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Conferenza del Disarmo 2025: la postura della Federazione Russa sotto la presidenza di turno italiana

Il Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite Gennady Gatilov

A Ginevra, il 21 gennaio ha preso avvio la sessione 2025 della Conferenza del Disarmo , sotto la presidenza dell’Ambasciatore Leonardo Bencini, Rappresentante Permanente dell’Italia presso la Conferenza.

Dopo undici anni, l’Italia torna a guidare il principale organismo in materia di disarmo in virtù di un meccanismo di rotazione mensile tra i 65 Paesi membri della Conferenza. La presidenza italiana cade in un momento particolarmente difficile per le relazioni internazionali e per l’architettura globale di disarmo, controllo degli armamenti e non proliferazione.

La presidenza italiana della Conferenza del Disarmo terminerà a metà febbraio, quando passerà al Giappone.

L’Ambasciatore Leonardo Bencini, Rappresentante Permanente dell’Italia presso la Conferenza

Istituita nel 1979 a seguito della prima Sessione speciale sul disarmo dell’Assemblea Generale dell’ONU, la Conferenza del Disarmo rappresenta il primo e più importante foro multilaterale a disposizione della comunità internazionale per i negoziati in materia di disarmo e di non proliferazione. 

Sita a Ginevra, è costituita da 65 Paesi membri, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina, Federazione Russa, Francia, Regno Unito, Stati Uniti), gli altri Stati dotati di armamento nucleare e tutti i Paesi militarmente più significativi. I membri della Conferenza sono rappresentativi anche dei maggiori gruppi geografici presenti nell’ambito delle Nazioni Unite: 24 Stati (tra cui l’Italia) formano il Gruppo dei Paesi Occidentali (WEOG); 34 sono riuniti nel Gruppo dei Paesi non allineati (i NAM che, nella geografia della Conferenza del Disarmo, nonostante il loro numero attuale, sono qualificati come G21); 7 fanno parte del Gruppo dei Paesi “Est-europei”. La Cina, invece, non è parte di alcun gruppo.

Tradizionalmente, vengono invitati a partecipare ai lavori della CD in qualità di osservatori anche i Paesi che ne fanno richiesta. Secondo una prassi consolidata, la Conferenza approva ogni anno a inizio sessione una lista unica di richieste provenienti da circa 40 Paesi. Negli ultimi anni questa prassi è stata a inizio sessione una lista unica di richieste provenienti da circa 40 Paesi. Negli ultimi anni, tuttavia, tale prassi è stata occasionalmente abbandonata.

In particolare, nel 2023 la Federazione Russa si oppose all’approvazione di una lista unica, proponendo che ogni richiesta fosse presa in considerazione singolarmente. In mancanza di un accordo, la sessione 2023 non aveva visto la partecipazione di alcun Paese osservatore, fra cui 12 Stati membri dell’Unione Europea. Da ultimo, nel gennaio 2024, la Federazione Russa si è opposta alla partecipazione di tutti i Paesi UE e NATO non membri della Conferenza che avevano fatto richiesta di partecipare come osservatori (undici Stati Membri UE: Croazia, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia; e tre candidati: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro). Israele e Stati Uniti si sono opposti alla partecipazione della Palestina e la Turchia a quella di Cipro.

L’agenda permanente della Conferenza del Disarmo, comunemente nota come il “Decalogo”, comprende una vasta serie di tematiche relative al disarmo e controllo degli armamenti di ogni genere. Per questo, ogni anno la Conferenza adotta un’agenda più specifica che prevede i seguenti temi:

  1. Cessazione della corsa agli armamenti nucleare e disarmo nucleare;
  2. Prevenzione dei conflitti nucleari;
  3. Prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico (Prevention of an Arms Race in Outer Space – PAROS);
  4. Accordi internazionali per la salvaguardia efficace degli Stati privi di armi nucleari contro l’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari (Negative Security Assurances – NSAs);
  5. Nuovi tipi e sistemi di armi di distruzione di massa, incluse armi radiologiche;
  6. Programma di disarmo globale;
  7. Misure di trasparenza negli armamenti.

Nel corso della seduta plenaria della Conferenza, il 23 gennaio 2025, il Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed altre organizzazioni internazionali permanenti a Ginevra, Ambasciatore Gennady Gatilov, ha assicurato all’Ambasciatore Leonardo Bencini il supporto completo e la piena collaborazione della delegazione russa, esprimendo le sue congratulazioni per l’assunzione di turno della presidenza da parte dell’Italia.

