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30° anniversario del Club mondiale dei pietroburghesi

L’assemblea del club nel teatro d’Ermitage, foto del Club mondiale dei pietroburghesi - Заседание клуба в Эрмитажном театре, фото Всемирного клуба петербуржцев

Nel gennaio 2021 il Club mondiale dei pietroburghesi compie 30 anni. San Pietroburgo è una città da favola, è la capitale settentrionale della Russia. C’è bellezza e cultura dappertutto in questa città: la guglia dorata della Cattedrale di Pietro e Paolo, il maestoso edificio del Palazzo d’Inverno, la Prospettiva Nevskij con i famosi palazzi, il Giardino d’Estate, e i pietroburghesi sono i custodi di questo bellissimo patrimonio.

Russia News ha parlato con la Presidente del Consiglio Club Mondiale dei PietroburghesiValentina Trofimovna Orlova di chi è un vero pietroburghese, del primo architetto della città Domenico Trezzini, dell’architettura del passato e dell’urbanistica moderna.

– Per favore, ci racconti della creazione del Club mondiale dei pietroburghesi e come Lei è diventata il Presidente del consiglio del club?

Il Club mondiale dei pietroburghesi è stato fondato nella notte di Natale ortodossa dal 6 al 7 gennaio 1991, durante il telethon internazionale “Renaissance”, in cui hanno partecipato più di 30 paesi del mondo. Lo scopo di questo evento era la raccolta dei fondi per il restauro e la rinascita di San Pietroburgo e dei suoi monumenti. Questo è successo esattamente 30 anni fa. Poiché sono stata io l’iniziatore della creazione del Club mondiale dei pietroburghesi in questo telethon, un gruppo di persone unite intorno a me mi ha scelto come presidente del consiglio del club. Sin dal suo inizio, persone non indifferenti al destino di San Pietroburgo, che amano sinceramente la città sulla Neva e comprendono l’importanza di San Pietroburgo per la cultura di tutto il mondo, hanno iniziato a raccogliersi intorno a noi. Siamo entrati in azione molto rapidamente. A quel tempo, la nostra città si chiamava Leningrado e la prima cosa che abbiamo fatto è stata una lettera ai media dove abbiamo chiesto che la città restituisse il suo vecchio nome: Pietroburgo. Quindi il sindaco della città Anatoly Sobchak ha deciso di rinominare la città in Pietroburgo e abbiamo accolto il sindaco come membro del club. Abbiamo scelto Nikita Alekseevich Tolstoj (1917-1994), professore all’Università di San Pietroburgo, figlio dello scrittore Alexei Tolstoj, come presidente del club.

Era un vero rappresentante dell’intellighenzia e nobiltà russa. Quando ci siamo formati, non avevamo né soldi né locali, cioè praticamente nient’altro che entusiasmo. Ma a poco a poco si sono hanno trovati locali, denaro e mecenati. Nel 1994, quando Nikita Alekseevich ci lasciò, offrimmo a Mikhail Borisovich Piotrovsky di diventare il direttore del club. A quel tempo, è diventato di recente il direttore del museo dell’Ermitage e ho pensato che un simile museo fosse un ottimo collegamento con San Pietroburgo e il club di pietroburghesi.  Lui ha accettato e dal gennaio 1995 Mikhail Borisovich Piotrovsky è presidente del Club Mondiale dei pietroburghesi. Grazie a questa unione abbiamo sviluppato programmi comuni con l’Ermitage.

– Quali qualità, meriti, valori, secondo Lei, si dove possedere per essere considerato un vero pietroburghese?

Un vero pietroburghese è una persona istruita, colta, onesta e certamente tollerante. Quando in Russia iniziò la grande costruzione industriale, le imprese scientifiche e industriale iniziarono ad aprire i filiali a San Pietroburgo e gli specialisti e personale di altissimo livello arrivarono in tanti in città.

