Esteri

Pubblicato il Ottobre 17th, 2014 | Da admin

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VERTICE ASEM A MILANO: IL PRESIDENTE VLADIMIR PUTIN FERMO SULLE SUE POSIZIONI VERSO LA QUESTIONE UCRAINA

Milano – Si è concluso stamane il decimo vertice ASEM che ha visto la presenza di 56 delegazioni provenienti da molti paesi asiatici ed europei, culminati con unaPutin e Merkel serie di incontri da cui è stato poi diramata una vera e propria agenda di lavori, per i prossimi due anni.
La mattinata è iniziata con l’incontro tenutosi presso la Prefettura del capoluogo meneghino fra Putin, Merkel, Renzi, Hollande, Cameron, Van Rompuy, Barroso e Poroshenko sulla delicata questione Ucraina.
Confermate le divergenze già emerse ieri sera, fra il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin e la cancelliera Angela Merkel, sia sulle cause del conflitto che sull’attuale situazione. Non disdegnando di parlare delle forniture di gas, ovvero di un argomento che sta molto a cuore ai tedeschi, considerando l’inverno ormai imminente.
Come accaduto ieri, a presentarsi alla stampa era il premier italiano Matteo Renzi che, in un inglese a dir poco stentato e zoppicante (rigorosamente anche stavolta senza un servizio di traduzione), ha fatto il punto della situazione su ciò che sta accadendo nell’ex granaio d’Europa.
ASEM 2014 Milano foto di gruppoLe mie impressioni sono positive, anche se bisogna fare ancora passi avanti per la soluzione della controversia. È ovvio che non accettiamo la prospettiva di un’Ucraina instabile. I leader di Ucraina e Russia hanno discusso della questione in modo franco” – ha dichiarato Renzi che non smentendosi ha poi voluto “ringraziare pubblicamente i leader di Ucraina e Russia, Poroshenko e Putin, per aver partecipato ad una colazione italiana, a base di latte e caffè“.
La sensazione è che – a dispetto delle apparenze e delle dichiarazioni di facciata – l’incontro sia servito a poco o niente, dal momento che ognuno resta fermo sulle proprie posizioni.
Impressione avvalorata anche da quanto dichiarato dal collega russo Evgeny Utkin di RBTH per il quale “i rapporti fra Russia ed Ucraina hanno fatto un passo e mezzo in avanti, ed uno indietro visto che dapprima si è parlato di un incontro positivo. Salvo poi scoprire che in realtà sono emerse divergenze sostanziali fra Mosca e Berlino. Ho visto un Putin assai sorridente e disteso, ed un Poroshenko al contrario assai teso ed incattivito. Non ho trovato costruttivo l’incontro che i Vladimir Putin sorride rilassatodue leader hanno tenuto insieme a Barroso, Hollande, Merkel, Van Rompuy e Renzi. Mentre invece è stato sicuramente più interessante quello ristretto con Hollande e la Merkel. Ma quello che non riesco ancora a comprendere e’ il motivo di questa posizione dell’Europa che, con l’inverno ormai alle porte, dovrebbe capire che non può tenere al gelo i propri cittadini. Qui stiamo parlando di una posta in gioco abbastanza alta“.
E’ la posizione in particolare della Germania a suscitare le maggiori perplessità in Utkin: “La cancelliera tedesca Merkel – ha osservato – è alle prese con una grave crisi economica anche all’interno del suo paese, e continuo a non capire perché si ostina nel dichiarare che le proposte di Putin sulle forniture di gas non gli sono chiare, quando il nostro presidente è da mesi che invece gliele ha esposte in maniera trasparente”.
La visita che ieri Putin ha fatto in una Belgrado che lo ha accolto in maniera a dir poco trionfale e da vero e proprio eroe (sono stati anticipati di quattro giorni i festeggiamenti nazionali per la liberazione dal nazismo, nda), rappresenta poi un elemento da non trascurare in questa particolare partita a scacchi.
In questa partita l’Europa si trova nella non certo invidiabile posizione di obbedire, da un lato agli arroganti diktat provenienti dagli Stati Uniti, sempre più guerrafondai e poco inclini al dialogo. E dall’altro, di non dover interrompere i rapporti anche politici, con un paese come la Russia che sta mettendo insieme un mosaico strategico di un certo rilievo, come testimoniano le recenti adesioni di Cina, India e Brasile alla propria area di influenza, che si contrappone allo scricchiolante Renzi e Merkelblocco USA-UE.
Non è da escludere infatti che l’ulteriore rinsaldamento degli storici rapporti di fratellanza esistenti con la Serbia, possano aprire una breccia anche nel bordo orientale dell’Unione Europea. Non dimentichiamo infatti che la posizione di Belgrado, a proposito sopratutto dell’Euro, e’ decisamente scettica, e potrebbe fare da ideale apripista anche per la vicina Croazia. Per la quale, messa alle spalle la dolorosa esperienza della guerra proprio contro i serbi, aumentano le possibilità di non dover cedere la propria sovranità monetaria (e di tutelare così la kuna che è una delle poche monete ad essere ancora a buon mercato, nel panorama valutario internazionale) ad una delle tante istituzioni capestro esistenti.
Insomma, una situazione tutta ancora da decifrare dove appare chiaro che la Russia potrebbe avere buon gioco nell’approfittare delle crepe che in maniera sempre più vistosa si stanno aprendo all’interno di un’Unione Europea, indebolita e svilita dall’intransigenza di Berlino e dei “falchi” che chiedono il rigore economico a tutti i costi.
Tornando all’incontro con Poroshenko, il premier russo si è limitato a poche battute (“incontro buono e positivo“), non rilasciando poi alcuna dichiarazione alla stampa alRenzi invita gli studenti al Politecnico di Milano: "ci facciamo un selfino?" momento del suo arrivo al Centro Congressi.
Anche oggi, le informazioni sono filtrate con il contagocce e questo ha aggiunto un ulteriore elemento negativo al malumore degli operatori della stampa. Abbiamo infatti incontrato in questi due giorni, molti colleghi provenienti da paesi lontanissimi come Giappone, Brunei, Malaysia e tanti altri, che ci hanno confermato come la figura rimediata dall’Italia nello sfoggiare una organizzazione incerta e insufficiente (mancava persino il servizio di traduzione simultanea) per un tale evento, è stata veramente memorabile in negativo.  Paradossalmente, possiamo definirla di fatto in linea con l’allegra e leggera conduzione di questa Presidenza del Consiglio italiana che trova più importante trovare una legittimazione (che di fatto non ha mai ricevuto dai cittadini), magari con dei selfie e con battute di basso avanspettacolo, che non dare invece al suo Paese risposte serie e concrete.  Insomma potremmo dire infine, che questo vertice ASEM ha dato più l’impressione di una grande passerella mediatica, atta a confermare solo che la situazione in Ucraina è ben lungi dal considerarsi risolta e che l’Italia, si trova in mani incerte, incapaci di fare scelte oculate e ragionate…

Francesco Montanino

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