Berlino – I risultati della Conferenza di Berlino sulla Libia sono stati “positivi” anche per la Russia, che
Ecco in sostanza le sei macroaeree su cui si incentra la dichiarazione finale di Berlino:
- MANTENERE IL REGIME DI CESSATE IL FUOCO: Tutte le parti coinvolte nel conflitto”devono mettere fine alle ostilita’ e sul lungo termine devono arrivare a una “cessazione globale” di tutte le ostilita’, “comprese quelle con l’uso dell’aviazione sul territorio libico”; il monitoraggio del rispetto della tregua sara’ affidato all’Onu; si accoglie con favore “la diminuzione dell’intensita’ delle ostilita’ dopo il 12 gennaio”, “nonche’ le consultazioni svoltesi a Mosca il 14 gennaio per creare le condizioni di un accordo sulla tregua”. Il documento contiene un appello a “fermare i movimenti delle truppe delle parti in conflitto e delle forze che le appoggiano su tutto il territorio della Libia dall’inizio del cessate il fuoco”. Si invita a istituire misure di confidence-building come lo scambi di prigionieri e si chiede un “processo di smantellamento e disarmo dei gruppi armati e delle milizie” con “la seguente integrazione del personale idoneo nelle istituzioni statali civili di sicurezza e militari”.
- RISPETTARE L’EMBARGO SULLE ARMI: si prevede l'”impegno” a rispettare l’embargo sulle armi imposto dalla soluzione Onu 1970/2011, nonche’ le successive risoluzioni del Consiglio di sicurezza”. Si chiede a tutti gli attori di applicare e far rispettare le sanzioni Onu per chi viola l’embargo.
- RIAVVIARE IL PROCESSO POLITICO, sotto l’egida della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil): si chiede l'”istituzione di un Consiglio presidenziale funzionante e la formazione di un governo libico “singolo, unitario, inclusivo ed efficace, approvato dalla Camera dei rappresentanti” della Libia. L’invito alle parti in conflitto e’ di impegnarsi a tenere elezioni parlamentari e presidenziali libere e indipendenti. I partecipanti alla Conferenza di Berlino chiedono, inoltre, al Consiglio di sicurezza dell’Onu, all’Unione africana, alla Ue e alla Lega araba di agire contro coloro che ostacolano il processo politico; si chiede inoltre una distribuzione equa della ricchezza e delle risorse tra le differenti aeree geografiche del Paese, anche “attraverso la decentralizzazione e il sostegno delle muncipalita’”.
- RIFORMA DEL SETTORE DELLA SICUREZZA con il “ripristino del monopolio dello Stato sull’uso legittimo della forza”; si esprime sostegno all’istituzione di forze armate, forze di sicurezza e di polizia unificate, che saranno subordinate alle autorita’ civili centrali, sulla base dei colloqui svolti in precedenza al Cairo e dei documenti adottati sulla base degli stessi colloqui.
- RIFORME ECONOMICHE STRUTTURALI: per facilitare le riforme, si propone la creazione di una Commissione di economisti libici sulla, al fine di lanciare un meccanismo che garantisca la ripresa di tutti i settori dell’economia; si “incoraggia” la formazione di un meccanismo di ricostruzione per la Libia sotto gli auspici di “un nuovo , rappresentativo e unificato govenro, che eserciti la sua autorita’ su tutto il territorio libico”; si sottolinea che la National Oil Corporation (Noc) e’ “la sola indipendente e legittima compagnia petrolifera” e si chiede a “tutte le parti di astenersi da ogni ostilita’ contro le sue infrastrutture”, un punto importante alla luce della decisione del generale Khalifa Haftar in questi giorni di usare il petrolio come arma negoziale e di ricatto.
- RISPETTO DEI DIRITTI UMANI: la bozza del documento “sollecita tutte le parti in Libia a rispettare pienamente il diritto internazionale umanitario e i diritti umani, a proteggere i civili e le infrastrutture civili”. Il progetto, la cui bozza e’ in continua evoluzione e su cui si sta lavorando nei negoziati di preparazione alla Conferenza – invita anche a migliorare il lavoro della magistratura, “a mettere fine alla pratica delle detenzioni illegali”, a “chiudere gradualmente i centri di detenzioni per migranti e richiedenti asilo, allineando la base della legislazione libica in materia di immigrazione e asilo al diritto internazionale”.
RED