Calcio

Pubblicato il Febbraio 5th, 2019 | Da Redazione

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Calciomercato: il caso Rakytskiy mette ancora Ucraina contro Russia

Yaroslav Rakytskiy, 29 anni, difensore centrale della nazionale ucraina e dello Shakhtar Donetsk, ha scelto il trasferimento in terra russa, passando in forza allo Zenit San Pietroburgo e immediatamente è scoppiato il caso, politico-diplomatico ancor prima che sportivo.

I tifosi ucraini hanno iniziato a protestare, considerando come un affronto quello che in realtà è un semplice affare di mercato. Ma si sa, il paese guidato da Poroshenko non nutre certo simpatia per la federazione Russa ed ogni occasione è buona per schierarsi contro quello che loro considerano il “nemico”.

Oggettivamente il difensore ha solo compiuto una scelta dettata sia dal miglior trattamento economico, che dalla possibilità di una carriera più soddisfacente; cosa che la maggior parte degli sportivi, e dei calciatori in particolare, naturalmente predilige fare. E’ la logica del mercato calcistico, nel quale i club contano ben più della nazionalità.

La celebre squadra russa, di proprietà del gigante statale del gas Gazprom, ha stilato per lui un contratto fino alla stagione 2022-2023, pagando il suo cartellino circa 10 milioni di euro.

Il fatto che Rakytskiy sia approdato proprio alla corte dello “Zar Putin“, noto tifoso della squadra legata alla sua città natale, ha infastidito non poco gli ucraini, e al coro dei tifosi si sono uniti giornalisti e calciatori stessi. Voci di forte dissenso si sono levate infatti anche dagli ormai ex colleghi, che giudicano questa decisione come “innamissibile”.

E la Federazione ucraina, fortemente condizionata dall’opinione pubblica, ha scelto di escluderlo dalla Nazionale, e pur non essendo la motivazione ufficiale, appare chiaro quale ne sia il motivo; fatto sta che, dopo 54 presenze e 4 gol segnati, il suo volto non campeggia più sul sito della rappresentativa allenata da Andrij Shevchenko.

Profetiche in questo senso le parole dell’ex compagno di nazionale Artëm Fedetski, capitano del Karpaty: “Qualsiasi cosa accada, bisogna rispettare il proprio popolo e la propria patria“.

Chissà cosa ne pensa sinceramente lo stesso Sheva, ex attaccante di quella Nazionale che ora allena, e che quando giocava ha lasciato la Dinamo Kiev per militare nel Milan e passato poi al Chelsea… ovviamente per guadagnarci, in denaro e prestigio. Ma lui, per ora, tace.

Eva Bergamo

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