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Pubblicato il Ottobre 15th, 2016 | Da admin

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GLI ASPETTI POCO CHIARI DELLA CONGIURA LITUANA

Milano – Nel giorno in cui, le autorità italiane hanno annunciato – con una decisione a dir poco discutibile – il dispiegamento di un proprio contingente su ordine della NATO ai confini con lala-congiura-italiana-di-galina-sapoznikova-teti-editore Russia, si torna a parlare dei fatti avvenuti in Lituania quasi 26 anni fa. Una pagina di storia, che a distanza di tanto tempo, continua a presentare ancora contorni a dir poco sconosciuti e controversi. E che nel 1991 ha giocato un ruolo molto importante nelle sorti che hanno poi decretato la fine del regime comunista sovietico.

È stato presentato stasera presso l’Associazione Italia-Russia, il lavoro della collega Galina Sapoznikova – “La congiura lituana – che prova a ricostruire quei drammatici giorni dell’inizio del 1991 sui quali, a dire il vero poco se non addirittura nulla, è sinora trapelato. E non del tutto in maniera veritiera, almeno stando a ciò che racconta questa giornalista che, con un lavoro certosino di ricerca durato anni ed anni, ha raccolto testimonianze e documenti inediti con cui dà una chiave di lettura differente, rispetto a quanto ci è stato finora raccontato dalla versione ufficiale.

“Ad oggi – ha esordito l’autrice del libro – sono penalmente perseguita dalle autorità lituane, dal momento che se volessi presentare questo testo nel paese baltico sarei immediatamente arrestata. Non è stata completamente raccontata la verità, perché la versione ufficiale è stata accettata senza contestazioni. Dopo la disgregazione dell’URSS, ho continuato a lavorare su quanto accaduto in Lituania, e sono stata testimone di quelle rivoluzioni “colorate” che hanno provocato la-presentazione-a-milano-del-libro-la-congiura-italiana-di-galina-sapoznikova-teti-editore-5in me un senso di deja vù dal momento che si è trattato di qualcosa di già visto e stereotipato. Ho potuto – ha proseguito – constatare che tanto in Serbia quanto in Georgia, questi eventi si sono svolti secondo un copione ben prestabilito. Aspetto, questo, che mi ha fatto giungere alla conclusione che queste rivolte sono fra loro interconnesse. In particolare, quando la spinta alla rivolta viene meno e si fiacca, si rende necessario uno spargimento di sangue, allo scopo di abbattere definitivamente i governi. Sono venuta a sapere quasi subito chi c’era dietro queste rivolte, ed una delle certezze che ho è che l’Unione Sovietica non è implosa, bensì è caduta anche attraverso un intervento esterno. Se avessimo dovuto tener fede a ciò che leggevamo sui giornali, eravamo i peggiori del mondo. A differenza di ieri, invece, oggi siamo pronti a difendere il nostro paese, al contrario di quello che è accaduto con il termidoro dell’ex URSS. Un’altra interessante cosa che ho scoperto, è l’ondata di persecuzioni che si sono verificate in Lituania a partire dal 1991 e di cui niente si sa la-presentazione-a-milano-del-libro-la-congiura-italiana-di-galina-sapoznikova-teti-editore-7ancora oggi. I condannati sono stati tradotti in carcere dove hanno scontato anche fino a 12 anni di reclusione, fino all’ultimo giorno. Molti lituani non volevano la fine dell’URSS ed erano mossi da ideali differenti rispetto agli indipendentisti. Sia chiaro che qui non esalto il comunismo o meno, bensì evidenzio il dato di fatto che molte persone sono state perseguitate, solo perché la pensavano diversamente da ciò che voleva il governo di questo paese”.

Ad essere vittime di questa ondata di arresti, anche professori universitari e non solo semplici cittadini, fermati nonostante le proprie difficoltà economiche.

