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ANNUNCIATI I VINCITORI DEL “PREMIO BALZAN 2017”

Milano – Si è tenuta stamani la conferenza stampa di presentazione con cui sono stati annunciati i vincitori dei “Premi Balzan”, messi in palio dalla prestigiosa, omonima Fondazione che ogni anno premia il lavoro di quegli studiosi e scienziati che si sono distinti, a livello internazionale, nel campo in cui operano. Un appuntamento ormai tradizionale che ha lo scopo di incoraggiare la cultura, le scienze e le più meritevoli iniziative umanitarie, senza distinzioni di sesso, razza, nazionalità e religione. Memoria collettiva, studi di genere, ricerca sul cancro e sistema planetario: queste le materie che sono state oggetto dei riconoscimenti che sono stati annunciati oggi nel capoluogo lombardo.

I quattro ambiti per i quali vengono assegnati i premi, per quest’edizione hanno riguardato “le lettere, le scienze morali e l’arte” e “le scienze fisiche, matematiche, naturali e la medicina”. Tali materie spesso sono ruotate e questo permette di privilegiare filoni di ricerca nuovi o emergenti, oltre che di sostenere ambiti di studio importanti ma trascurati dagli altri grandi riconoscimenti internazionali. Dal 2001, il Regolamento del Comitato Generali Premi impone ai premiati di destinare metà del Premio ricevuto al finanziamento di progetti di ricerca, condotti preferibilmente da giovani studiosi.

I premi sono stati annunciati dal Presidente del Comitato Generale Premi della Fondazione Balzan, Salvatore Veca con il Presidente della Fondazione Balzan “Premio” Enrico Decleva nella Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera. Ciascun premio ha un valore di 750.000 franchi svizzeri (circa 660.000 euro), metà dei quali saranno destinati a progetti di ricerca.

Come di consueto, tali programmi conterranno indicazioni sulle linee di lavoro, sui responsabili e sugli istituti o centri di ricerca, sedi dell’attività. La loro approvazione da parte del Comitato Generale Premi Balzan darà il via al finanziamento diretto, da parte della Fondazione Balzan “Fondo” di cinque nuovi progetti con 375.000 franchi ciascuno (circa 344.000 euro).

I vincitori dei Premi Balzan per il 2017 sono stati i seguenti: Aleida e Jan Assman (Germania) dell’Università di Costanza e di Heideberg per gli studi sulla memoria collettiva, Bina Agarwal (India) dell’Università di Manchester (Regno Unito) per gli studi di genere, James P. Allison (USA) dell’University of California – Berkley e Washington, University School of Medicine Saint Louis, per gli approcci immunologici nella terapia del cancro, ed infine Michael Gillon (Belgio) dell’Università di Liegi, per il sistema planetario solare e gli esopianeti. A questi nomi si aggiunge anche quello di Robert O. Keohane (USA) della Woodrow Wilson SchoolPrinceton University per le relazioni internazionali, storia e teoria che non è stato assegnato l’anno scorso perché – hanno tenuto a chiarire gli organizzatori – non fu trovato un accordo sulla personalità cui conferire il premio. Premio che però ha evidenziato Salvatore Veca “gli è stato assegnato per i suoi contributi fondamentali all’approccio istituzionalista nel campo delle relazioni internazionali, per il rigore della sua instancabile ricerca ed infine per la decisiva e persistente influenza del suo magistero”.

I profili dei vincitori e le motivazioni dei premi, che saranno consegnati a Berna il prossimo 17 novembre dalla Presidente della Confederazione Elvetica, Doris Leuthard, sono stati illustrati da cinque prestigiosi esponenti del Comitato Generale Premi.