Il Rappresentante russo ha da subito precisato che il 2024 non è stato caratterizzato da alcun evento significativo che potesse avere un impatto positivo sulla situazione nella sfera della sicurezza internazionale. “Dobbiamo affermare che la situazione ha continuato a deteriorarsi a causa delle azioni irresponsabili dell’Occidente, guidate dagli Stati Uniti, che stanno cercando di preservare a qualsiasi costo il loro precedente dominio ed egemonia nel mondo. Stanno cercando di invertire il corso naturale della storia verso l’istituzione di un ordine mondiale policentrico più equo basato sui principi di uguaglianza sovrana degli Stati e l’indivisibilità della sicurezza sanciti dal diritto internazionale.

Gatilov ha spiegato come, contrariamente ai suoi obblighi ai sensi del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), Washington abbia continuato a rafforzare le sue capacità di armi nucleari avanzate in Europa, portando avanti una profonda modernizzazione delle testate e dei loro mezzi di lancio, nonché i preparativi per il rientro della base per lo spiegamento del suo arsenale strategico nel Regno Unito e mettendo in in funzione un moderno sistema di difesa missilistica della NATO in Polonia, il Paese che ora sta discutendo di piani per ospitare armi nucleari americane.

In Asia, secondo Gatilov, la situazione non sarebbe migliore. È degno di nota che da poco tempo l’Alleanza del Nord Atlantico ha dichiarato l’intero continente eurasiatico come sua zona di interesse. Le acque del Mar Cinese Meridionale e del Mar Cinese Orientale sono già incluse nell’“agenda” della NATO. La cooperazione tra gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea nella sfera militare si sta approfondendo. La loro pianificazione nucleare congiunta, con il pretesto di attuare le linee guida del Pentagono nel campo della cosiddetta “deterrenza nucleare estesa”, implica il coinvolgimento del Giappone in questo processo. La cooperazione sta aumentando nel quadro della cosiddetta partnership AUКUS, che si sta trasformando in un’alleanza nucleare (AUKUS è l’acronimo composto dalle iniziali di Australia, Regno Unito, e Stati Uniti, e rappresenta un programma di approvvigionamento militare trilaterale. In particolare, si traduce in un patto per fornire al governo di Canberra sottomarini a propulsione nucleare, affinché l’Australia possa raggiungere una maggiore profondità strategica e contribuire alla sicurezza nell’Oceano Pacifico occidentale).  Tutto ciò aumenta lo squilibrio e le tensioni nella regione Asia-Pacifico, con una proiezione negativa sulla sicurezza e la stabilità globali.

Anche i piani di Washington di schierare missili a raggio intermedio in Germania e nelle Filippine sono allarmanti, avverte Gatilov.

È chiaro che dopo il ritiro dimostrativo e infondato dal Trattato sulle forze nucleari a medio raggio INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) nel 2019, gli Stati Uniti stanno compiendo sforzi mirati per spostare fondamentalmente l’equilibrio di potere in Europa e nella regione Asia-Pacifico a loro favore. Questi sforzi sono mirati alla deterrenza militare di Russia e Cina. È ovvio che la loro attuazione pratica annullerà la moratoria dichiarata dalla Federazione Russa in buona fede sullo spiegamento di missili a raggio intermedio basati a terra in regioni in cui tali sistemi non siano installati.

In altra area del mondo, non senza l’aiuto degli Stati Uniti e dei suoi alleati, il Medio Oriente ha continuato a divampare sull’orlo di una guerra regionale su vasta scala, incluso il rischio di usare armi di distruzione di massa. Allo stesso tempo, il numero di vittime civili stabilisce uno sfortunato record negativo per tali conflitti. I recenti eventi in Yemen, Libia, Libano e Siria sono la prova dell’ulteriore deterioramento della situazione nella regione. “Non dovremmo dimenticare anche l’Afghanistan, dove gli Stati Uniti stanno cercando di ripristinare la loro presenza usando i Paesi vicini mentre stanno pensando di ripristinare lì la loro infrastruttura militare”, dichiara Gatilov.

