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ANCHE SULLA CRISI UCRAINA MOSCA E PECHINO SI MUOVONO INSIEME

Mentre a Stoccolma sono proseguiti i colloqui sull’Ucraina tra Stati Uniti e Russia, non accenna a diminuire la tensione lungo i confini dei due paesi, con la Nato che accusa esplicitamente Mosca.

Nei giorni scorsi si è tenuto a Riga, capitale della Lettonia, il summit della Nato, venerdì, come dicevamo, si sono tenuti invece a Stoccolma un incontro tra i responsabili della politica estera di Stati Uniti e Russia. Al centro dei colloqui l’Ucraina, ai cui confini sono dispiegate ingenti forze russe, circa 120mila soldati, ufficialmente per manovre di esercitazione. Da parte americana arrivano accuse precise, quelle di voler invadere l’Ucraina o comunque destabilizzarla internamente, mentre Mosca sostiene che la Nato sta aiutando l’esercito di Kiev a posizionarsi al confine russo. Insomma, tira aria di guerra, dato che la crisi apertasi nel 2014 con l’occupazione della Crimea e della regione del Donbass non è mai stata del tutto risolta.

Un dialogo è comunque in corso, ma a preoccupare l’Occidente invece è il riavvicinamento tra Russia e Cina, paesi che hanno entrambi rivendicazioni in atto: la parte di etnia russa dell’Ucraina per Mosca e Taiwan per la Cina. L’Ucraina si aspetta un sostegno militare da parte della Nato, da tempo chiede di farne parte, cosa che però le è sempre stata rifiutata perché nel Trattato costitutivo della Nato c’è un articolo preciso, il numero 5, che obbliga tutti i paesi membri a intervenire se uno di loro viene attaccato. Per questo motivo è probabile che non si vuole includere l’Ucraina, altrimenti in caso di attacco russo tutti, anche altri paesi (Italia compresa), dovrebbero entrare in guerra. Però l’Ucraina è un paese amico, con cui la Nato ha ottimi rapporti. A rigor di logica, nessuno ha voglia di fare la guerra, anche se si stanno delineando posizioni sempre più nette. La Bielorussia ha riconosciuto la Crimea come territorio russo, il Donbass, di fatto è ormai russo. Allo stesso tempo si avviano dei dialoghi, nel corso dei quali come sempre chi è in posizione di forza sarà avvantaggiato: schierare l’esercito ai confini in genere, come sostengono molti osservatori, fa parte del gioco delle parti, almeno si spera.

RED

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