Un cast internazionale per il capolavoro di Richard Strauss nel nuovo spettacolo di Yamal das Irmich che racconta il mito degli Atridi attraverso i grandi stravolgimenti di potere e società nel primo ‘900. Un’ora e mezza di pura tensione con musica avvolgente e colori lussureggianti eseguiti dall’Orchestra di Fondazione Arena diretta da Michael Balke.
Un Teatro Filarmonico gremito è esploso in una vera e propria ovazione al termine della prima di Elektra, nuova produzione lirica di Fondazione Arena di Verona. Un’ora e mezza carica di tensione ed emozioni, in cui il mio degli Atridi è riletto attraverso i grandi sconvolgimenti della Storia di un secolo fa nel nuovo spettacolo firmato dal regista Yamal das Irmich. Protagonista in scena per tutta la durata dell’atto unico il soprano Lise Lindstrom, in un cast internazionale comprendente sedici artisti affermati e giovani talenti. Paura, lutto, amore fraterno, desiderio di vendetta, speranza, ira, esultanza, tutto questo è moltiplicato dai mille colori dell’Orchestra di Fondazione Arena, impegnata nella ricchissima partitura di Richard Strauss diretta da Michael Balke. Un capolavoro imperdibile, in replica mercoledì 19 marzo alle 19, venerdì 21 marzo alle 20, domenica 23 marzo alle 15.30.
Elektra, prima collaborazione di Strauss con il letterato Hugo von Hofmannsthal, debuttò a Dresda nel 1909 con uno shock per il pubblico: un’opera potente, che unisce concisione e approfondimento psicologico, frutto delle scoperte di Freud e dei traumi inconsci, con un’orchestrazione lussureggiante e vocalità portate al limite del possibile per narrare un turbine di emozioni e infuocati contrasti. Una storia al femminile, quella di Elektra, la sorella Crisotemi e la madre Clitennestra, in una notte da incubo in cui la maledizione del sangue genererà altro sangue.
La regina infatti ha ucciso il marito Agamennone e detiene il potere col debole Egisto e una corte di servili approfittatori. I tre figli sono divisi: Oreste è lontano ed è creduto morto, la bella Crisotemi vorrebbe dimenticare e tornare a vivere, mentre Elektra vive in un dolore ossessivo, afflitta dall’orribile assassinio del padre che desidera vendicare. È lei che vive come un animale nel cortile e si scontra con le ancelle e la madre, fino alla visita di sconosciuti messaggeri: tra loro, in incognito, Oreste, giunto a vendicare il padre e riprendere il potere. Ma questa reggia di Micene occhieggia alla Berlino di Isherwood e Cabaret, in una instabile e fluida Repubblica di Weimar ancora orfana del Kaiser e del vecchio ordine, in attesa di ristabilirne uno nuovo, ancora una volta contraddistinto dalla forza.
«Elektra è una storia di tre donne diverse, in conflitto tra loro e con loro stesse, in un mondo al limite, una realtà instabile in un momento sociale e storico di cruciale passaggio di poteri» è il concetto di partenza del regista Yamal das Irmich, autore dell’applaudita produzione che accosta il Mito alla Storia, con le scenografie di Alessia Colosso, i costumi di Eleonora Nascimbeni e il disegno luci di Fiammetta Baldiserri. Protagonista è Lise Lindstrom, specialista del ruolo, già applaudita anche in Arena, come Anna Maria Chiuri nei panni della tormentata Clitennestra. Crisotemi è Soula Parassidis, al debutto veronese come il baritono Thomas Tatzl quale Oreste e il tenore Peter Tantsits quale Egisto.
Completano il folto cast giovani artisti emergenti della scena internazionale: Nicolò Donini (Precettore), Anna Cimmarrusti (Confidente), Veronica Marini (Caudataria), Leonardo Cortellazzi e Stefano Rinaldi Miliani (Servi), Raffaela Lintl (Sorvegliante), Lucia Cervoni, Marzia Marzo, Anna Werle, Francesca Maionchi e Manuela Cucuccio (Ancelle). I servi e la corte di Micene sono voci fuori scena, affidate al Coro di Fondazione Arena di Verona diretto da Roberto Gabbiani. La densissima strumentazione è realizzata dall’Orchestra di Fondazione Arena guidata da Michael Balke (direttore dell’anno agli Opus Klassik Awards 2020 e già sul podio veronese per Salome nel 2018). Per l’occasione, per la prima volta in Italia, si utilizza la nuovissima versione orchestrale di Richard Dünser (edita in Italia da Ricordi), che adatta lo smisurato organico straussiano (il quale richiederebbe un’orchestra di oltre 120 elementi) alle forze e all’acustica di un teatro d’opera oggi, quale è il Filarmonico, rendendo giustizia ed equilibrio sonoro alle trasparenze e alle elaborazioni tematiche originali di Strauss, altrimenti perdute nella semplice riduzione d’organico.
Elektra è il terzo titolo della Stagione Lirica 2025, ricca di capolavori rari e prime esecuzioni al Teatro Filarmonico: è ancora possibile acquistare nuovi carnet e biglietti singoli per ogni data al link https://www.arena.it/it/teatro-filarmonico, alla Biglietteria dell’Arena e, due ore prima di ogni recita, alla Biglietteria stessa del Teatro Filarmonico in via Mutilati.
Paolo Simoncini