Con riguardo alla crisi ucraina, il Rappresentante russo afferma “I recenti passi compiuti dal cosiddetto “Occidente collettivo” nella situazione in Ucraina e nei dintorni sono particolarmente preoccupanti. Non è esagerato affermare che con le sue azioni sconsiderate, tra cui attacchi missilistici contro strutture strategiche e pericolose per l’ambiente sul territorio del nostro Paese, mirate ad infiammare ulteriormente il conflitto e a provocare la Russia a intensificarlo in risposta, l’Occidente, rappresentato dagli Stati che sponsorizzano il regime di Kiev, ha effettivamente portato il mondo sull’orlo della guerra nucleare. Naturalmente, gli Stati Uniti, l’Ucraina e la Francia hanno una responsabilità particolare per questo, poiché i loro leader si sono impegnati a evitare qualsiasi confronto militare tra le potenze nucleari firmando il 3 gennaio 2022 la Dichiarazione dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Vorrei ricordarvi che è stata la Federazione Russa ad avviare tale dichiarazione. E noi ne seguiamo rigorosamente le disposizioni. Tutte le azioni del nostro Paese sono sempre state di ritorsione, volte a garantire la sua sovranità e sicurezza nazionale, svolte nel rispetto degli obblighi e degli impegni esistenti e mirate esclusivamente a neutralizzare le minacce causate dal corso distruttivo anti-russo dell’Occidente collettivo”.

Gatilov precisa poi che la Russia ha sempre assunto una posizione equilibrata e non ha mai rifiutato di impegnarsi nel dialogo, anche con Washington. Tuttavia, tale dialogo bilaterale dovrebbe essere costruito su una base di uguaglianza e di reciproco rispetto, tenendo conto del ruolo significativo svolto dai due Stati in una vasta gamma di questioni chiave nell’agenda mondiale, tra cui il rafforzamento della stabilità strategica e della sicurezza.

La Russia rimane aperta al dialogo con la nuova amministrazione statunitense, anche sul conflitto ucraino. Tuttavia, è di fondamentale importanza per noi, prima di tutto, eliminare le cause profonde di questa crisi. Per quanto riguarda la risoluzione della situazione in sé, l’obiettivo principale secondo Gatilov non dovrebbe essere una breve tregua, ma una pace a lungo termine basata sul rispetto degli interessi legittimi di tutti gli Stati e di tutti i popoli che vivono nella regione.

In linea più generale Gatilov afferma che “anche l’analisi superficiale più semplice degli eventi attuali mostra che la fonte di tutti i problemi e le minacce alla sicurezza internazionale è proprio l’ossessione dei Paesi occidentali e di numerosi Paesi asiatici per la cosiddetta solidarietà euro-atlantica. In effetti, gli Stati sovrani si trovano nella posizione di vassalli che attuano la volontà dei loro padroni. Essendo direttamente dipendenti dai centri decisionali di Washington e Bruxelles, questi Paesi perdono ovviamente la loro personalità giuridica internazionale come partecipanti indipendenti alle relazioni interstatali e sono molto limitati nel perseguire politiche indipendenti. Forse è per questo che i governi di questi Paesi, nella maggior parte dei casi, prendono decisioni molto discutibili che contraddicono gli interessi dei loro popoli? Come conseguenza di questa situazione, una grave crisi economica in Europa. E ora affrontiamo una minaccia molto reale di una guerra su larga scala in tutto il continente”.

Per prevenire sviluppi estremamente pericolosi, nel giugno 2024, il Presidente russo Vladimir Putin ha proposto la sua visione di un nuovo sistema di sicurezza in Eurasia, che, come ha sottolineato, deve essere creato ex novo. L’iniziativa si basa sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sullo stato di diritto internazionale. La sua attuazione mira a prevenire la frammentazione dell’Eurasia in blocchi contrapposti ed è progettata per impedire lo scoppio di un conflitto armato su larga scala che coinvolga potenze eurasiatiche ed extraregionali.

Allo stesso tempo la Russia accoglie con favore qualsiasi iniziativa e idea sensata volta a ridurre la tensione internazionale e normalizzare le relazioni interstatali. In quest’ottica ha sostenuto l’iniziativa della Repubblica di Bielorussia di sviluppare un documento quadro “L’Eurasian Сhartеr of Diversity and Multipolarity in the XXI century”. Questo potrebbe formulare non solo i principi quadro dell’architettura di sicurezza eurasiatica, basati sul diritto internazionale, ma anche in senso più ampio una comprensione strategica del multilateralismo e della multipolarità come base per un nuovo sistema di relazioni internazionali.

Naturalmente, il ruolo chiave in un tale sistema può e deve essere svolto da meccanismi di sicurezza multilaterali collaudati e, soprattutto, dal meccanismo per il disarmo delle Nazioni Unite, incluso il nostro forum”, afferma Gatilov. “La Conferenza sul disarmo continua a essere la piattaforma più appropriata e promettente per discutere le attuali questioni di sicurezza internazionale e sviluppare nuovi accordi multilaterali nell’area del controllo degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione”.

