I governi dell’Unione Europea ieri hanno deciso all’unanimità di prolungare le sanzioni economiche contro la Russia per il suo
La decisione segue l’accordo politico che era stato raggiunto al Vertice europeo del 13 e 14 dicembre, quando il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, avevano presentato un rapporto agli altri leader in cui constatavano la mancanza di progressi nell’attuazione degli accordi di Minsk. Il Consiglio dell’Ue ha adottato la decisione ieri per procedura scritta e, come previsto per la politica estera, all’unanimità.
Le sanzioni prendono di mira i settori finanziario, energetico e della difesa e alcuni beni a uso duale (civile e militari). Le misure restrittive erano state introdotte per la prima volta il 31 luglio del 2014 e rafforzate nel settembre dello stesso anno in risposta alle azioni destabilizzanti della Russia in Ucraina. Nel dettaglio, le sanzioni economiche prorogate con la decisione in questione, fra l’altro: limitano l’accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell’Ue da parte di cinque grandi enti finanziari russi a maggioranza statale e delle loro filiali controllate a maggioranza stabilite al di fuori dell’Ue, nonché di tre grandi società russe attive nel settore energetico e tre attive in quello della difesa; impongono un divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi; stabiliscono un divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o per utilizzatori finali militari in
Oltre a queste sanzioni economiche, in risposta alla crisi in Ucraina sono inoltre in vigore varie misure dell’Ue, tra cui: misure restrittive individuali mirate, ossia il divieto di visto e il congelamento dei beni, al momento nei confronti di 164 persone e 44 entità fino al 15 marzo 2019; misure restrittive in risposta all’annessione della Crimea e di Sebastopoli, limitate al territorio della Crimea e a Sebastopoli, attualmente in vigore fino al 23 giugno 2019.
Il 19 marzo 2015 il Consiglio europeo ha deciso di far dipendere la durata delle sanzioni dalla piena attuazione degli accordi di Minsk, che doveva avvenire entro il 31 dicembre 2015. Dal momento che ciò non è avvenuto, le sanzioni sono rimaste in vigore. Usa forniranno
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