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La rivolta dei calzaturieri marchigiani: “non possiamo fare a meno del mercato russo”

Sfidano l’Europa e le sanzioni, per vendere le scarpe e cercare di far sopravvivere le proprie aziende. Sono gli imprenditori che attraverso la Serbia, la Turchia o Dubai arriveranno nella capitale russa per partecipare alla fiera Obuv Mir Kozhi in programma da martedì 26 a venerdì 29 aprile 2022 all’Expocentre. Sono 48 le aziende di calzature, pelletteria e abbigliamento italiane che hanno confermato la loro partecipazione, di cui 31 provenienti dalle Marche, soprattutto dal Fermano. Sono quelle imprese che non possono fare a meno del mercato russo e nonostante la situazione, i rischi, le incognite, i costi molto più alti che in passato per la logistica e il viaggio, e un futuro ancora molto incerto, hanno deciso di affrontare il viaggio della speranza. Perché il business non si ferma; il business va avanti. A fatica ma va avanti, cercando di superare guerre e sanzioni. Al fianco degli imprenditori ci sarà Assocalzaturifici che collabora con Bologna Fiere, ente organizzatore dell’appuntamento fieristico moscovita

“Non possiamo fare a meno del mercato russo”, è il commento di Marino Fabiani, uno degli imprenditori leader del settore presenti alla Fiera Obuv Mir Kozhi, letteralmente ‘Scarpe in pelle dal mondo’. “Abbandonare quel mercato dall’oggi al domani non è possibile, noi puntiamo molto su quella rassegna e per questo partiamo. Per noi calzaturieri la Russia rappresenta il 70% del mercato e a febbraio avevamo tutto pronto per la consegna”. Il gruppo di scarpari in partenza dalle Marche rappresenta quasi due terzi degli espositori che arriveranno nella capitale russa: 31 su 48. 

I calzaturieri delle Marche partono con la benedizione della giunta regionale, in particolare dell’assessore alle attività produttive, Mirco Carloni: “Se gli imprenditori vanno a Mosca hanno il diritto al contributo che io ho deciso di confermare firmando un documento apposito”, dice Carloni. La Regione Marche, assieme alla Camera di Commercio, ha previsto un contributo economico per ognuno degli espositori. Uno spazio espositivo a Mosca di 16 metri quadrati costa 8mila euro e il contributo regionale interviene proprio su questo capitolo di spesa.

Al fianco agli imprenditori italiani che saranno a Mosca nei prossimi giorni ci sarà l’associazione che li rappresenta, Assocalzaturifici, in stretto contatto con Bologna Fiere, ente che organizza proprio la fiera Obuv. I calzaturieri delle sanzioni se ne infischiano, il loro obiettivo è non perdere uno dei mercati, anzi forse il loro mercato principale. Per tenerselo stretto questo mercato sono pronti anche a correre dei rischi, tra cui la logistica, i costi e un futuro complicato: “La Regione Marche condanna la guerra in tutte le sue forme”, chiarisce l’assessore Carloni, “continuerà a aiutare i profughi ucraini, ma vista la situazione non si può girare dall’altra parte lasciando sole le imprese marchigiane colpite dalla crisi. E la calzatura è il nostro fiore all’occhiello”.

No alle sanzioni e sì ai contributi, “sperando che la guerra finisca presto e si possa tornare a fare business come prima. Intanto la speranza è di trovare clienti a Mosca come accadeva in passato e di incassare attraverso gli acconti, altrimenti si rischia la beffa di un viaggio a vuoto”, ha aggiunto nel suo commento Fabiani. L’imprenditore fermano all’inizio del conflitto aveva dichiarato di avere 5mila paia di scarpe dirette in Russia ferme in magazzino e di essere vicino al fallimento.

RED

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