BORSE E ACCESSORI GAMBARI: “LA MILANESITA’ DELLE FORME”

Inaugurata da poco più di un mese, il 24 di dicembre del 2014, la Boutique/Showroom di borse ed accessori Gambari è ubicata in una delle zone più raffinate e chic della città, Via Vivaio 14, proprio a due passi da Villa Necchi Campiglio e dal conservatorio di musica.
Incontro Rinaldo Gambari, 49 anni, romantico sognatore, architetto ed arredatore di interni, che decide quattro anni fa di seguire quella che sin dal principio era stata una delle sue più grandi passioni: creare accessori.
Il piacere di disegnare oggetti, che questi fossero stati dei windsurf, dei girasoli o delle forchette, anima Rinaldo fin dalla più tenera età; cresciuto in un contesto socio-culturale importante, portati a termini gli studi in Svizzera, ha sempre avuto la possibilità di viaggiare molto, di entrare in contatto con nuove culture e fare esperienze significative, che hanno favorito la sua apertura mentale oggi ed il suo essere completamente fuori dagli schemi.
Il suo progetto parte da una vera e propria sfida contro se stesso, dalla sua presunzione, come mi confessa, di volersi ritagliare uno spazio all’interno dell’ormai sovraffollato mondo della moda, di poter offrire ad un consumatore iper esigente, “trendsetter” per indole ma mai schiavo del lusso, oggetti e creazioni lontani da tutto ciò che è e deve esser “fashion” per esser considerato bello.
Rinaldo vive il mondo della moda alla stregua di un lupo solitario, non ama essere “intossicato” o influenzato da riviste o classici redazionali da carta stampata; la profonda stratificazione culturale che lo permea è fonte inesauribile di ispirazione, quell’ispirazione che sta alla base della sua originalità.

La sua prima realizzazione, dedicata alla figlia, è il modello icona “Ninin”, affettuosa parola con la quale in dialetto milanese solitamente si chiamano i bambini; questo nome, rispecchia la milanesità insita nelle forme delle sue borse. Cerco di capire un po’ meglio cosa intenda Rinaldo per “milanesità delle forme” e scopro che per lui questa è caratterizzata da un design sobrio e ricco di personalità, sicuramente non banale ed elegante.

Il dettaglio nei suoi accessori è il punto di partenza; così come in un progetto abitativo la luce rappresenta ben l’80% del risultato finale mi dice, così per le borse, le lampo, le fodere degli interni con sensazione di calore al tatto, gli inserti in alicrite – una resina particolarissima che ha come caratteristica prima l’immutabilità di color e forma – sono ciò che danno valore al prodotto.
Caratteristica sicuramente da non sottovalutare è la leggerezza delle stesse: considerando la loro realizzazione in pelle, il loro peso non supera mai i 900 grammi.
Quello che colpisce la mia attenzione è il colore vivo delle borse; Rinaldo mi spiega che utilizza proprio il colore per bilanciare la pulizzia totale delle forme; è una sorta di “prova del nove”, un modo per avvalorare la sua tesi secondo cui un progetto valido è considerato tale quando può esser realizzato in tutta la gamma colori, dal classico tortora al più audace verde mela, e mantenere in sé sempre una sobria eleganza.
La decisione di Rinaldo è quella di non cannibalizzare le sue creazioni, l’”online” è un mondo che non gli interessa particolarmente; secondo lui fa perdere l’aura al prodotto. Il suo cliente ideale è colui che scopre in Boutique la collezione, che ne comprende la storia e che si fa catturare da essa, come fa il ferro con la calamita.
Prossimo step sarà l’apertura di punti vendita a Seul, New York e Parigi: ciò rappresenterebbe il “trait d’union” della sua voglia di viaggiare e del suo amore per il creare.