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ATP Finals, Londra parla ancora russo: Daniil Medvedev è il “Maestro” del 2020

Londra. Daniil Medvedev lo aveva detto alla vigilia, che sarebbe stato bello concludere l’esperienza londinese delle Nitto Atp Finals (che dal 2021 andranno in scena a Torino) allo stesso modo in cui erano iniziate dopo il trasferimento da Shanghai: ovvero con il successo di un giocatore russo. Perchè nel 2009, quando il torneo aveva lasciato l’Oriente per essere disputato sulla riva del Tamigi, a trionfare era stato Nikolay Davydenko (6-3, 6-4 sull’argentino Juan Martin Del Potro), primo russo ad alzare al cielo l’ambito trofeo (dopo la finale persa l’anno prima per mano di Novak Djokovic ed il precedente tentativo andato a vuoto del connazionale Yevgeny Kafelnikov, stoppato in finale da Pete Sampras nel 1997).

Alla O2 Arena, Daniil Medvedev è arrivato con ritrovata fiducia dopo il trionfo al Master 1000 di Parigi-Bercy, conquistato in rimonta su Alexander Zverev. E proprio il tedesco (superato senza affanno 6-3, 6-4) è stato il primo avversario nel round robin. Nella seconda gara della Pool “A” il russo ha compiuto il suo capolavoro battendo (6-3, 6-3) il serbo e numero al mondo Novak Djokovic, guadagnandosi con un turno di anticipo il passaggio alle semifinali, prima di vincere anche la terza partita del raggruppamento contro l’argentino Diego Schwartzman (6-3, 6-3). In semifinale il 24enne moscovita ha dovuto fronteggiare la classe di Rafael Nadal, desideroso quanto mai di conquistare l’unico grande titolo mancante nella sua formidabile carriera. Avanti di un set, il tennista nativo di Manacor si è ritrovato nel secondo parziale a servire per il set ma, dopo aver subito il break a zero proprio quando stava assaporando la vittoria, ha dovuto lasciare strada (3-6, 7-6, 6-3) al lanciatissimo russo, che ha così raggiunto in finale Dominic Thiem (vittorioso su Djokovic 7-5, 6-7, 7-6 dopo essere stato sotto 4 a 0 nel decisivo tie break del terzo set).

I precedenti dicono 3 a 1 per l’austriaco, l’ultimo (e più importante) dei quali la semifinale giocata a settembre a New York in occasione degli Us Open: quella che aprì a Thiem le porte verso il primo trionfo slam in carriera. Solido alla battuta e capace di comandare il gioco anche in risposta, il russo (che si conquista anche due palle break non sfruttate nel secondo game) sembra partire meglio. L’austriaco prova ad uscire dalla ragnatela di Medvedev variando gli schemi del suo gioco e, aumentando l’incidenza del back di rovescio, riesce a mettere in difficoltà l’avversario che paga dazio nel quinto game subendo il break che, di fatto, decide il primo parziale: 6 a 4 per Thiem dopo 49 minuti. Nessuno dei due contendenti perde la battuta nel secondo set: al tie break l’austriaco si porta avanti 2 a 0, prima di subire 7 punti consecutivi di Medvedev che pareggia così i conti. Nel terzo e decisivo parziale, un Thiem sfiancato sia fisicamente che mentalmente salva tre palle break consecutive nel terzo gioco, prima di cedere nel quinto game. Dopo l’ennesima discesa a rete il russo chiude in volée il punto che dopo 2 ore e 23 minuti di partita gli regala il primo (dopo 8 tentativi mancati) break dell’incontro. E’ quello decisivo, perchè non ci saranno per nessuno più occasioni di strappare il turno di battuta. E così, dopo 2 ore e 44 minuti, Daniil può scagliare il servizio vincente che mette il sigillo al 4-6, 7-6 (2), 6-4 che gli consegna il trofeo delle Atp Finals.

Medvedev si è così laureato “Maestro” del 2020, iscrivendo il proprio nome nel prestigioso albo d’oro ed entrando così nella ristretta cerchia di giocatori capaci di fregiarsi del titolo. Dalla prima edizione del 1970, giocata a Tokyo e che vide il successo dello statunitense Stan Smith (proprio quello a cui l’Adidas ha intitolato le celebri sneakers diffuse ed indossate da milioni di persone di ogni età in tutto il mondo), solo per citarne alcuni, 6 volte (record) si è laureato campione Roger Federer, 5 volte lo sono stati Novak Djokovic, Pete Sampras ed Ivan Lendl, 4 volte Boris Becker ed Ilie Nastase. Per Daniil, che ha chiuso la stagione con due titoli (raggiungendo complessivamente quota nove in carriera) e dieci vittorie consecutive, anche la soddisfazione di aver compiuto l’impresa di vincere un torneo battendo i primi tre (Djokovic, Nadal, Thiem) della classifica mondiale.

Stefano Tardi

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