I pietroburghesi sono persone che apprezzano il loro passato e amano la loro città. E amano non solo “Ah! Amo tanto San Pietroburgo!”, ma amano con amore efficace. Vi racconto una storia. Il purtroppo defunto generale e pubblicista italiano Gianalfonso d’Avossa era un membro del nostro club. Un giorno quando lui fu a San Pietroburgo, mi trovò all’Ermitage e mi disse con una grande convinzione in inglese, visto che non parlava russo: “Valentina, Lei dovrebbe iscrivermi al club!” Chiesi: “Perché vorrebbe diventare un membro del nostro club?” Al che rispose che in Italia San Pietroburgo è chiamata “città dei banditi”, ma lui scrive articoli non su Pietroburgo dei banditi, ma su una città europea bella, culturale e dignitosa. Ed estrasse dalla sua ventiquattrore un pacco di articoli in difesa della cultura di San Pietroburgo. Ovviamente lo abbiamo accettato come membro dei club!

– Nel 2020 la città di San Pietroburgo ha festeggiato 350 anni della nascita dell’architetto Domenico Trezzini. Cosa significa questo nome per Lei?

Dominico Trezzini è stato uno dei primi architetti della città. Su invito di Pietro il Grande è venuto a San Pietroburgo e ha iniziato il suo lavoro con grande successo. Nonostante lui ei suoi collaboratori fossero architetti occidentali e cattolici per religione, a San Pietroburgo costruirono meravigliose chiese, cattedrali, edifici pubblici e palazzi residenziali, avendo assorbito le tradizioni della cultura russa. Dominico Trezzini divenne uno dei fondatori del primo barocco petrino. Un talentuoso architetto della Svizzera italiana ha subito affrontato i problemi di pianificazione urbana e ha posto i principi dello sviluppo lineare come base per la costruzione di San Pietroburgo. Domenico Trezzini ha lavorato molto sullo sviluppo edile dell’isola Vasilievskij. Visto che io abito proprio sull’isola Vasilievskij, dove Trezzini ha costruito anche la sua casa sulle rive della Neva, ogni giorno vedo le sue creazioni e le ammiro. Tuttavia per me la più grande opera del primo architetto della capitale settentrionale è la Cattedrale di San Pietro e Paolo, che è diventata uno dei simboli di San Pietroburgo.

Secondo Lei Trezzini ed i suoi straordinari contemporanei potrebbero entrare nel Club dei pietroburghesi in termini dei loro modus vivendi e valori? Oppure l’immagine di un pietroburghese come modello culturale si è formata più tardi?

Domenico Trezzini ed i suoi contemporanei vissero in un’epoca completamente diversa. Difficilmente potevano entrare nel nostro club con le loro idee e abitudini. Ma potrebbero creare il loro proprio club! Certo, non sarebbe un club di pietroburghesi…

– Dal 2019 il Club mondiale dei pietroburghesi sostiene il concorso internazionale di architettura e design “Golden Trezzini”. Come Lei vede lo sviluppo di questo concorso in futuro?

Personalmente vedo lo sviluppo del concorso nella maggiore partecipazione dei giovani. È molto importante che i giovani siano notati, considerati ed apprezzati all’inizio della loro vita e del loro percorso professionale-architettonico. La partecipazione dei giovani al concorso è uno dei motivi per cui il Club mondiale dei pietroburghesi è diventato uno degli organizzatori del “Golden Trezzini” e Mikhail Borisovich Piotrovsky è diventato il presidente onorario del consiglio di questo concorso.

 – Cosa ne pensa come si sta sviluppando l’architettura della città.

