Novel Food

Pubblicato il Settembre 22nd, 2018 | Da Redazione Russia News

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Nestlè utilizza i test del Dna per creare nuovi cibi. Svolta salutista o nuova aggressione alla privacy?

Si basa su tecnologia e passioni attuali il nuovo orizzonte di studi della multinazionale svizzera, che decide di  utilizzare le ultime conquiste in fatto di test del Dna,  di sfruttare la passione degli utenti che condividono le foto di ciò che mangiano su Instagram, e di avvalersi dell’intelligenza artificiale e di potenti algoritmi, per arrivare a creare diete personalizzate e cibi su misura.

Secondo l’azienda si tratta di una “svolta salutista“, perché tali programmi sperimentali consentono di raccogliere dati sulle attuali tendenze dei consumatori, in modo da poterne intercettare i gusti alimentari. C’è da evidenziare però che un’operazione di così vasta entità e dispendio di risorse, dovrà per forza portare nelle casse della ditta un guadagno più che adeguato…

La rivista Independent riporta che già 100mila giapponesi sono entrati nel programma, chiamato “Nestlé Wellness Ambassador“, nome sicuramente azzeccato in quanto fa sentire chi vi aderisce come parte di una comunità dedita al benessere e quindi vi attribuisce inconsciamente una finalità sociale.

A ben guardare però, la Nestlé sfrutta la “voglia di protagonismo” degli utenti, che tramite una  app per mobile inviano le immagini di quello che consumano, ricevendo in cambio dei consigli dietetici.  A questo si aggiunge un pratico kit da utilizzare a casa per effettuare un esame del sangue e del Dna, al fine di rilevare i livelli di glicemia e colesterolo.

E’ inoltre allo studio un algoritmo in grado di processare i risultati del test con le informazioni genetiche e di conseguenza sviluppare soluzioni su misura… in pratica, i partecipanti al progetto permettono a questi laboratori di mappare il proprio codice genetico e di usufruirne liberamente!

In particolare, il Nestlé Institute of Health Sciences, istituto di ricerca biomedica legato all’organizzazione Nestlé Research, sta lavorando sulle nuove frontiere della nutraceutica e ha sviluppato nuovi strumenti per misurare i livelli di elementi nutrienti nel corpo umano. Se questa innovazione verrà concretata con successo, può spalancare le porte ad un nuovo modo di affrontare i pasti della giornata, in teoria con esisti positivi sullo stile di vita delle persone… ma il prezzo da pagare in materia di privacy e riservatezza sarà davvero alto, perché non ha senso permettere lo studio del proprio Dna ad un gigante economico (che per forza di cose ragiona sempre in termini di profitto), quando chi necessita di un particolare tipo di alimentazione può benissimo rivolgersi ad un medico specialista.

Il fatto è che indubbiamente, le ditte che operano nel settore sanno bene quanto ora molti clienti prestino attenzione a ciò che mangiano, e sono sempre più accorti nel leggere le etichette ed evitare cibi spazzatura in favore di alimenti più sani, meglio se biologici. Questa cosa rappresenta di conseguenza un ottimo spunto per i produttori  a lanciare sul mercato prodotti differenti, e ad inventarsi  nuove tecniche di vendita adeguate al contesto.

Viene però da chiedersi quanto sia eticamente corretto, da parte delle stesse aziende, utilizzare dati strettamente personali (come appunto il codice genetico), con la scusa della salute, per trarre un beneficio economico, seppur mascherato da buone intenzioni…

Eva Bergamo

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