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VLADIMIR PUTIN A SANREMO?

Sanremo (IM) – La curiosità. Sul giornale “Sanremo News.it” si apprende che “un sanremese che ha frequentazioni di arabi e di russi di alto bordo  giura e spergiura che Putin la sua scappata, se pur fugace, nella Città dei FioriChiesa russa a Sanremo l’ha fatta“.

In una nota a firma di Pierluigi Casalino,  leggiamo: “lo definiscono ormai <<Sua Maestà la Russia>>, non so se davvero sia stato a Sanremo in incognita in un suo viaggio qualche anno fa in direzione dei dintorni di Nizza a trovare un amico, un militare russo in pensione, ritiratosi al sole della Costa Azzurra. Non so neanche se sia vero, ma un sanremese che ha frequentazioni di arabi e di russi di alto bordo (e solitamente è persona bene informata) giura e spergiura che l’uomo forte del Cremlino la sua scappata, se pur fugace, nella Città dei Fiori l’ha fatta. Mi chiedo se, nell’occasione abbia visitato la Chiesa Ortodossa Russa, ma sicuramente non l’ha fatto, se pur, a quanto si dice, il sacro edificio della spiritualità russa a Sanremo sia nei suoi pensieri come è stata la Chiesa sorella di Nizza. In ogni caso non si ha notizia ufficiale di una visita di Putin a Sanremo. Nemmeno che sia in programma, né in teoria o in ipotesi. Se no, apriti cielo! Ma piace pensare, tuttavia (me lo si conceda), che la cosa sia avvenuta (o che possa avvenire, con scompiglio certamente delle misure di sicurezza in tal caso). Forse Sanremo la meriterebbe, se non altro per una sua straordinaria riconsacrazione in terra russa: e non solo per lo sconquasso che provocherebbe. Basti pensare all’eco internazionale che un simile scoop avrebbe in un momento di ritrovato protagonismo della Russia. La circostanza gioverebbe senza dubbio per un recupero di immagine di Sanremo a seguito della nota vicenda dell’assenteismo dei dipendenti comunali, amplificata oltre misura nel resto del pianeta. La fama, la determinazione e il livello di realismo politico di un tal personaggio, nel bene e nel male, a seconda dell’angolo di visuale geo-politico, più o meno interessato, sarebbero tutte qualità, che, associate al nome di Sanremo, offrirebbero un cocktail di grande effetto. E a goderne sarebbe una Riviera che faticosamente cerca di risalire la china per rinverdire i suoi fastidi luogo-simbolo. Non recita forse un antico adagio che ‘tutto fa spettacolo’? E a Sanremo sarebbe uno spettacolo nello spettacolo“.   Curiosità e indiscrezioni a parte, il legame tra la Russia e la città ligure di Sanremo è antico e risale al 1864, quando l’Imperatrice Maria Alexandrovna, sposa dello Zar Alessandro II decise di trascorrere l’inverno nella bella città del ponente ligure trattenuto dalla bontà e dalla benevolenza dell’Imperatrice.  Trascorse alcune settimane a San Remo anche Alexeï Constantinovich, scrittore ed amico d’infanzia dello Zar. In ricordo del soggiorno italiano, l’Imperatrice donò alla città alberi di palma, ad ornamento del viale che sarà poi “Corso Imperatrice”. Fu sempre di Maria Alexandrovna l’idea di edificare una Chiesa russa all’inizio del viale a lei dedicato; nel 1890 il granduca Sergeij Michailovich, anch’egli residente a San Remo, sostiene con forza il progetto. Sarà proprio il granduca a presidere, nel 1910, il “comitato per la costruzione della Chiesa”, costituito con un decreto speciale dell’Imperatore Nicola II, che non si limitò ad autorizzare la raccolta di fondi per l’edificazione del tempio, ma fu uno dei principali benefattori e donatori. Il conte Cheremetiev, residente  San Remo, fu nominato presidente del comitato, assistito dal conte Talevič. Quest’ultimo, proveniente da una famiglia russo-romena, fu responsabile dell’acquisto di un terreno, del quale in tempi successivi tentò di rivendicare la proprietà. Tra i membri del comitato va ricordato l’architetto Alexeij Viktorovič Čtchoussev, che contribuì al progetto della chiesa. E’ interessante ricordare che quest’uomo, per essere stato progettista del mausoleo di Lenin, situato sulla piazza Rossa a Mosca, oltre che di altri edifici di regime, si guadagnò il titolo di “Albert Speer sovietico” (Albert Speer fu l’architetto di regime di Hitler). A Čtchoussev, oltre alla chiesa di San Remo, si deve anche la realizzazione della chiesa russa di Bari e, in patria, del monastero di Santa Marta e Santa Maria a Mosca.

 

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