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IL CLIMA ANTI-RUSSIA COINVOLGE ANCHE IL CALCIO

Podogorica (MNE) – Non si respira affatto un bel clima attorno alla Russia. Da quando il presidente Vladimir Putin si è messo contro chi vorrebbe omologare il mondo mettendo le mani sulle immense risorse russe, ed attaccando in Qualificazioni Euro 2016 Montenegro Russia - fumogeni e risse sospensione obbligatamaniera sistematica i valori e le tradizioni tanto care a questo straordinario popolo, ecco che assistiamo ad uno stillicidio quasi quotidiano di atti che rasentano la provocazione.
Ci hanno provato l’anno scorso attribuendo alla Russia la responsabilità sull’abbattimento dell’MH 370 malese, caduto sul suolo ucraino. Salvo poi dimostrare che a provocare la carneficina erano stati in realtà i neonazisti che appoggiano il governo illegittimo di Kiev, guidato da Poroshenko con lo zampone della NATO e degli americani.
Poi siamo venuti a sapere di una presunta sindrome di Asperger attribuita a Putin. Ed infine, secondo alcuni media prezzolati, lo stesso presidente russo era addirittura morto alcuni giorni fa, dal momento che per una settimana non aveva dato notizie pubbliche di se. E tralasciamo per decenza, pure le voci scandalistiche di pessimo gusto e di bassa lega, che si sono rincorse sul conto della sua compagna!
La naturale conseguenza di questo clima di odio e di palese ostilità non poteva non concretizzarsi anche in uno spettacolo di grossa rilevanza mediatica qual è una normale partita di calcio.
E così accade che l’incontro Montenegro-Russia, match importante per le qualificazioni ai prossimi campionati europei che si disputeranno l’anno prossimo in Francia, venga rovinato dal lancio di un petardo. È scoppiata una vera e propria guerriglia a Podgorica, capitale di quel regno del contrabbando di sigarette che risponde al nome di Montenegro, dove i tifosi di casa dopo nemmeno il primo giro di lancette, hanno pensato bene di lanciare sul campo un petardo che ha colpito sul capo, l’estremo difensore russo Igor Afinkeev.
Il portiere si è accasciato al suolo ed è stato costretto ad uscire dal campo. Per chi non avesse ben chiara la scena, basta solo ricordare quello che accadde al portiere brasiliano del Milan, Nelson Dida, in un derby contro l’Inter di alcuni anni fa che valeva la Champions League. L’arbitro (per ironia della sorte, un tedesco…..) ha dovuto sospendere per ben due volte l’incontro che, per la cronaca e’ terminato 0-0 dopo che i russi sul finale di gara hanno pure fallito un rigore assai dubbio.
Il volto rabbuiato e schifato di Fabio Capello, commissario tecnico della nazionale russa, era il commento migliore a quanto si è assistito in uno stadio, trasformato in un’autentica corrida, dove tanti esaltati volevano provocare una strage a tutti i costi.
Tornando alla cronaca nera, si sapeva che quella fosse una gara a forte rischio di ordine pubblico, sia in campo (scene da far west per tutta la partita sino al triplice fischio finale) che sugli spalti.
Furibonda anche la reazione del Ministro dello sport russo, Vitaly Mutko che non ha usato le mezze misure. “Una gara come quella – ha sbottato – andava sospesa, perché non c’erano le condizioni per poter giocare a calcio. E’ una vergogna!
Ma la UEFA ha fatto orecchie da mercante e, nonostante ci fossero gli estremi per la sospensione visto che non c’erano i requisiti minimi per far disputare questa partita, ha preteso che si giocasse ugualmente. La logica e le regole in casi come questi, in realtà, parlano assai chiaro: la Russia dovrebbe avere partita vinta a tavolino per 3-0, mentre per il Montenegro una squalifica del proprio campo per diverse partite, seguita da una pesantissima multa. Non è detto però che ciò si verifichi, considerando che anche l’UEFA non è per niente un modello di imparzialità e di coerenza, sotto questo punto di vista.
Fa effetto scrivere poi queste cose, soprattutto se pensiamo che il presidente dell’UEFA, il riconfermato monsieur Michel Platini, dovrebbe ben sapere cosa significa trasformare una partita di calcio in una farsa. La strage dell’Heysel, in cui persero tragicamente la vita 39 tifosi della Juventus, poche ore prima della finale di Coppa dei Campioni del 1985 da lui vissuta e disputata, evidentemente non gli ha insegnato proprio nulla.
Il buonsenso avrebbe piuttosto suggerito la sospensione immediata della gara dopo che Igor Akinfeev era stato colpito dal petardo. Ma – rubando una celebre citazione rilasciata pochi mesi fa dall’allenatore del Napoli, Rafa Benitez poiché si tratta della Russia, “ci può stare“.
Giova però ricordare a lor signori dell’UEFA che l’edizione della prossima Coppa del Mondo del 2018, si svolgerà proprio in Russia. E non ci sembra che, alla luce della vergogna di Podgorica, il massimo organo calcistico europeo possa ancora godere di grande credibilità, sulle rive del Volga.

Barbara Cassani

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