L’ambasciatore dell’Abcasia Grittani: il Donbass ha il diritto di decidere in libertà - Russia News / Новости России

Abcasia

Pubblicato il Settembre 17th, 2022 | Da Redazione Russia News

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L’ambasciatore dell’Abcasia Grittani: il Donbass ha il diritto di decidere in libertà

Il conflitto russo-ucraino ha riacceso anche le antiche contese legate alle aspirazioni dei territori che nell’area della ex Unione Sovietica rivendicano la propria autonomia. Esempio e motivo principale dell’attuale azione militare russa è il Donbass, territorio dove nel marzo 2014, iniziarono nell’est dell’Ucraina azioni di protesta contro il nuovo governo insediatosi a Kiev. Questa storia arriva ai giorni nostri con l’attuale azione militare della Federazione Russa, decisa a mettere fine ai soprusi perpretati per anni dai battaglioni nazisti ucraini che tanto sangue hanno portato in questo territorio. Secondo una proposta del partito Russia Unita, il 4 novembre prossimo in occasione della Giornata dell’unità nazionale, dovrebbe tenersi il referendum per l’adesione del Donbass alla Federazione Russia.

Tra le Repubbliche indipendenti in continua lotta nell’area del Caucaso, c’è quella dell’Abcasia (Абха́зия), della cui millenaria storia si trova traccia già in antichi di insediamenti umani trovati proprio nel Caucaso occidentale e che risalgono a un periodo compreso tra il 4000 e il 3000 a.C.

La storia recente racconta che il consiglio militare che governava la Georgia, il 21 febbraio 1992 dopo le dimissioni di Zviad Gamsakhurdia annunciò l’abolizione della costituzione dell’era sovietica e la restaurazione della costituzione del 1921 della Repubblica Democratica di Georgia. Molti abcasi interpretarono questo come un’abolizione del loro status autonomo. In risposta, il 23 luglio 1992, il governo dell’Abcasia dichiarò a tutti gli effetti l’indipendenza, riconosciuta ad oggi da 7 Stati membri dell’ONU (tra cui la Russia) e da 2 Stati a loro volta non riconosciuti.

Fino a qui la storia “ufficiale”, ma abbiamo voluto porre alcune domande all’attuale ambasciatore a disposizione del ministero degli affari esteri abcaso, Vito Grittani. Ecco cosa ci ha detto.

