Politica

Pubblicato il Febbraio 26th, 2016 | Da admin

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CASO YUKOS: “LA RICHIESTA DI CONFISCA DEI BENI RUSSI SERVIRA’ SOLO AD ACCELLERARE LA CADUTA DEL DOLLARO”

Mosca –  Mentre gran parte del mondo attende di consocere l’epilogo della crisi del debito greco, gli ex azionisti della compagnia petrolifera Yukos hanno avviato una procedura legale per la confisca di proprietà russa in sei paesi con Il ministro della Giustizia russo Alexander Konovalovtentativi di recupero di vari tipi di beni“. Lo ha riferito il ministro della Giustizia russo Alexander Konovalov, sottolineando che “in ogni caso la Russia utilizzerà tutti i mezzi giuridici previsti dalla legislazione“. Le richieste degli azionisti della Yukos seguono “la sentenza del Tribunale dell’ Aja che ha scatenato “una lunga lotta“, ha detto il ministro. La Corte, riconoscendo nello scioglimento di Yukos una violazione della Carta europea dell’energia del 1991, ha dimezzato le richieste degli azionisti di Yukos, chiedendo una cifra comunque straordinaria: 50 miliardi di dollari. Anche la Corte europea dei diritti umani si era pronunciata sul caso, fissando però il risarcimento a poco più di 2 miliardi: una sanzione 21 volte superiore a qualsiasi altra mai comminata dalla Corte di Strasburgo. Tuttavia la Carta europea dell’energia, è un trattato che Mosca non ha mai ratificato e dal quale si è Caso Yukospersino chiamata fuori nell’ottobre 2009.

Lo scorso giugno, durante l’ultimo Forum Economico Internazionale a San Pietroburgo, le autorità russe hanno ricevuto le prime notifiche di confisca dall’Europa. Il ministero degli Esteri belga aveva annunciato procedure di congelamento dei conti bancari e delle proprietà delle missioni diplomatiche russe in Belgio. La misura ha bloccato per qualche giorno le attività delle rappresentanze di Mosca presso l’Unione europea e la Nato. Una serie di confische e congelamenti simili era in corso anche in Francia, a carico stavolta della banca russa Vtb e del colosso mediatico Rossija Segodnja. Belgio e Francia hanno negato il loro coinvolgimento diretto, spiegando che le confische sono state ordinate dai giudici nazionali per via dei Mikhail-Khodorkovsky fondatore di Yukosrisarcimenti riconosciuti dalla Corte permanente di arbitrato dell’Aja in relazione ai tre arbitrati tra la Federazione russa e gli azionisti di Yukos.
Questi arbitrati, iniziati nel 2005 e conclusi il 18 luglio 2014, riguardavano lo scioglimento della più grande major petrolifera russa che per evasione fiscale fu smantellata e acquisita in gran parte da Rosneft, la compagnia controllata dal governo, che divenne così il principale attore russo in campo petrolifero.

Ron PaulMolto interessanti sono però, le valutazioni che Ron Paul ( ex politico statunitense ed esponente della corrente libertariana e non-interventista del Partito Repubblicano americano), fa dalle pagine del sito ufficiale del Ron Paul Institute. La tempistica di queste azioni, dice Paul, è abbastanza curiosa poichè, come si diceva all’inizio, è arrivata mentre la crisi greca in Europa sembrava aver raggiunto un punto di non ritorno e la Grecia, che forse aveva abbandonato la possibilità di un riavvicinamento con l’Europa, ha fatto aperture alla Russia in cambio di un aiuto per uscire dal pasticcio e con la recente dichiarazione del FMI , che ha promesso il suo pieno e incondizionato sostegno all’Ucraina, è diventato ancora più chiaro che lo stesso FMI e altre importanti istituzioni multilaterali non sono organismi tecnici, ma piuttosto La compagnia petrolifera Yukoslacchè totalmente asserviti alla politica estera di Washington.

Il governo degli Stati Uniti sta cercando disperatamente di aggrapparsi alla nozione di un mondo unipolare, con gli Stati Uniti al centro a dettare gli affari esteri e la politica monetaria, mentre i suoi stati clienti eseguono le istruzioni. Ma l’ordine del mondo non è unipolare, e l’esistenza di Russia e Cina ce lo ricorda. Per decenni, gli Stati Uniti hanno beneficiato come creatore e difensore della valuta di riserva del mondo, il dollaro. Questo ha permesso agli americani di vivere al di sopra dei propri mezzi mentre beni stranieri venivano importati negli Stati Uniti, e dollari sempre più senza valore venivano inviati all’estero. Non c’è da meravigliarsi se dopo oltre 70 anni il mondo inizia a ribellarsi a questo sistema.

юкосGli europei hanno cercato di creare la propria moneta per competere con il dollaro, ma l’euro sta mostrando tutta la sua fragilità. L’Unione europea, tuttavia, non è mai stata avvertita come una minaccia da parte degli Stati Uniti. Per Washington, Russia e la Cina, d’altra parte, rappresentano una minaccia molto più credibile al dollaro, in quanto hanno sia i mezzi e la motivazione per formare un sistema monetario alternativo sostenuto dall’oro per competere contro il dollaro. Questo è ciò che teme il governo degli Stati Uniti, ed è per questo il presidente Obama e i suoi alleati occidentali stanno rischiando una guerra catastrofica provocando la Russia con questo tipo di attacchi attivi politicamente motivati. Avendo esaurito le carote, gli Stati Uniti stanno ricorrendo al bastone.
Il governo americano sa che la Russia non accetta i dettami di Washington, ma reagisce come un bambino petulante ogni volta che la Russia osa esercitare la sua sovranità. Vladimir Putin, Barack Obama,  Xi JinpingL’esistenza di un paese che non si piega alle richieste di Washington è un peccato imperdonabile che va punito con sanzioni economiche, cercando di bloccare la Russia fuori dai mercati finanziari mondiali; minacciando l’assegnazione dei Mondiali del 2018; e ora con il sequestro dei beni dello Stato russo.
Finora la risposta russa è stata incredibilmente trattenuta, ma questo non può durare per sempre. La pressione economica continua da parte dell’Occidente può benissimo portare ad un accordo monetario sino-russo che alla fine detronizzerà il dollaro. Il risultato finale di questo bullismo inutile da parte degli Stati Uniti potrebbe accelerare l’unica cosa che Washington teme di più: un sistema monetario mondiale nel quale gli Stati Uniti non hanno alcuna voce in capitolo e il dollaro è relegato a secondo violino.

(fonti: agenzia AskaNews – The Ron Paul Institute)

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