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ATP Cup 2021, a Melbourne trionfa la Russia: Medvedev e Rublev superano l’Italia di Berrettini e Fonigni

Melbourne – Dopo la prima, storica, edizione andata in scena lo scorso anno e che aveva visto il trionfo della Serbia di Novak Djokovic sulla Spagna di Rafael Nadal, l’ATP Cup 2021 ha visto il trionfo della Russia sull’Italia. Capitanato dal veterano Evgeny Donskoy (presente anche in veste di giocatore), il team russo (unico nel circuito a poter contare su due top ten in singolare) si è presentato a Melbourne forte anche della presenza di Aslan Karatsev e, soprattutto, delle due più temibili frecce del suo arco: Daniil Medvedev (numero 4 della classifica mondiale che aveva chiuso la passata stagione con il successo alle ATP Finals) ed Andrey Rublev (numero 8 del ranking e reduce da una strepitosa annata, che lo aveva visto trionfare in ben 5 tornei, scalare la classifica – che lo vedeva ad inizio anno partire dalla 23esima posizione – ed aggiudicarsi il titolo di “Most Improved Player of the Year” agli ATP Awards 2020).

L’evento ha avuto inizio martedì 2 febbraio e si è concluso domenica 7, disputatandosi interamente a Melbourne Park, nella settimana immediatamente precedente l’avvio degli Australian Open. Dodici le nazionali al via, divise in quattro gironi: Gruppo A (Serbia, Germania, Canada), Gruppo B (Spagna, Grecia, Australia), Gruppo C (Austria, Italia, Francia) e Gruppo D (Russia, Argentina, Giappone). L’avventura della Russia è inziata contro l’Argentina, superata per 2 a 1 con i successi in singolare di Rublev su Pella (6-1, 6-2), di Medvedev su Schwartzman (7-5, 6-3) e la sconfitta in doppio di Karatsev e Donskoy contro Gonzalez e Zeballos (4-6, 6-7). Con lo stesso punteggio (2 a 1) il team russo ha liquidato il Giappone, grazie ai successi in singolare di Rublev su Nishioka (6-1, 6-3), di Medvedev su Nishikori (6-2, 6-4) ed alla sconfitta in doppio di Karatsev e Donskoy contro McLachlan e Nishioka (6-4, 3-6, 10-12). Dopo aver conquistato il primato nel girone, la Russia si è ritrovata in semifinale contro la Germania. Determinanti ancora una volta i match di singolare, che hanno visto due vittorie in rimonta: l’una di Rublev su Struff (3-6, 6-1, 6-2) e l’altra di Medvedev su Zverev (3-6, 6-3, 7-5). La sconfitta nel doppio di Karatsev e Donskoy per mano Krawietz e Struff (3-6, 6-7), valida solo per le statistiche, ha sancito il 2 a 1 finale che ha spalancato alla Russia le porte della finale contro l’Italia (capitanata da Vincenzo Santopadre), capace di eliminare in semifinale la sempre temibile Spagna.

Alla Rod Laver Arena, il campo centrale degli Australian Open intitolato al leggendario vincitore di 11 titoli del Grande Slam e di 5 Coppe Davis, la Russia non ha fallito l’appuntamento con la storia, rispettando il pronostico che la vedeva partire da favorita. I primi a scendere in campo sono stati Andrey Rublev e Fabio Fognini. Sebbene nei sei precedenti l’azzurro si fosse imposto in ben cinque occasioni, la crescita esponenziale del giovane moscovita (classe 1997) non ha lasciato scampo al vincitore dell’edizione 2019 del Masters di Monte-Carlo ed attuale numero 17 della classifica Atp. Andrey ha chiuso i conti con un eloquente 6-1, 6-2 in appena 62 minuti di partita, senza concedere una sola palla break all’avversario e riuscendo invece a strappargli il servizio in quattro occasioni, due per set. Devastante con il dritto, rapido nei movimenti ed efficace nelle soluzioni, il russo ha dominato il match dal primo all’ultimo scambio senza soluzione di continuità. Con la Russia in vantaggio, Daniil Medvedev si è ritrovato nella seconda partita contro Matteo Berrettini (numero 10 del ranking mondiale) con l’opportunità di chiudere i giochi, per evitare che fosse l’eventuale match di doppio a decidere le sorti della finale. Un solo precedente tra i due, ad Indian Wells nel 2018 (vinto dal russo in rimonta in un tirato 6-7, 7-5, 6-4), troppo lontano nel tempo per poter fornire qualche utile indicazione. In un match più equilibrato rispetto all’altro singolare, ma sostanzialmente mai veramente in discussione, Daniil (nato a Mosca nel 1996 e che il prossimo 11 febbraio festeggerà il suo 25esimo compleanno) ha superato il coetaneo romano in 1 ora e 21 minuti di partita con il punteggio di 6-4, 6-2, grazie ad un break nel primo set (nel terzo gioco) ed a due nel secondo (nel terzo e quinto game). 2 a 0 e trionfo per la Russia che, con questo successo, il primo in ATP Cup, il terzo in una competizione per nazionali maschili dopo i successi in Coppa Davis del 2002 e del 2006, conferma il suo prepotente ritorno ai vertici del tennis mondiale. Per l’Italia, sconfitta ma non ridimensionata, è il consolidamento della forza di tutto il movimento, certificata anche dall’inarrestabile ascesa di Jannik Sinner, uscito vincitore dalla finale tutta azzurra con il connazionale Stefano Travaglia (superato per 7-6, 6-4) che gli ha cosegnato il Great Ocean Road Open, terzo titolo in carriera dopo il trionfo di Sofia dello scorso novembre e le Next Generation Atp Finals del 2019.

Nel primo slam dell’anno, gli Australian Open in scena da lunedì 08 a domenica 21 febbraio, Daniil Medvedev (testa di serie numero 4 del tabellone) è atteso dal canadese Vasek Pospisil (numero 61 al mondo). Andrey Rublev (numero 7 del seeding) se la vedrà invece con il tedesco Yannick Hanfmann (numero 101 del ranking Atp) e Karen Khachanov (numero 19 del tabellone) sfiderà l’australiano Aleksandar Vukic (numero 195 al mondo). In tabellone, partendo dalle qualificazioni, anche Aslan Karatsev, atteso dall’italiano Gianluca Mager (numero 96 della classifica Atp).

Stefano Tardi

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