Milano – Sono stati presentati oggi, presso la sede del capoluogo lombardo dell’ITA (Italian Trade Agency), i risultati
Nonostante uno scenario, allo stato attuale, ancora complesso a causa della proroga del regime sanzionatorio, ciò che è emerso è che le relazioni economiche fra il nostro paese ed il gigante eurasiatico sono migliorate rispetto allo scorso anno, nonostante che la Russia adesso stia guardando più ad est.
Dopo i saluti di Gianluca Lamio, addetto alle relazioni esterne dell’ITA che ha ribadito “l’importanza storica del mercato russo per le aziende del nostro paese”, è emerso uno spaccato molto interessante sullo stato dell’arte dell’attività degli operatori economici italiani nel paese di Tolstoj, così come attestano i
“Le maggiori criticità – ha osservato il Segretario Generale della CCIR, Leonora Barbiani, commentando i risultati dei test somministrati agli imprenditori – sono state costituite dalla svalutazione del rublo, e dalla difficoltà nel reperire informazioni di carattere doganali in certe aree geografiche, in cui si sono palesate nel contattare i clienti. Risultati positivi invece abbiamo registrato nella pratica del compromesso che sta diminuendo; segnalo che in merito al progetto
In particolare, il corridoio verde che era nato quattro anni fa, allo scopo di velocizzare e sburocratizzare le procedure doganali per l’ingresso delle merci italiane in Russia, grazie ad un preliminare scambio di informazioni, così come ha annunciato il presidente della CCIR, Rosario Alessandrello “sarà rilanciato ed oggetto di discussione al prossimo Consiglio di Cooperazione Italo-Russa, che si terrà Roma il prossimo 17 dicembre. Oggi il problema – ha poi proseguito, analizzando la situazione economica globale – non è più la svalutazione del rublo perché è diventato una valuta stabile. I fondamentali dell’economia russa sono buoni e le incertezze sono le stesse esistenti negli altri paesi; se a ciò ci aggiungiamo
Un problema particolarmente sentito, così come hanno attestato testimonianze di alcuni imprenditori. Sono state infatti evidenziate le difficoltà legate allo sdoganamento e la preparazione non sempre adeguata degli spedizionieri che non conoscono tutti gli aspetti delle sanzioni, rallentando così i normali flussi di ingresso in Russia, e nei paesi ad essa limitrofi, dei prodotti italiani.
Una situazione che, seppur sia migliorata rispetto ad alcuni anni fa, indubbiamente crea ancora difficoltà ed imbarazzi agli operatori economici nostrani, che hanno scelto l’area eurasiatica per sviluppare il proprio business. Così come alcuni imprenditori italiani faticano ad adeguarsi agli standard informatici in Russia, se si pensa che la fatturazione elettronica – al contrario di ciò che accade in Italia – è già in vigore da più di 5 anni.
Francesco Montanino