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Da EIMA 2016 un messaggio importante: meno chimica in agricoltura con la bioeconomia

sdr

Bologna – Dal sovescio alle cover crops, dalla rotazione colturale alla riduzione delle lavorazioni, queste le tecniche per la corretta gestione dei residui delle coltivazioni e l’utilizzo di davnutrienti naturali e prodotti “biobased” per la gestione delle malerbe. Si tratta di interventi che l’agricoltura del futuro dovrà in modo sempre maggiore mettere in pratica per ridurre l’uso della chimica di sintesi e aumentare la fertilità naturale dei terreni. Di questo si è parlato al seminario “Bioeconomia: le filiere promettenti per l’impiego delle biomasse”, svoltosi a EIMA International e organizzato da Itabia, Chimica Verde Bionet, Crea Cin, Federcanapa, Università di Foggia e Officina Naturae.

Bisogna tornare ai principi base dell’agricoltura – ha detto Luca Lazzeri, ricercatore del Crea la chimica di sintesi, usata in modo massiccio negli ultimi 50 anni, ha creato gravi problemi, sia ambientali, sia di resistenza dei patogeni ai trattamenti. L’impiego di buone e antiche pratiche agricole con l’ausilio delle moderne conoscenze e tecnologie, invece, è la strada giusta da intraprendere per un’agricoltura sostenibile ed efficiente”.

La bioeconomia si basa sul principio dell’economia circolare, dove tutto comincia dalla terra e alla terra ritorna. L’esempio classico è quello delle biomasse: si coltiva una pianta dalla quale si estrae un frutto per produrre cibo, con gli scarti si possono creare biocombustibili e fertilizzanti. A livello di “green economy”, più in generale, l’Italia è all’avanguardia in Europa per numero di occupati e per azioni concrete applicate in diversi settori.  Una 42ma edizione, quella di EIMA International 2016 che ha chiuso oggi, con numeri da record. Otto padiglioni provvisori sono stati aggiunti ai sedici padiglioni stabili della struttura fieristica per accogliere le 1.900 industrie espositrici, provenienti da 50 Paesi. Molto forte la caratterizzazione internazionale della rassegna, che ha visto la presenza di operatori economici da 140 Paesi e di 80 delegazioni ufficiali da 70 Paesi.

RED

 

 



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