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A Doha Andrey Rublev conquista il primo titolo del circuito Atp 2020 mentre a Shenzen arriva il primo trionfo in carriera per Ekaterina Alexandrova

Doha – Con la maggior parte dei protagonisti del circus impegnata in Australia per l’Atp Cup (dove la Russia è giunta fino alla semifinale e si è arresa solo al cospetto della Serbia di Djokovic, che in finale affronterà la Spagna di Nadal), si è disputato a Doha, in Qatar, il primo torneo stagionale: l’Atp 250 ExxonMobil Open dal montepremi di 1.465.260 dollari (votato dai giocatori come il migliore della categoria nel 2019). Un torneo, quello qatariota, nato nel 1993 e che nel suo albo d’oro vanta nomi del calibro di Roger Federer (primatista con tre successi), Novak Djokovic, Rafael Nadal, Andy Murray, Boris Becker e Stefan Edberg. In un tabellone guidato dalla testa serie numero uno Stan Wawrinka (il campione svizzero numero 15 del mondo, già vincitore di tre titoli slam in carriera), il russo Andrey Rublev (numero 23 del ranking Atp) è entrato nel main draw da numero due. Il moscovita (classe ’97), sulla scia dell’ottima seconda parte del 2019 (finale ad Amburgo, ottavi di finale allo Us Open, il successo nel torneo di Mosca e le ottime prestazioni in Coppa Davis con cui ha trascinato la nazionale russa fino alla semifinale), ha rispettato i pronostici della vigilia arrivando fino in fondo. Dopo aver usufruito di un bye al primo turno, nella parte bassa del tabellone Rublev ha letteralmente spazzato via in serie il kazako Mikhail Kukushkin (6-4, 6-2 agli ottavi di finale), il francese Pierre-Hughes Herbert (6-4, 6-3 ai quarti di finale), ed il giovane serbo Miomir Kecmanovic, travolto 6-3, 6-1 in una semifinale durata appena 54 minuti. Nella parte alta del tabellone, invece, la corsa di Wawrinka si è arrestata in semifinale, dove il campione svizzero ha dovuto lasciare strada alla vera e propria rivelazione del torneo, il francese Corentin Moutet. Il ventenne parigino, numero 81 al mondo ed entrato in tabellone dopo aver superato le qualificazioni, è stato capace di imporsi in rimonta sullo svizzero 3-6, 7-5, 6-3 dopo aver superato poche ore prima il veterano Fernando Verdasco (6-4, 4-6, 6-4), in un venerdì che (causa il maltempo) ha visto disputarsi contemporaneamente quasi tutti i quarti di finale, oltre alle semifinali. Prima finale in assoluto per il francese nel circuito maggiore, la sesta per Rublev (la seconda in Qatar dopo quella persa nel 2018 da Monfils).

Primo set. Si parte con il russo al servizio che vince un lungo scambio, aggiudicandosi il primo punto e tendendo la battuta. Il vento che soffia forte sul centrale di Doha non favorisce il gioco di variazioni del francese che, forse complice anche un po’ d’emozione, paga subito dazio. Nel secondo game, con Moutet al servizio, sul 15-30 Rublev trova l’accelerazione decisiva con il diritto e si guadagna due palle break consecutive (15-40): il francese prova a difendersi con il serve and volley, ma viene sorpreso dalla risposta del russo e non tiene in campo la volée. Il break in apertura facilita il lavoro a Rublev, che cresce d’incisività con la prima di servizio e mette costantemente sotto pressione da fondo campo il giovane parigino, che fatica a trovare adeguate contro misure. Avanti 3 a 0, Rublev si conquista nel quarto gioco altre due (non consecutive) palle break, ma il francese si salva in entrambi i casi, prima con lo schema servizio e dritto, poi con un’efficace discesa a rete. Ma sui turni di servizio del russo praticamente non si gioca. Nell’ottavo gioco, con Andrey avanti 5 a 2, Moutet si ritrova a servire per restare nel set. Un dritto in contropiede in avanzamento eseguito dal russo, successivo ad un’ottima accelerazione in diagonale di rovescio, vale tre set point consecutivi (0-40); il francese salva il primo con un vincente di diritto in lungo linea, ma sul secondo viene messo all’angolo da una serie indifendibile di diritti inside out di Rublev, che si aggiudica così il primo parziale 6 giochi a 2 in appena 32 minuti. 

Secondo set. Dopo aver chiamato medical time out al termine della prima partita per un problma al pollice della mano destra, Rublev ricomincia dal servizio lasciando un solo punto in risposta al suo avversario. Come nel primo parziale, il break arriva subito. Moutet commette quattro gratuiti ed il russo si ritrova così sul 2 a 0. Con un set ed un break di vantaggio i giochi sembrano ormai chiusi, ma il francese, forgiato dalle battaglie con Verdasco e Wawrinka, non vuol saperne di arrendersi. Così, in maniera del tutto inaspettata, nel settimo game arriva il contro break. Il parigino è abile a sfruttare una seconda non incisiva di Rublev per mettere a segno una risposta vincente di diritto che vale due palle break consecutive (15-40): il russo salva la prima grazie al servizio, ma poi, dopo l’ennesima strenua difesa del francese, mette in rete lo smash. Moutet adesso ci crede, tiene la battuta nel game successivo ed aggancia Rublev sul 4 pari. Il russo, dopo il passo falso, torna a non concedere nulla sui propri turni, ma non riesce più ad incidere in risposta. Si arriva così al tie break. Andrey è il primo a servire ed inizia al meglio conquistando il punto con un servizio e dritto perfettamente esguito. Il giovane parigino, invece, manda in rete due diritti consecutivi e subisce poi lo smash del russo che s’invola sul 4 a 0. Un’accelerazione di rovescio in lungo linea conduce al 6 a 1 che significa cinque match point consecutivi per Rublev: Moutet si salva due volte ma poi si arrende ad una, l’ennesima, accelerazione di dritto scagliata dal russo dal centro del campo che chiude il tie break 7 punti a 3. Era dal 2010 che un russo non vinceva a Doha, quando ad imporsi fu Nikolaj Davydenko (0-6, 7-6, 6-4 su Rafael Nadal). Per il moscovita si tratta del terzo titolo in carriera. Un successo che gli consentirà, per la prima volta, di entrare tra i primi venti giocatori al mondo: lunedì, sarà al numero 19 del ranking Atp. 

Shenzen  Prima del successo di Rublev, la giornata del tennis russo era già stata impreziosita dal trionfo di Ekaterina Alexandrova allo Shenzen Open. Inserita come testa di serie numero cinque (in un tabellone che prevedeva ai nastri di partenza giocatrici del calibro di Belinda Bencic, Aryna Sabalenka, Elise Mertens, Qiang Wang e Garbine Muguruza), Ekaterina ha superato al primo turno la ceca Siniakova (6-4, 6-4), le padrone di casa Peng (7-6 , 6-1 agli ottavi di finale) e Wang (3-6, 6-4, 6-3 ai quarti di finale), prima di compiere l’impresa in semifinale contro la spagnola (due volte campionessa slam) Garbine Muguruza (6-4, 6-3). In finale, la Alexandrova ha poi avuto la meglio sulla giovane (classe ’99) e talentuosa kazaka Elena Rybakina, superata 6-2, 6-4. Per la tennista russa nata a Čeljabinsk il 15 novembre 1994, che aveva chiuso il 2019 da numero 34 del mondo, si tratta del primo titolo in carriera nel circuito WTA.   

Stefano Tardi

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