Sulla “Cessazione della corsa agli armamenti nucleari e disarmo nucleare”, la Federazione Russa ha affermato l’incrollabile impegno nei confronti dei suoi obblighi ai sensi dell’Articolo VI della Convenzione sulla non proliferazione delle armi nucleari, che pone l’obiettivo di realizzare un mondo senza armi nucleari nel contesto di un disarmo generale e completo. “Crediamo che il disarmo nucleare debba essere attuato passo dopo passo, sulla base del consenso e in modo tale che i passi in questa direzione non danneggino la sicurezza di nessuno, ma portino al rafforzamento della stabilità internazionale, della pace e della sicurezza per tutti.

Di conseguenza, gli sforzi dell’intera comunità internazionale, compresi gli Stati non dotati di armi nucleari, per creare condizioni appropriate e un clima di sicurezza favorevole sono necessari per la ripresa del processo di disarmo nucleare. I tentativi di imporre agli Stati dotati di armi nucleari l’eliminazione precoce e incondizionata dei loro arsenali senza tenere conto delle realtà strategiche esistenti e dei loro legittimi interessi nel garantire la propria sicurezza sono senza dubbio non solo inutili ma anche controproducenti”, ha specificato Gatilov.

Sulla “Prevenzione della guerra nucleare, comprese tutte le questioni correlate”, come in altre aree chiave dell’agenda internazionale nella sfera del controllo degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione, la Federazione Russa sostiene la necessità di prendere in considerazione l’intera gamma di problemi relativi alle cause profonde, ai rischi e alle conseguenze del rispettivo comportamento degli Stati in questo ambito.

Con riguardo alla “Prevenzione di una corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico” (PAROS), Gatilov ha specificato come la questione sia particolarmente urgente nelle condizioni in cui molti Stati occidentali, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, hanno adottato documenti nel campo della politica di difesa per lo spazio extra-atmosferico, in cui trattano lo spazio vicino alla Terra come “un altro ambiente operativo” per la guerra. “Cos’è questo se non una dichiarazione di intenti per schierare sistemi di attacco da combattimento in orbite vicine alla Terra? A questo proposito, consideriamo inammissibile qualsiasi tentativo di sostituire gli sforzi internazionali nell’area di PAROS con la considerazione di alcune norme, regole e principi del cosiddetto “comportamento responsabile” degli Stati nello spazio extra-atmosferico, che darebbero a questi Paesi il via libera per un’ulteriore esplorazione militare senza ostacoli dello spazio extra-atmosferico”.

La Federazione Russa, in sostanza, considerando la Conferenza come l’unica piattaforma specializzata in cui possano essere condotte trattative su questo tema, propone di prendere come base per la discussione la bozza del Trattato sulla prevenzione del posizionamento di armi nello spazio extra-atmosferico e della minaccia o dell’uso della forza contro oggetti dello spazio extra-atmosferico (PPWT), che è stato introdotto dalla Federazione Russa e dalla Repubblica Popolare Cinese alla Conferenza sul disarmo nel 2008 e modificato nel 2014.

Gatilov ha sottolineato, inoltre, come nel contesto di una situazione geopolitica instabile e dell’aggravamento del potenziale di conflitto in varie regioni del mondo, l’iniziativa russa di sviluppare una bozza di Convenzione internazionale per la repressione degli atti di terrorismo chimico e biologico sia ancora richiesta. Il documento è progettato per eliminare le lacune nel diritto internazionale che impediscono una risposta rapida ed efficace al terrorismo WМD, che ha acquisito una natura su larga scala, sistemica e transfrontaliera.

Infine, Gatilov ha ribadito come la Federazione Russa abbia costantemente sostenuto i principi di inclusività e multilateralismo nel lavoro della Conferenza, precisando tuttavia “crediamo che quegli Stati ammessi al forum come osservatori debbano lavorare esclusivamente in modo costruttivo, contribuire alla realizzazione degli obiettivi e degli scopi della Conferenza e all’adempimento del suo mandato negoziale. Qualsiasi uso improprio di questa piattaforma per scopi politici porta ad approfondire le divisioni e ad aggravare i disaccordi tra gli Stati membri, e pertanto non è nel nostro interesse comune ed è assolutamente inaccettabile” ed esprimendo la convinzione russa di non dover più tollerare “alcun tentativo di usare questo forum per promuovere alcuni approcci politici nazionali o interessi di gruppo ristretti e per replicare accuse infondate contro gli Stati membri della Conferenza sul disarmo e le Nazioni Unite”.

Davide Della Penna

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