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ALLA RICERCA DI ATMOSFERE PERDUTE: LA PASTICCERIA CUCCHI A MILANO

Вдали от шума из улицей для шоппинга, но в польном центре города, “Cucchi” это однин из самых исторических кондитерских магазинов в Милане. Здесь традиции и инновации отлично смешиваются и вы можете почувствовать вкус истинного Милана.

Profumo di dolci, il piacevole rumore della macchina macina caffè e la luce calda e soffusa dei lampadari di cristallo mi accolgono entrando nella storica pasticceria Cucchi, sita oggi come dall’inizio della sua storia all’angolo tra Corso Genova e Piazza Resistenza Partigiana. Trovo il signor Cesare Cucchi, classe 1932, impegnato diligentemente a gestire l’amministrazione del negozio, impeccabile nel suo completo blu e cravatta a scacchi; ci sediamo e lui mi spiega subito che “l’esserci”, e quindi essere presenti fisicamente in pasticceria, è garanzia di sicurezza per il cliente, lo fa sentire protetto. Ama ricordare l’audacia che ha avuto il padre nell’aprire uno dei primi “Caffè concerto” di Milano ben 78 anni fa, dove prima un’orchestrina spagnola ed in seguito un’agguerrita banda musicale di ragazze venticinquenni hanno portato tra le prime a Milano il sound americano dello swing e del foxtrot. Percepisco un’aria di tenera commozione quando mi parla di sua madre, e di come gli riponeva una brioche appena sfornata nella sua cartella prima di andare a scuola. Eh sì, perché il segreto di Cucchi, che si rinnova ogni giorno è ancora oggi la freschezza. Le due figlie, Laura e Vittoria, da oltre dieci anni si dedicano all’attività di famiglia con energia e quell’immancabile gusto femminile, che a detta del Signor Cucchi “è il complemento necessario del loro grande successo”. Quello che colpisce da Cucchi è l’atmosfera di pace da cui si avviene avvolti, il percepibile fermarsi del tempo quando ci si trova qui; è quasi come essere rapiti da un quadro di Manet. Sono vivide le pennellate di un tempo passato, poi squilla un cellulare e si torna in un batter d’occhio alla realtà; da Cucchi la tradizione si fonde con l’innovazione. Il panettone è fatto ancora tutto l’anno con gli stessi ritmi di un tempo; oggi però lo si può gustare con una delicata mostarda appositamente preparata, come sento proporre ad un cliente dalla ragazza al bancone. Poi ancora pasticcini con crema, frutta, i dolcetti di marzapane, bignè’, persino una bottiglia di bollicine italiane con l’etichetta che riporta il nome della famiglia; non dimentichiamo che tra i 25 dipendenti è presente anche un sommelier. L’intervista si conclude con il signor Cucchi che mi parla con orgoglio degli stage che si svolgono nella sua pasticceria di giovani talenti provenienti da istituti milanesi. Cucchi: uno spaccato di atmosfere perdute nella Milano più vera.

Matteo Beltrama

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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