Dopo i saluti di rito di Salvatore Veca e Enrico Decleva, il primo a prendere la parola è stato il direttore dell’Istituto storico germanico di Parigi, nonché professore di storia moderna dell’Università di Heidelberg, Thomas Maissen che ha evidenziato come “la memoria culturale, portata avanti dai sopravviventi, va sanata e trasmessa anche alle future generazioni. Il premio è stato assegnato a Aleida e Jan Assmann per la comune e inter- e transdisciplinare elaborazione di questo concetto ed i relativi chiarimenti definitori come paradigma nell’ambito degli studi culturali, ma anche nei dibattiti pubblici. E’ memoria la scrittura, la cultura e tutte le forme di arte. Così come quella collettiva ed individuale, oltre a quella comunicativa che ci è stata trasmessa dai nostri genitori. Infine, la memoria culturale che è anche politica e religiosa. L’identità di gruppi, di Stati e di religioni si fonda su un tesoro nel quale si selezionano delle informazioni che hanno senso. Il ruolo di questa memoria è stato concretamente dimostrato da Aleida e Jan Assmann in modo concreto, attraverso il fecondo interscambio pluridecennale su realtà e modelli storici molto diversi tra loro che risultano felicemente complementari ed infine per l’opera omnia individuale di entrambi che, con più ampio respiro, presenta la memoria collettiva come premessa per la creazione di identità e collettività religiose e politiche”.

Il premio per gli studi di genere, assegnato alla professoressa Bina Agarwal dell’Università di Manchester, è stato motivato da Marjan Schwegman, professoressa emerita di storia politica e culturale del XX° secolo dell’Università di Utrecht (Olanda) evidenziando come “siano stati messi in discussione i fondamenti tradizionali dell’economia e delle scienze sociali attraverso un’innovativa prospettiva di genere, per aver accresciuto la visibilità e l’enpowerment delle donne in ambito rurale nel Sud nel mondo e per aver infine aperto nuove vie intellettuali e politiche nei settori cruciali e dello sviluppo”.

Jules Hoffmann, direttore di ricerca emerito del Centre National de la Recherche Scientifique presso l’Istituto di biologia molecolare di Strasburgo e vincitore del Premio Nobel 2011 per la fisiologia e la medicina ha così motivato l’assegnazione del premio per gli approcci immunologici nella terapia del cancro ai professori Allison e Schreiber. “Sono stati artefici – ha affermato – di un cambiamento di paradigma nel campo dell’immunologia tumorale. Il professor Allison, in particolare, ha dimostrato che il sistema immunitario ricopre un ruolo fondamentale nella lotta ai tumori ed aver introdotto il concetto di immunoediting e di fuga immunitaria (immuno-escape). Il professor Schreiber ha invece avuto il merito di svelare le basi molecolari di questa fuga ed essere riuscito a bloccarla attraverso una terapia con anticorpi monoclonali, aumentando per la prima volta la sopravvivenza in pazienti affetti da melanoma metastatico. Entrambi hanno collaborato di recente insieme ad altri scienziati all’identificazione di neoantigeni-tumore specifici, con un approccio che potrebbe portare allo sviluppo di efficaci vaccini anticancro personalizzati. Un risultato corroborato dal 25% di successo nei casi trattati – ha poi concluso, rispondendo alle domande dei colleghi presenti in sala – , utilizzando tale tipo di terapia nella cura di quel tipo di melanoma”.

Il professor emerito di Astrofisica teorica all’Università di Uppsala (Finlandia), nonché membro dell’Accademia Reale delle Scienze di Stoccolma, dell’Accademia danese di Scienze e Lettere dell’Accademia norvegese di Scienze e Lettere, Bengt Gustafsson, ha così motivato l’assegnazione del premio per il sistema planetario solare e gli esopianeti a Michael Gillon dell’Università di Liegi “per il suo lavoro innovativo e proficuo di ricerca di pianeti attorno alle stelle vicine, pietra miliare del cammino verso la scoperta di segni di vita al di fuori del nostro sistema solare”.

Alla conclusione della proclamazione dei vincitori del Premio Balzan 2017, il Presidente del Comitato Generale Premi, Salvatore Veca, ha annunciato anche le materie premiande per il prossimo anno: antropologia sociale, storia globale, dinamica dei fluidi ed ecologia chimica. Anche per il 2018, ciascuno dei quattro Premi Balzan avrà un valore di 750.000 franchi svizzeri. Sarà infine attribuito il premio speciale per l’umanità, la pace e la fratellanza dei popoli che avrà un valore di 1.000.000 di franchi svizzeri a chi – persona o organismo – si distinguerà per alti meriti umanitari. Nel 2014 tale riconoscimento è stato assegnato all’associazione francese Vivre en familie.

Francesco Montanino

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