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Roma

Pubblicato il Settembre 19th, 2014 | Da admin

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QUANDO “SE PAGA A LA ROMANA”

Ieri sera ero a cena con amici in una deliziosa trattoria di Trastevere che per andarci devi conoscerla altrimenti non ti accorgi nemmeno che lì si mangia: l’ingresso, unSi paga alla romana cioè si divide in parti uguali il conto cancello di ferro, sembra quello di un’abitazione.
Cucina a vista, posti contati nel piano terra, non so quanti altri nel piano sottostante, e sicuramente non più di sei sul piccolo soppalco a destra dell’entrata. Dico “sicuramente” perché è quel tavolo che cerco di prenotare, spesso riuscendoci, quando ci vado a mangiare.
Stavolta ero in compagnia di mia sorella e altri quattro amici. A tutti noi piace il pesce e lì è davvero buono, sia crudo che cotto, per il conto diviso in parti ugualinon parlare poi dei dolci, nello specifico del tiramisù e della crema catalana, un vero e proprio attentato al giro vita! Ma veniamo a noi.
Non sto sponsorizzando il ristorante, anche se lo meriterebbe, sto per raccontarvi invece perché a Roma, ma ormai ovunque, è diffuso il detto “se paga alla romana” poiché la disquisizione a riguardo è nata proprio alla fine di questa cena, quando è iniziata la guerra dei portafogli.
Nel gestire come fare con il conto, visto che noi donne al passo con i tempi moderni volevamo partecipare a tutti i costi, dopo circa trentaQuando il conto si paga all aromana minuti di dibattito si è giunti alla decisione di “pagare alla romana”, cioè dividerci equamente il conto così da pagare tutti la stessa cifra, senza guardare chi aveva mangiato di più e chi di meno. Mentre si faceva la raccolta dei contati, ho chiesto se qualcuno conosceva l’origine di questo detto ma nessuno ha saputo rispondermi.
Ecco dunque l’entrata in gioco della tecnologia: telefonino alla mano e subito è arrivata la risposta.
Si tratta di un modo di dire e anche di fare: il conto della cena si divide per il numero dei commensali così da non far risultare nessuno ospite della serata.
A volte anche il famoso magna magna si paga alla romanaSembra che l’origine di questa usanza sia ottocentesca, negli anni del Giubileo, quando le osterie di Roma si riempivano di pellegrini pronti a mangiare quel che veniva preparato per tutti. In questo modo l’oste, alla fine, redigeva un conto unico che veniva diviso appunto alla romana, cioè alla pari.
Ma cosa si offriva a questi viaggiatori? Il più delle volte una zuppa o un po’ di pasta, un’insalata, raramente della carne o del formaggio e un bicchiere di vino di bassa qualità.
La tradizione, rivisitata, è giunta sino ai nostri giorni e risulta essere ancora uno dei metodi più efficaci per le cene collettive! E se chi ha mangiato meno a fine serata storce il naso, ricordategli che la prossima volta gli conviene assaggiare qualcosina in più tanto.. il totale si divide!
 
Francesca Brienza
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