Berlino – Germania e Russia stringono i bulloni delle intese energetiche (in primis sul North Stream 2) e non solo. E’ questo il
Il gasdotto Nord Stream 2 non è una minaccia per l’Ue e l’Occidente, bensì una opportunità per l’Europa. È il messaggio più forte lanciato da Vladimir Putin prima dell’incontro al castello di Meseberg, in Germania, con la Cancelliera tedesca Angela Merkel, ieri.
La Russia, ha specificato il leader del Cremlino, spera che “Nord Stream 2 migliorerà la distribuzione del gas in Europa e contribuirà al suo sviluppo“. Putin ha ricordato che “la Germania è fra i nostri partner commerciali principali: da noi vi sono oltre 5mila aziende tedesche, l’anno passato sono stati investiti 17 miliardi di dollari in Russia; cooperiamo in particolare sull’energia, la Germania è il nostro principale acquirente, il consumo di gas cresce quest’anno del 13% ed è un paese importante non solo come compratore ma anche paese cruciale per il transito del gas“.
Prima di incontrare la cancelliera tedesca, Vladimir Putin, in Austria, danza con la sposa, la ministra degli Esteri austriaca, Karin Kneissl, che lo aveva invitato al suo matrimonio, e lascia aspettare Angela Merkel per una buona mezz’ora. Ma giunto al castello di Meseberg, al fianco della cancelliera, il presidente russo ha però rilanciato gli interessi comuni nella partnership coi tedeschi, spingendo soprattutto sul gasdotto Nord Stream 2, che rafforzerebbe l’Europa. Il progetto che Donald Trump vuole sanzionare fornisce in effetti il terreno di intesa fra Berlino e Mosca, alla ricerca di un riavvicinamento pragmatico, in chiave anti Usa. Ed è Merkel a sottolineare subito “la responsabilità della Russia e della Germania” nel trovare “soluzioni ai conflitti internazionali“.
Un’apertura, prima di iniziare un bilaterale per nulla facile (il secondo nel giro di 3 mesi dopo Sochi), arriva subito sul ruolo dell’Ucraina: Putin non ha escluso la possibilità che Kiev continui ad esercitare un ruolo nel transito del gas, anche dopo la costruzione del nuovo gasdotto. Un tema meramente economico, dal suo punto di vista. E in questo ha assecondato la linea della cancelliera, la quale ha posto i suoi paletti per continuare a collaborare. Il difficile interlocutore di Frau Merkel – la Sueddeutsche Zeitung lo ha definito una sorta di “Seehofer della scena internazionale” per la Bundeskanzlerin – ha anche rivolto un accorato appello, affinché l’Ue aumenti il suo impegno in Siria, partecipando alla ricostruzione.
Soprattutto in vista del rientro di milioni di profughi. Nella breve dichiarazione, rilasciata prima del pranzo di lavoro, il leader russo si è dipinto come partner affidabile dell’Europa, sottolineando la dipendenza dal gas di Mosca (con toni diversi, ovviamente,
“Parleremo della missione Onu, che vorremmo avesse un ruolo nella pacificazione“, ha affermato dal canto suo Merkel. È poi sul fronte siriano che Putin ha citato esplicitamente le sue aspettative nei confronti dell’Ue: “È importante rafforzare il sostegno comunitario per la Siria, mi riferisco in particolare alle prestazioni degli aiuti umanitari“. In vista del rientro di milioni di profughi presenti in Europa, Giordania, Turchia e Libano, Putin chiede più impegno per infrastrutture basilari, come “il rifornimento dell’acqua e il ripristino di assistenza medica” nelle regioni in cui i rifugiati dovranno fare ritorno.
RED