L’architettura della nostra città si sta sviluppando in modi diversi. Ci sono bellissimi nuovi edifici. Molte case sono in fase di ricostruzione e restauro. Tuttavia, con nostro rammarico, ci sono edifici il cui aspetto, soprattutto nel centro della città, non è del tutto appropriato. A quanto pare alcuni architetti vogliono davvero diventare famosi e competere con gli eccezionali architetti del passato. A questi argomenti è dedicata la nostra tavola rotonda sull’estetica dell’ambiente urbano. Gli esperti di questo programma, professionisti di alto livello – architetti, scultori, artisti – monitorano la situazione in città e l’ambiente urbano. Nelle nostre riunioni notiamo quali nuovi edifici sono degni di essere nella nostra città e quali no. Gli edifici degni sono quelli che si adattano con molto tatto alla struttura della città o sono molto interessanti dal punto di vista architettonico. Li inseriamo nel Libro Bianco del Club mondiale dei pietroburghesi e durante le riunioni ufficiali del nostro club, Mikhail Borisovich Piotrovsky decora personalmente agli architetti di questi edifici con il insegno d’oro della conformità. Gli edifici pessimi sono inseriti nel Libro Nero e quelli che ci provocano preoccupazioni e dubbi entrano nel Libro Rosso. Gli architetti decorati con l’insegno d’oro della conformità apprezzano molto questi premi e ovunque sono durante le mostre, seminari, biennali, conferenze, sottolineano sempre che il loro edificio è elencato nel Libro Bianco e portano con orgoglio piccoli e bellissimi insegni della conformità.

– Oggigiorno San Pietroburgo sta mantenendo il ruolo della “finestra sull’Europa”, il principale canale di interazione tra le culture russa ed europea?

Ovviamente! Ma la nostra città non è più una finestra sull’Europa, ma un’ampia strada lungo la quale non solo i pietroburghesi vanno a ovest, ma anche l’ovest con grande piacere va a San Pietroburgo. San Pietroburgo ha molti contatti e legami con i paesi occidentali. Attualmente raccontiamo spesso dei russi che hanno fatto molto durante la loro emigrazione in Europa. Ad esempio, il barone Eduard Aleksandrovich Faltz-Fein (1912 – 2018), membro del nostro club dal 1991. Ha fatto molto per San Pietroburgo e per la Scuola dei cadetti di Suvorov, ha contribuito a restaurare la famosa Cappella Maltese del Palazzo Vorontsov. Il barone ha speso molti sforzi e denaro per la ricerca della Stanza d’Ambra del Palazzo di Ekaterina a Tsarskoye Selo, rubata durante l’occupazione nazista nella Seconda Guerra mondiale. Il barone Falz-Fein ha preso una parte attiva anche al suo restauro. Il ricordo di queste persone sarà sempre custodito con gratitudine nei cuori dei pietroburghesi.

Attualmente, insieme alla Francia, stiamo realizzando il progetto “Il russo sconosciuto, il francese famoso”, dedicato all’artista Alexander Alekseev (1901-1982), che ha lasciato la Russia negli anni 20 e ha vissuto in Francia e in America, ma sempre ricordando e amando la Russia. È sepolto a Nizza e stiamo trattando per erigere un piccolo monumento sulla sua tomba. In sua memoria il nostro club ha organizzato diverse serate nel centro russo di Parigi.

Partecipiamo anche alle fiere internazionali del libro, perché siamo editori della serie “Biblioteca del Club mondiale dei pietroburghesi” dedicata a vite e destini dei pietroburghesi. Diversi anni fa, abbiamo iniziato a pubblicare libri su due grandi tragedie nella storia umana: l’assedio di Leningrado e l’Olocausto. Il terzo libro di Enna Romanovskaya dedicato a preservare la memoria di questi tragici eventi, è stato pubblicato nell’anno del 75 ° anniversario della Vittoria della Russia nella Grande Guerra Patriottica.

Sempre nel 2020 è stato pubblicato un libro storico e biografico “Il cerchio di Kruzenshtern” in onore del 250° anniversario della nascita del grande navigatore ed esploratore Ivan Fedorovich Kruzenshtern. Il nostro club partecipa attivamente ai programmi governativi internazionali, ad esempio, collaboriamo al programma “Russia aperta per il mondo”.

Pertanto le attività del Club mondiale dei pietroburghesi sono diverse ed intense e speriamo nella più presta fine possibile di pandemia per realizzare tutto ciò che abbiamo pianificato.

Giulia Ilina

 

articolo in lingua russa

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