“Quando la Lituania è entrata nell’Unione Europea – ha proseguito la Sapoznikova, è stato tenuto nascosto il fatto che le autorità del paese baltico abbiano adottato misure repressive nei confronti dei propri dissidenti. La scorsa settimana ho presentato a Minsk questo mio lavoro, ed ho invitato le autorità lituane a fare chiarezza. Il Ministro degli Esteri di Vilnius ha definito quali “criminali di guerra”, le persone che hanno assistito alla presentazione del libro e stanno adottando la stessa tattica con tutti i paesi, inviando loro lettere di protesta e minacce. Non si rendono conto che si stanno comportando anche in maniera più stupida degli stessi comunisti russi, dal momento che questi volantini e queste minacce non fanno altro che ricordare il lato peggiore di quel regime. StampaAttualmente in Russia, si può tenere qualsiasi tipo di presentazione di libri.  Comprese quelle che criticano Putin, o incensano gli Stati Uniti. Così come le opposizioni hanno spazio per poter esprimere le proprie opinioni, al contrario di ciò che qualcuno dice ritenendo che la Russia sia la panacea di molti mali. Stiamo vivendo la seconda guerra fredda, quando in realtà vorremmo che la situazione si distendesse e si normalizzasse. Nessuno di noi vuole la guerra, tanto noi russi quanto i paesi baltici. Abito vicino Tallinn ed ho notato come in questi ultimi mesi ci sia stata un’intensificazione dell’attività militare. A chi giova tutto questo? Nel mio libro ho semplicemente riportato nella maniera più fedele possibile le testimonianze raccolte, integrandole con mie considerazioni del tutto pacate. In Lituania, da quando è stata proclamata l’indipendenza, le persecuzioni nei confronti degli oppositori politici sono all’ordine del giorno. È vero che a molti è stata concessa la cittadinanza perché vivevano già in quei territori, ma allo stesso modo sono stati emanati dei provvedimenti assurdi di carattere retroattivo nei confronti di la-presentazione-a-milano-del-libro-la-congiura-italiana-di-galina-sapoznikova-teti-editore-2tantissimi cittadini, che hanno portato alla loro prigionia. Vorrei per tali motivi ringraziare l’ambasciata di Lituania – ha quindi concluso con una punta di ironia – che sta dando molta pubblicità al mio lavoro, con questo modo assurdo di comportarsi”.

Ha poi preso la parola, il prof. Gianfranco Bertolo docente di Storia dei Trattati Internazionali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano che ha criticato la decisione del Ministro degli Esteri Gentiloni di dispiegare le truppe italiane, proprio in Lituania. “Non mi aspettavo da una persona intelligente come Gentiloni, una mossa di questo tipo. Anche se – ha però osservato – l’Italia fa parte di un’alleanza militare come la NATO che ne implica la cieca obbedienza ai suoi ordini. Consiglio a tutti di leggere questo libro, anche per capire alcune sfumature tipiche della storia russa. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, dopo una chiusura durata decenni, si è creato un accerchiamento img-20161014-wa0005dovuto alle ex repubbliche, oggi indipendenti. Il rischio, oggi, non è dunque quello di una mera contrapposizione politica ed ideologica come si è verificato in passato, ma  – ha avvertito – di un vero e proprio conflitto armato. Anche perché in queste ore – nelle cancellerie di Mosca, Washington ed anche in quelle europee – i militari stanno giocando un ruolo molto importante. Ed a rendere sicuramente più confuso il quadro ci sono anche gli opinionisti e certi giornalisti, che vedono nel dispiegamento delle forze militari da parte di Putin, un segnale di debolezza. Come se volesse distogliere l’attenzione, quando in realtà non è affatto così. Con questo, voglio dire che è bene stare attenti a non cadere nelle trappole della retorica. Stanno tornando in auge i rifugi antiatomici che, contrariamente a quello che si può essere indotti a pensare, sono in realtà una prassi per questo paese. Ma solo perché, sia chiaro, oggi esiste concretamente il pericolo di una guerra”.

L’editore Sandro Teti ha infine evidenziato altri aspetti poco conosciuti di quanto è accaduto agli inizi degli anni ’90 nel paese baltico. “Hanno tolto alcuni simboli – ha affermato – che esaltavano il ruolo dei soldati russi, riabilitando invece le SS lituane. A contrario di ciò che è accaduto in Germania, in quel paese non si è voluto avviare un dibattito sereno sulla storia recente. In tal senso, posso dire che il lavoro di Galina non è da considerarsi assolutamente offensivo nei confronti di quella popolazione, dal momento che non è presente alcun sentimento di odio nei suoi confronti”.

Dopo la presentazione del libro, ha fatto seguito un vivace dibattito nella sala appositamente predisposta, fra il pubblico presente ed i relatori. Con un accenno anche al golpe in Ucraina ed alle elezioni presidenziali russe, che si terranno nel 2018.

 

Francesco Montanino

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