Il presidente dell’Ucraina, Vladimir Zelenskij, in visita ufficiale in Italia, ha incontrato ieri il
Durante l’incontro con il Primo Ministro italiano, il successore di Poroshenko ha chiesto, come riferito dal suo ufficio stampa, la chiusura degli uffici di rappresentanza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk sul territorio italiano, bollandoli come “illegali”.
Gli uffici, ubicati a Torino e Verona, in realtà non sono accreditati come missioni diplomatiche, ma semplicemente come organizzazioni pubbliche, aventi come scopo la “diffusione di informazioni veritiere su ciò che sta accadendo nel Donbass, che è ancora ignorato dai media ufficiali“.
Non è chiaro, o forse lo è fin troppo, il vero motivo per cui Zelenskij manifesti tutto questo interesse nel voler zittire delle semplici associazioni di comunità.
Altro argomento che preme molto al presidente ucraino, è il rimpatrio del soldato della Guardia Nazionale ucraina Vitalij Markiv, condannato dalla Corte d’Assise di Pavia a 24 anni di carcere, da scontare in Italia, in
“Capisco che il Primo Ministro non può influenzare la corte italiana“, ha dichiarato Zelenskij, aggiungendo poi di aver spiegato a Conte i motivi per cui, secondo lui, Markiv sarebbe innocente.
I fatti però lo collocano al comando della milizia ucraina che si è accanita contro il reporter italiano, all’epoca nel
La pesantissima accusa per il comandante ucraino è di omicidio volontario, reato quindi non conciliabile con un semplice “danno collaterale di guerra”… spieghi dunque il presidente Zelenskij ai parenti delle vittime, tra cui il figlioletto di Andrea Rocchelli, secondo quale misterioso percorso della sua mente il soldato di Kiev non avrebbe commesso il fatto…
Eva Bergamo