il presidente della Repubblica del Donetsk Denis Pushilin con l’ambasciatore Vito Grittani
  • Anzitutto devo sottolineare che i motivi che hanno portato alla guerra sono tanti e devo sottolineare, che non è una storia iniziata nel periodo del crollo dell’Unione Sovietica, o ancora peggio nel 2008, come molti giornali scrivono, il conflitto inizia molto prima. Il governo sovietico georgiano, appoggiato completamente da Stalin e Beria, in modo sistematico violava i diritti degli abcasi partendo dal 1931 con il cambio dei nomi delle città (p.e. la capitale abcasa Sukhum che tra l’altro ha 2500 anni quasi come Roma, e’ diventata Sukhumi con la i alla fine a modo georgiano), continuando con la chiusura delle scuole abcase, proibizione della lingua abcasa, il passaggio all’usanza dell’alfabeto georgiano per la lingua abcasa, l’assenza degli abcasi nelle posizioni principali del governo di Abcasia, la deportazione o meglio le repressioni dell’intelligenza abcasa in Siberia praticamente a morire e così via.
    Ovviamente tutto questo si manifestava attraverso una forte e prolungata protesta da parte degli abcasi che iniziarono ad organizzare le manifestazioni per chiedere il rispetto dei propri diritti. Piano piano le proteste si trasformarono in un conflitto armato perché l’allora presidente Shevardnadze, appoggiato da Eltsin, decise di mandare le truppe armate per risolvere la questione usando la forza militare.
    Così il 14 agosto del 1992 iniziò la guerra georgiano-abcasa e durò un anno fino al 30 settembre del 1993. La guerra ha portato la devastazione dell’Abcasia, all’economia, all’infrastruttura ma soprattutto ha portato via la vita a decine di migliaia di persone. Il 4% degli abcasi sono stati uccisi durante la guerra, è praticamente un genocidio accaduto in Europa nella storia recente. Con l’aiuto volontario di altri popoli del Nord Caucaso e della regione in generale, così come gli abazini, i circassi, i ceceni, gli ingusci, i cosacchi, i russi, i dagestani, gli armeni e ovviamente tutti gli abcasi da 18 a 65 anni e non solo quelli che vivevano in Abcasia ma arrivati dalla Turchia, Giordania, Siria, Egitto ecc. (abbiamo enorme comunita’ in quei paesi) e tanti altri, l’Abcasia riesce a liberarsi dall’aggressore georgiano e guadagnarsi la sovranita’ e l’indipendenza, voluta da generazioni degli abcasi, per poter decidere il proprio futuro ma soprattutto per la possibilita’ di preservare la nazione, l’antica e difficilissima lingua (per dire abbiamo 64 lettere nel alfabeto) e la cultura abcasa.
  • Il dopoguerra per l’Abcasia non è stato facile. Nel ‘94 si è tenuto il primo referendum, dove il 98% ha votato per accettare la costituzione di uno stato sovrano, indipendente, democratico e di diritto. Questa azione ha avuto come effetto il blocco economico internazionale da tutti i paesi del mondo, compresa la Russia di Eltsin che allora stava politicamente da parte georgiana. In queste condizioni difficili la dirigenza politica abcasa cercava di parlare al mondo e di esprimere la propria opinione tramite negoziazioni tra l’Abcasia e la Georgia con il ruolo mediatico principale della Russia e con la partecipazione delle nazioni unite. Fino a settembre del 99 si discuteva della possibilita’ di creazione di una nuova entita’ internazionale, una confederazione abcaso-georgiana, pero’ le parti non sono mai riuscite a trovare i punti d’accordo soprattutto per la posizione distruttiva del presidente georgiano, che non accettava l’idea dell’uguaglianza dei poteri e dei diritti fra gli abcasi e i georgiani.
    Così, dopo l’ultimo tentativo di trovare una via per la convivenza pacifica che è fallito, il primo presidente abcaso Vladislav Ardzinba propone di fare un’altro referendum per chiedere alla popolazione se vuole continuare a lottare per il riconoscimento internazionale o no, se si’ allora accettare l’atto di indipendenza. La stramaggioranza il 96% ha votato per il si’, e quindi da quel momento lo status politico di Abcasia non si e’ mai più discusso.
  • Nel 2000 al potere in Russia è stato eletto Vladimir Putin, che ha iniziato una nuova politica verso il conflitto georgiano-abcaso. E’ stato molto piu’ pragmatico e come risultato, dopo una lunga strada di negoziazioni trilaterali e le violazioni continue da parte della Georgia di accordi presi tra le parti nelle margini di queste negoziati si arriva all’8 agosto del 2008, quando l’attenzione del tutto il mondo era fissata sulle Olimpiadi e l’allora presidente georgiano Saakashvili inizia un’altra guerra nel Caucaso del Sud, questa volta contro l’Ossezia del Sud. La Guerra durava da 5 giorni e la Russia dovette intervenire, praticamente per salvare la nazione, visto che la maggior parte degli ossezi ha anche la cittadinanza russa, così come gli abcasi. Dopo la Guerra in Ossezia del Sud Il 26 agosto del 2008 l’allora presidente russo Dmitri Medvedev ha firmato il decreto del riconoscimento dell’indipendenza e sovranità di Abcasia e di Ossezia del Sud e ha seguito il decreto dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche e lo scambio degli ambasciatori.
