Abruzzo

Pubblicato il Maggio 29th, 2017 | Da Redazione

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CIVITELLA DEL TRONTO L’ABRUZZO DA NON DIMENTICARE

Sono passati quasi due mesi dal prestigioso appuntamento tenutosi il 5 aprile 2017, presso la residenza dell’Ambasciatore russo a Roma, villa Abamelek, per ricordare il contributo dato dalla Russia alla ricostruzione della città dell’Aquila, colpita mortalmente dal sisma del 6 aprile 2009.

L’Abruzzo è una terra che continua a soffrire per le disgrazie che la stanno continuatamente martoriando, ma che non deve abbassare la china cercando di risollevarsi, dato che ha i giusti connotati storico-naturalistici, che se usati saggiamente potrebbero dar vita ad un ricco flusso turistico, soprattutto di matrice straniera.

Era doveroso per me abruzzese, dunque voler presentare una città dal gusto militare con una fortezza tra le più grandi d’Europa, dietro solo alla città di Salisburgo: Civitella del Tronto.

La gentile guida Silvia Di Giuseppe avvisata del mio arrivo mi aspetta sotto l’arco dell’entrata e dopo aver fatto la ripida salita iniziale metto un po’ di tempo per focalizzarla, poiché trafelato. Senza indugi e molto garbatamente mi porta immediatamente negli angoli più remoti del possente maschio, sintetizzandomi con doverosa novizia la linea temporale dell’intero edificato, partendo dalla sua realizzazione a meta cinquecento dovuta grazie agli spagnoli, per volere del re Filippo II d’Asburgo fino alla sua capitolazione avvenuta nel 1861, divenendo così ultimo baluardo borbonico del nascente Regno d’Italia.

Mentre camminiamo tra i ripidi saliscendi, persi tra l’ampiezza del maniero che sembra non terminare mai tanto sia la sua vastità, giriamo tra le tre ampie piazze, poste a diversi livelli. Quando il costruito si dirada saliamo in alto su di una passerella per ammirare un proscenio che non ha eguali, giganteggiano sopra di noi montagne rigogliose, mentre dietro le nostre spalle ci si perde verso la linea costiera adriatica che dà vita ad una nutrita palette di colori.

Il terremoto non sembra aver tramortito la sua bellezza, anzi la sua fruibilità fa sembrare che il sisma non si sia nemmeno verificato, intaccando solamente le innumerevoli presenze che precedentemente toccavano i cinquantamila visitatori l’anno

La passione di Silvia è così coinvolgente da portarmi indietro nel tempo soprattutto quando mi fa alternare la visita tra i diversi edifici ed i camminamenti che perimetrano le case dei soldati. Mi mostra, nel museo delle armi le divise dei due opposti eserciti affrontatisi più di un secolo fa, sottolineandomi uno strano aneddoto che suscita ilarità ma nel contempo mi fa sentire un brivido dietro la schiena, perché dei Ghostbuster qualche tempo fa, forti della presenza di un ossario e del ritrovamento di diversi cadaveri, hanno registrato strani “movimenti”. Sicuramente un fatto particolare che mi strappa un sorriso, ma quando le prime ombre del giorno si allungano sento salire uno stato d’ansia che mi distoglie dalla spiegazione del mio cicerone mentre mi mostra un plastico che mette in luce le dimensioni dell’edificio. Difficile credere come il regio esercito lo abbia potuto espugnare, perché la sua conformazione architettonica e la sua posizione strategica erano tali da metterlo a riparo da eventuali attacchi frontali.

Le manifestazioni da calendario sono diverse è quella più gettonata è la visita Wild, con la presenza di un falconiere che accompagna i turisti all’interno della fortezza mostrando i segreti di questa nobile arte ed in cui tutti possono cimentarsi, addestrandosi al volo delle poiane, dei falchi e delle aquile, una vera e propria passeggiata, immersi tra arte e natura.

Chiedo alla mia guida, se possa darmi una brochure che serva come aiuto nella stesura del pezzo ed entriamo dentro un piccolo negozio dove faccio la conoscenza con l’altra guida Michela ed a cui chiedo il caricatore di un cellulare, perché il mio ha le batterie quasi esaurite, dopo il volo effettuato con il drone qualche istante prima.

Il paese vanta diversi record, oltre alla grandezza della fortezza che si estende per venticinquemila metri quadrati, anche quella della ruetta più piccola d’Italia, primato conteso con la cittadina di Ripatransone, anche se noi tutti ci auguriamo che possa tornare ad essere capofila tra i monumenti più apprezzati d’Abruzzo, magari, proprio dopo questo articolo, anche dal colto popolo russo così incline al fascino del bel paese e della nostra attraente regione.

Marco Iaconetti

 



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