Site icon Russia News / Новости России

AL FOUR SEASONS DI MOSCA BATTE UN CUORE ITALIANO

Mosca – In aereo, durante un viaggio di ritorno da Mosca, ho rivisto i colori e le immagini del mio soggiorno moscovita ed ho il cuore ancora ricolmo di emozioni per una città che a lungo ho desiderato scoprire e che allaMASSIMILIANO MUSTO - FOUR SEASONS DI MOSCA fine si è svelata a me così meravigliosamente cosmopolita, dinamica ed inaspettatamente calda nella sua ospitalità. Ho incontrato molte persone a Mosca, per motivi di lavoro e per piacere personale; quella che più di tutte mi ha colpito per determinazione e passione per il proprio lavoro è sicuramente il General Manager dell’hotel di lusso più prestigioso del centro di Mosca, il Four Seasons Hotel Moscow, il mio articolo è dedicato a lui, Massimiliano Musto; italiano, nato a Napoli, ma con uno spirito che ormai gli permette di percorrere il mondo in lungo e in largo.

Il due di novembre del 1998, è la data che segna un punto di arrivo prestigioso ed al contempo di partenza nella sua carriera; è il giorno in cui entra a far parte del gotha dell’ospitalità di lusso, il gruppo Four Seasons Hotel. Massimiliano fa il suo ingresso nel mondo della ristorazione a soli quindici anni per aiutare la sua famiglia nelle spese di casa a fronte della perdita del padre avvenuta quando aveva solo dieci anni. Con l’ingenuità di un adolescente chiese quale fosse il lavoro più remunerativo che potesse fare per aiutare la madre e tutti gli risposero: “sicuramente il lavoro in hotel, perché si lavora tanto e non si ha il tempo di spendere ciò che si guadagna. E così incominciò la sua avventura.

I primi anni di lavoro furono duri e molto impegnativi; dopo il servizio di leva, all’età di 19 anni, prese al volo un’opportunità di lavoro all’estero, chiave di volta della sua carriera nel mondo dell’Hotellerie; decide di lasciare l’Italia, di recarsi in Scozia dove imparerà l’inglese. Questo passaggio segna l’inizio della sua esperienza internazionale. Nel gruppo Four Seasons dapprima a Bangkok come Maître d’Hotel, poi a Cuala Lumpur in Malesia per l’apertura di un ristorante italiano, ritorno a Bangkok e poi Singapore, segue Los Angeles al Beverly Wilshire, da qui a Tokio per poi recarsi a San Diego come Direttore del Food and Beverage.  Finalmente arriva il prestigioso riconoscimento professionale con l’incarico di Resort Manager alle Mauricius a cui segue Alessandria d’Egitto ed infine, per ora, Mosca. Massimiliano o per meglio dire Max, come sono soliti chiamarlo in modo informale i membri del suo staff, è una persona che riesce a fare emozionare i propri ospiti, che si propone ogni singolo giorno come “goal” di donare, a chi fa visita al suo hotel, esperienze e memorie. La filosofia di Massimiliano si può sintetizzare in due parole: “frendliness” e “attitude” o per meglio dire naturalezza nella relazione. Dal mio ingresso al Four Seasons in poi sono colpito piacevolmente dal contatto visivo e dalla spontaneità del sorriso che mi rivolge ogni membro dello staff – a sfatare la nomea della freddezza russa – e questo mi fa sentire a mio agio, in un’atmosfera calda che in un certo senso mi ricorda casa, senza comunque dimenticare che mi trovo a due passi dal Cremlino ed in un Hotel cinque stelle.
Godo appieno del concetto di ospitalità “tutta italiana” con cui Massimiliano, con successo, è riuscito a contagiare il suo team, team che tra l’altro Max ha contribuito a selezionare personalmente; il risultato ora è quello di una squadra tonica, fresca e raggiante, che in soli sei mesi di vita ha già saputo accogliere magnificamente ben tre capi di stato stranieri. Fiore all’occhiello del Four Seasons qui a Mosca è “Quadrum”, il ristorante italiano con vista sul Cremlino, che decido di provare durante l’ultimo giorno di permanenza in questa meravigliosa città.

Prenoto un tavolo per due alle 20:30; veniamo accolti da Yulia, una sorridente ragazza dal tratto elegante addetta all’accoglienza, con un: “Benvenuta Barbara, ti stavamo aspettando“; rimango molto sorpreso e questo non tanto perché sento parlare italiano ma perché vengo chiamato per nome. E così ripenso alla stimolante chiacchierata con Massimiliano di qualche giorno prima, di quel concetto di “raffinata familiarità” di cui parlavamo, intesa proprio come l’anticipare le esigenze dell’ospite, fare qualcosa per lui di piacevolmente inaspettato e del farlo sentire importante; ecco avendo vissuto questa esperienza posso affermare: “Io al Four Seasons Moscow mi sono sentita al centro di ogni attenzione”. Yulia ci fa strada accompagnandoci al tavolo – le tonalità calde del beige che arredano la sala mi conferiscono calma, la morbidezza della moquette mi dà la sensazione di camminare sulle nuvole, i tavoli abbondantemente spaziati fra loro ed una illuminazione soffusa su ogni singolo tavolo fanno da perfetta cornice al nostro ingresso – l’atmosfera risulta ovattata e protetta. Accomiatandosi da noi Yulia aggiunge: “Questo è il nostro tavolo migliore”.

Facciamo subito la conoscenza di Fabio Borgianni, il restaurant manager nato in Toscana a San Giminiano, che ci dà il benvenuto con un Impeccabile Bellini ed un simpatico sorriso; poco più che trentenne Fabio ha già importanti esperienze internazionali alle spalle ed una bimba di appena quattro mesi Valentina avuta dalla moglie russa Masha. Scegliamo un prosecco di Valdobbiadene; non è ancora a temperatura ideale e così Fabio nell’attesa per accompagnare l’antrè di gnocco fritto e bresaola ci offre del Pierre Gimonnet, uno champagne della casa. Ottima scelta! Ci affidiamo a lui e scegliamo come antipasto del baccalà mantecato con patate ed olive e come primo della pasta lunga di Gragnano con vongole veraci e bottarga.  Chiedo di fare i complimenti allo Chef e così conosco anche Christian De Nadai, trevigiano di origine, anche lui giovanissimo e con una importante collaborazione di due anni da Don Alfonso, senza tralasciare il Mamounia di Marrakech, esperienze a Londra e a Dubai. Come dessert ci facciamo ingolosire da un tortino caldo al cioccolato con cuore morbido, che viene sapientemente riempito di crema inglese davanti ai nostri occhi; concludiamo all’italiana con un buon caffè e una grappa di moscato. Ancora un grazie a Massimiliano, ambasciatore a Mosca della grande tradizione dell’ospitalità italiana.

 

Barbara Cassani

 

 

CLICCA MI PIACE:
Exit mobile version