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ROSARIO ALESSANDRELLO (PRESIDENTE CCIR): “RILANCEREMO IL PROGETTO DEL CORRIDOIO VERDE”

Milano – Sono stati presentati oggi, presso la sede del capoluogo lombardo dell’ITA (Italian Trade Agency), i risultati sull’interscambio commerciale fra Italia e Russia 2017-2018, nell’ambito del XVI Comitato Imprenditoriale Italo-russo.

Nonostante uno scenario, allo stato attuale, ancora complesso a causa della proroga del regime sanzionatorio, ciò che è emerso è che le relazioni economiche fra il nostro paese ed il gigante eurasiatico sono migliorate rispetto allo scorso anno, nonostante che la Russia adesso stia guardando più ad est.

Dopo i saluti di Gianluca Lamio, addetto alle relazioni esterne dell’ITA che ha ribadito “l’importanza storica del mercato russo per le aziende del nostro paese”, è emerso uno spaccato molto interessante sullo stato dell’arte dell’attività degli operatori economici italiani nel paese di Tolstoj, così come attestano i questionari somministrati dalla CCIR (Camera di Commercio Italo-Russa) agli imprenditori presenti in Russia. Molte le imprese che, infatti, hanno approfittato delle agevolazioni previste dalle autorità russe per le attività straniere, grazie alle politiche di import substitution ed allo snellimento delle procedure burocratiche.

“Le maggiori criticità – ha osservato il Segretario Generale della CCIR, Leonora Barbiani, commentando i risultati dei test somministrati agli imprenditori – sono state costituite dalla svalutazione del rublo, e dalla difficoltà nel reperire informazioni di carattere doganali in certe aree geografiche, in cui si sono palesate nel contattare i clienti. Risultati positivi invece abbiamo registrato nella pratica del compromesso che sta diminuendo; segnalo che in merito al progetto Corridoio verde” cui ha aderito un numero di imprese di produzione, ancora molto ridotto. Non ci sono stati invece grossi miglioramenti sul fronte della violazione della proprietà intellettuale; per quel che concerne l’italian sounding ci auspichiamo una maggiore comunicazione al consumatore sull’effettiva provenienza italiana di prodotti del settore del food. Non ci sono state grosse variazioni per l’e-commerce, così come per l’interscambio di flussi finanziari fra il nostro paese e la Russia mentre arrivano notizie positive sul fronte della corruzione, che si sta man mano riducendo. Soprattutto quest’ultima, è una notizia che ci ha favorevolmente sorpreso considerando che sta migliorando anche il contesto infrastrutturale e ci porta alla conclusione che negli ultimi 4 anni il clima produttivo in Russia, è divenuto particolarmente favorevole. Le aziende italiane – ha poi concluso – non ci hanno segnalato inoltre particolari problemi, in merito alle politiche sulla salvaguardia ambientale”.

In particolare, il corridoio verde che era nato quattro anni fa, allo scopo di velocizzare e sburocratizzare le procedure doganali per l’ingresso delle merci italiane in Russia, grazie ad un preliminare scambio di informazioni, così come ha annunciato il presidente della CCIR, Rosario Alessandrello “sarà rilanciato ed oggetto di discussione al prossimo Consiglio di Cooperazione Italo-Russa, che si terrà Roma il prossimo 17 dicembre. Oggi il problema – ha poi proseguito, analizzando la situazione economica globale – non è più la svalutazione del rublo perché è diventato una valuta stabile. I fondamentali dell’economia russa sono buoni e le incertezze sono le stesse esistenti negli altri paesi; se a ciò ci aggiungiamo che l’Europa non sta crescendo come ci aspetteremmo, posso sostenere che la Russia è forte ed è anche più stabile di paesi come Brasile, India, Giappone e la stessa Corea del Sud. L’Europa si sta accorgendo di essere un gigante dai piedi d’argilla, così come testimoniano le difficoltà attuali dell’economia tedesca. La Russia è il settimo produttore di automobili al mondo e fa un certo effetto vedere che non ci sia, in questa particolare classifica, anche l’Italia. Un vero peccato, perché abbiamo know-how manageriale ed imprenditoriale oltre che una serie di tecniche di lavorazione specializzata, entrambe molto richieste dalla Russia ma senza avere quel tessuto di piccole e medie imprese che possano utilizzarle anche e soprattutto all’interno. Gli USA hanno scatenato la guerra commerciale per arginare il processo di espansione economica della Cina che è all’avanguardia nella progettazione dei computer dell’ultima generazione. Ciò significa che la Russia continuerà ad avere nell’Europa il proprio mercato preferenziale, e chi non può permettersi di allontanarsi dal gigante eurasiatico – ha affermato senza mezzi termini –  è proprio il nostro paese che in questi anni ha perso tantissimo, in termini di interscambio”.

Un problema particolarmente sentito, così come hanno attestato testimonianze di alcuni imprenditori. Sono state infatti evidenziate le difficoltà legate allo sdoganamento e la preparazione non sempre adeguata degli spedizionieri che non conoscono tutti gli aspetti delle sanzioni, rallentando così i normali flussi di ingresso in Russia, e nei paesi ad essa limitrofi, dei prodotti italiani.

Una situazione che, seppur sia migliorata rispetto ad alcuni anni fa, indubbiamente crea ancora difficoltà ed imbarazzi agli operatori economici nostrani, che hanno scelto l’area eurasiatica per sviluppare il proprio business. Così come alcuni imprenditori italiani faticano ad adeguarsi agli standard informatici in Russia, se si pensa che la fatturazione elettronica – al contrario di ciò che accade in Italia – è già in vigore da più di 5 anni.

Francesco Montanino



 

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