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Tyumen è la nuova mecca per gli investimenti in Russia

Appena un italiano pensa alla Russia, arrivano alla mente le immagini delle alte mura del Cremlino o i bianchi palazzi di San Pietroburgo attraversati dai placidi canali. Piazza Rossa e Nevskij Prospekt. Nelle statistiche economiche e sociali, le due capitali storiche hanno una collocazione a parte, sono casi tanto peculiari da essere spesso escluse, per dare una dimensione reale dell’altra Russia.

L’altro elemento che balza nel quadro del turista o dell’imprenditore italiano è la vastità, quasi incommensurabile del paese che si allunga come un felino lungo la strada ferrata più lunga del pianeta, la Transiberiana. E allora, si contano le stazioni principali, le grandi città ad est di Mosca che hanno costituito il cuore della produzione industriale nei tempi più drammatici dell’epoca sovietica: Nižnij Novgorod, Perm, Ekaterinburg, Omsk, Novosibirsk e via fino alla “regina dell’oriente” Vladivostok.

Buona parte dell’attenzione e degli investimenti europei, si sono rivolti alle due capitali e alle città di seconda fascia nella Russia europea e asiatica. Allora, nel rating nazionale sull’attrattività delle regioni russe, elaborato dall’Agenzia si aspetterebbe di trovare in testa Mosca e San Pietruburgo, seguite da grandi città come Novosibirsk.

Invece, nel 2018 a primeggiare risulta un territorio della Siberia occidentale, forse sconosciuto agli osservatori occasionali ma non a molte imprese italiane, che riconoscono il suo ruolo strategico per l’economia del paese: la ricca regione di Tyumen.
Il rating è basato su un incrocio di fattori cruciali per il business: la facilità ad addentrarsi nell’ambiente regolatorio, il sostegno alle piccole e medie imprese, la disponibilità di risorse finanziarie ed infrastrutture, e gli istituti di agevolazione per il business.
Nel 2017 la regione si attestava solo al sesto poco, sorpassata dalle grandi città, con un investimento in capitale fisso pari a 290,7 miliardi di rubli, + 20% rispetto all’anno precedente.

Il distretto di Tyumen è la porta della Siberia, a 1700 km e quasi due giorni di treno da Mosca. Nel ‘500 era una delle due capitali del Khanato di Sibir, che poi per estensione ha dato il nome al corpo della Russia asiatica. La città fu distrutta dai cosacchi che inseguivano le preziose pelli siberiane ma furono immediatamente ricostruite dal nuovo stato moscovita, nella sua espansione a oriente. La geografia l’ha sempre benedetta, diventando una stazione di commercio sulla via del tè dalla Cina all’Europa con un considerevole concentrazione di mestieri artigianali.
L’arrivo della ferrovia nel 1885 dà una dimensione industriale ai settori tradizionali, la lavorazione delle pelli, i mobilifici che modellavano i pregiati legni delle foreste siberiane e la cantieristica fluviale. La transizione a centro nevralgico dell’industria pesante avviene durante la Seconda guerra mondiale, quando vengono delocalizzate dalle città del fronte occidentale le produzioni belliche.

Il suo tumultuoso sviluppo corrisponde con la scoperta, negli anni ’60, di immensi giacimenti di petrolio e gas, che attira nella zona industriale della città, una imponente industria di trasformazione. In pochi anni, si assiste ad una crescita rapida della popolazione, attestatasi attorno al milione di abitanti solo al collasso dell’U.R.S.S. Infatti, segreto del benessere nella cittadina siberiana è la sua posizione geografica, a valle di alcuni dei giacimenti più longevi del pianeta e crocevia dei trasporti che collegano la Siberia alla Russia europea.

Se gli impianti estrattivi sono concentrati a centinaia di chilometri, gran parte dei servizi per l’industria e delle sedi delle grandi compagnie petrolchimiche risiedono in città, per via della sua eccellente logistica e delle connessioni aeree, stradali, navali e ferroviarie con il resto del paese. Tyumen, a dispetto delle relative dimensioni demografiche, può addirittura vantare una storica compagnia aerea, la UTair, fondata nel lontano 1967 come una branca di Aeroflot, per ovviare al crescente flusso di traffico diretto nel bacino petrolifero siberiano.

A testimonianza della sua attrattività, legata non solamente, Secondo la classifica redatta nel 2017 da Russian Reporter, Tyumen è la città di medie dimensioni oltre i 600.000 che gode della migliore qualità della vita nella Federazione. Gli introiti municipali assicurati dalla presenza dell’industria petrolifera nella regione, garantiscono alle casse regionali una stabilità che viene reinvestita nei servizi sociali e nel supporto all’economia. La qualità della produzione italiana è riconosciuta nell’apparato industriale della regione, che ha un rapporto privilegiato con primarie aziende nel settore della petrolchimico, della trasformazione e della metallurgia.

Negli ultimi anni molte aziende russe, tra cui Elektrostal Tyumen, il conglomerato di Tobolsk-Polimera e il gruppo petrolifero Antipinskiy NPZ hanno usufruito dei servizi di progettazione e della fornitura di componenti dalle società italiane.

Il gruppo Danieli ha avuto ingenti commesse per forni elettrici, macchine di colata continua e treni di laminazione mentre la «Angelo Cremona» ha fornito l’impianto per la fabbrica di legno compensato di Tyumen, una delle attività non petrolchimiche in maggior sviluppo. Il colosso privato della petrolchimica “Maire Tecnimont”, ha realizzato uno di più grandi impianti di deidrogenazione di propano del paese che a regime ha una capacità produttiva annuale pari a 510 mila tonnellate.

Il piano di sviluppo della città prevede anche incentivi per attrarre investimenti in nuove tecnologie. Nel 2016 Tyumen si aggiunge alla lista delle città russe in cui è stato aperto un parco industriale “Borovskiy” per le start-up, dove sono operative società nel settore alimentare, chimico e meccanico.
L’incubatore di imprese occupa 814 mq con 23 uffici attrezzati e sale riunioni per le piccole imprese innovative, spazi per uffici, una vasta area espositiva di 2084 mq.  In definitiva, la stabilizzazione del prezzo del petrolio e l’abbondanza di risorse naturali, la regione di
Tyumen ha tutte le caratteristiche per essere una delle regioni più dinamiche dell’intera Asia centrale e la prossimità con il Kazakhstan la regione una chiave imprescindibile nei collegamenti eurasiatici per le Nuove Vie della Seta. Sta alle aziende italiane decidere se saltare sul vagone del tumultuoso sviluppo della Siberia occidentale o aspettare la prossima fermata.

Gruppo BPC International

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