    Da quel momento la Georgia ha cambiato la propria strategia verso l’Abcasia, cioè se prima considerava l’Abcasia come una parte nel conflitto dopo il riconoscimento russo la retorica e’ cambiata. L’Abcasia non si considerava più parte del conflitto, ma il cosiddetto territorio occupato dalla Russia secondo la legge adottata in Georgia, ed il conflitto non era più con l’Abcasia ma con la Russia. Dal punto di vista della Georgia che si posiziona nel ruolo della vittima potrebbe essere anche una bella strategia, pero’ non corrisponde alla realtà.
Il Ministro degli Affari Esteri delle PMR Vitaly Ignatiev con Vito Grittani
  • Sapete bene, che l’occupazione presuppone l’amministrazione esterna del paese, l’assenza di elezioni democratiche, coprifuoco, posti militari nelle città e altre restrizioni ai diritti e alle libertà dei residenti. In Abcasia non c’è nessuno di questi segni, intanto vi invito a visitare lo stato per avere le conferme, e inoltre, teniamo costantemente elezioni del Parlamento a proposito le prossime si svolgeranno il 12 marzo e elezioni presidenziali, che si distinguono per una maggiore trasparenza e possono anche essere un esempio di elezioni trasparenti per le democrazie avanzate.
  • Poi spesso l’Abcasia viene chiamata parzialmente riconosciuta ma dal punto di vista del diritto internazionale, dal momento in cui la Russia ha riconosciuto lo stato abcaso, l’Abcasia e’ passata da un paese non riconosciuto da nessun ente di diritto internazionale ad uno stato riconosciuto dal paese piu’ grande del mondo, membro del consiglio di sicurezza dell’onu, una delle potenze mondiali ecc. A noi piace spiegare il diritto internazionale che riguarda il riconoscimento in un modo piu’ semplice cioe’ – Cosi’ come non esistono gli stati parzialmente riconosciuti, non esistono le donne parzialmente incinte.
  • La differenza sta nel numero dei paesi che riconoscono la sovranità e anche nei doppi standard della geopolitica, cioe’ chi sta dalla parte di USA gode piu’ possibilita’ di essere rappresentati nelle organizzazioni internazionali e chi sta con la Russia deve essere sottoposto alle ridicole sanzioni. Io con il mio passaporto abcaso non posso andare nei paesi che non riconoscono l’Abcasia, e soffro della violazione del mio diritto di base – libero movimento, La stessa cosa vale per i diplomi di laurea, certificati di nascita ecc. Invece un cittadino kosovaro, con tutto il rispetto ho tanti amici kosovari ma solo per fare un esempio, può girare il mondo ed entrare nei paesi che non riconoscono Kosovo come lo stato sovrano.
Denis Pushilin Capo della Repubblica Popolare di Donetsk
  • Oggi l’Abcasia sta sviluppando le relazioni diplomatiche con diversi paesi.
    Soprattutto con la Russia: per esempio ci sono due accordi interstatali al livello di partenariato strategico ed alleanza ed in più sono siglati più di 200 accordi in tutte le aree di cooperazione. La Russia aiuta anche economicamente, esiste un programma annuale di sostegno socio-economico, diversi accordi militari, che comprendono raggruppamento unito di forze militari abcaso-russe nel caso di aggressione contro l’Abcasia. Il popolo abcaso e’ molto grato alla Russia per tanti motivi e rafforzeremo di sicuro la nostra cooperazione anche in futuro.
    Abbiamo Ambasciate aperte in Russia, a Mosca, nel Venezuela, Siria, Ossezia del Sud, e un paio di mesi fa il presidente ha firmato il decreto dell’apertura di un’Ambasciata in Nicaragua, abbiamo alcuni consoli onorari. Poi abbiamo diverse rappresentanze così come la rappresentanza diplomatica per l’Italia e paesi dell’UE tra cui quella mia come Ambasciatore a disposizione del ministero degli affari esteri abcaso. Praticamente faccio funzione di un‘Ambasciata vera e propria ma senza l’immunità diplomatica visto che per ora non sono stabiliti le relazioni diplomatiche tra l’Abcasia e l’Italia.
  • Per quanto riguarda i referendum nel Donbassil popolo dal 2014 vive in guerra e sotto i bombardamenti dell’Ucraina, ora sta lottando per la propria volontà di essere liberi di scegliere il proprio destino. Il Donbass vive proprio il periodo che l’Abcasia ha vissuto nel 1992-1993. Il popolo ha il diritto di decidere se associarsi con la Russia o rimanere sovrano come l’ha fatto l’Abcasia. L’Abcasia ha deciso di costruire uno stato indipendente e sovrano con due referendum tenuti nel 1994 e nel 1999 con il 98% dei voti. Noi come Abcasia appoggeremo qualsiasi decisione del popolo fratello delle Repubbliche del Donbass.
lungomare di Sukhum capitale della Repubblica di Abcasia
  • L’Abcasia è anche una Repubblica con tante potenzialità nel settore agricolo perche’ l’Abcasia esporta quasi 30 milioni di bottiglie di vino in Russia, in piu’ circa 20 mila tonnellate di clementini, fragola. In più è una zona principalmente turistica molto importante per la Russia. Con quasi 300 mila abitanti ogni anno vengono piu’ di 1,5 milioni di turisti maggiormente dalla Russia.
    Per gli investitori è stato creato un ente governativo – l’agenzia degli investimenti sotto il ministero dell’economia, che può curare i progetti di potenziali investitori. Si possono creare anche enti giuridici con il 100% capitale straniero, e per chi investe più di un milione ci sono le cosi dette “vacanze di tasse” (esenzione n.d.r.) per 3 anni.

RED

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