nel cimitero di Novodevici. E non si può non ricordare che era stato proprio il leader sovietico ad attaccare pesantemente le sue opere, nel corso dell’esposizione del Maneggio del 1962. Tra i due era sorta una discussione, e pare che Neizvestnij avesse risposto al Segretario PCUS sarai anche il capo di tutta la Russia, ma davanti alle mie opere sono io che ti permetto di discutere alla pari”. Un rapporto che però non si esaurì nel 1962, ma proseguì negli anni, fino, a testimonianza dell’abbattimento di barriere e pregiudizi, a cementare il legame con il tanto discusso monumento tombale granitico.
Con Ernst Neizvestnij muore uno degli ultimi artisti in grado di raccontare la breve parentesi della storia dell’URSS in cui l’arte, non solo figurativa, iniziava ad essere offerta al pubblico, prima di essere criticata.
Barbara Cassani
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