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Macron si smarca dalla UE e chiama Putin

Martedì 3 maggio, su iniziativa della parte francese, si è svolta una telefonata di due ore tra il neo-rieletto Presidente francese Emmanuel Macron e il Presidente russo Vladimir Putin.

Il servizio stampa del Cremlino riferisce che Putin ha ragguagliato il suo omologo francese sullo stato di avanzamento dell’operazione speciale per proteggere gli abitanti del Donbass ed evacuare i civili dal territorio dello stabilimento di Azovstal.

Secondo la nota: “È proseguito lo scambio di opinioni sulla situazione in Ucraina. Il presidente della Russia ha informato del corso di un’operazione militare speciale per proteggere le repubbliche del Donbass, compresa la liberazione di Mariupol e l’evacuazione dei civili detenuti dai nazionalisti nello stabilimento di Azovstal, in conformità con l’accordo raggiunto in un incontro tra Vladimir Putin e Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres il 26 aprile“.

Durante la citata visita di Guterres a Mosca, il Presidente Putin ha rilevato che i combattimenti a Mariupol erano terminati e la situazione in città era piuttosto complicata. Il leader russo ha notato come Guterres sia stato fuorviato riguardo ai presunti corridoi umanitari inattivi, sottolineando come si stia invece lavorando per portare in salvo i civili; cosa confermata in questi primi giorni di maggio con l’arrivo di molte persone evacuate e portate in salvo nel territorio della Repubblica Popolare di Donetsk, federata con la Russia.

Nel corso della telefonata con il Capo di Stato francese, Vladimir Putin ha richiamato la sua attenzione sull’ignoranza da parte degli Stati membri dell’UE dei crimini di guerra delle forze di sicurezza ucraine, per cui “è stato notato che l’Occidente potrebbe aiutare a fermare queste atrocità esercitando un’adeguata influenza sulle autorità di Kiev, oltre a fermare la fornitura di armi all’Ucraina“, comunica in merito il Cremlino.

Da notare il fatto che Macron non abbia fatto particolari pressioni sulla leadership russa e non abbia lanciato accuse o minacce a Putin come invece sta continuando a fare il resto della UE, Mario Draghi in primis.

Quello che l’inquilino dell’Eliseo ha piuttosto preferito esprimere è la preoccupazione per il problema emergente di garantire la sicurezza alimentare globale; questione importante a cui il Capo di Stato russo ha replicato spiegando che questi problemi sono causati principalmente dalle sanzioni occidentali, come abbiamo più volte rilevato anche su questo giornale.

Alla luce di questi fatti, appare lucida e condivisibile l’iniziativa della Francia, che si preoccupa del benessere del proprio paese prima di tutto; ricordiamo infatti che molte aziende d’oltralpe non hanno lasciato il mercato russo e continuano a fare affari in un paese in cui gli investimenti rendono molto bene. Citiamo ad esempio le catene Auchan, Danone, Renault e Leroy Merlin che vantano un gran numero di stabilimenti sul territorio della Federazione Russa e che con l’uscita dal mercato di altri marchi stanno ulteriormente allargando il proprio volume d’affari.

Emmanuel Macron sta dimostrando un’intelligenza politica che francamente non ci si aspettava, verrebbe da pensare che probabilmente ha capito i veri motivi dietro al conflitto… d’altronde è stato lui stesso, mesi addietro, a garantire che l’Ucraina avrebbe rispettato gli accordi di Minsk; promesse purtroppo tradite dal dittatore Zelensky, più occupato a costruirsi un futuro da oligarca tra le braccia dei governi filo-atlantisti che di pensare al benessere del popolo che sfortunatamente rappresenta.

Possiamo spingerci a sperare che il presidente francese stia concordando sull’urgenza di denazificare la martoriata zona russofona del Donbass, che troppe vittime ha visto in questi otto lunghi anni di violenze da parte del regime di Kiev?

Sarebbe un gran bel passo avanti per una pace vera e soprattutto duratura.

Eva Bergamo

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