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Aleksej Puškov: tra Russia ed Europa una contrapposizione priva di senso

Roma – Alla vigilia della visita di stato del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin in Italia, ha avuto luogo a Roma, presso il Centro Russo di Scienza e Cultura, il dibattito intitolato “Russia ed Europa, tensione senza ragione”. Nella veste di ospite e relatore il senatore russo Aleksej Puškov, attuale Presidente della Commissione del Consiglio Federale sulla politica dell’informazione e già presidente, tra il 2011 ed il 2016, della Commissione Affari esteri della Duma di Stato. In qualità di politico, intellettuale, esperto di politica estera e di informazione (è infatti autore e presentatore del seguitissimo programma “P.S.”, in onda da oltre 21 anni sul canale TV Center) Puškov, nella sua relazione, ha cercato di ricostruire le cause che sono state alla base dell’incrinamento dei rapporti tra Russia ed Europa. Restando agli episodi più recenti della politica internazionale, il senatore russo ha trovato nella questione georgiana una prima causa di scontro. Nell’estate del 2008, infatti, in seguito alla richiesta di indipendenza dell’Ossezia del Sud, la Georgia presieduta da Saakashvili fece irruzione in territorio osseto. Un attacco, quello georgiano, che provocò migliaia di morti, specialmente tra la popolazione civile. La Russia, allora, rifacendosi al precedente del Kosovo (in cui le forze occidentali ne sostennero la volontà di indipendenza dalla Serbia), intervenne in favore dell’Ossezia respingendo l’avanzata georgiana, nonostante il parere contrario degli Stati Uniti schierati in favore di Tblisi, contro le spinte (a loro dire) secessioniste di Ossezia ed Abkhazia. Una tensione che non si esaurì, nonostante l’intervento mediatore dell’Unione Europea, allora a guida francese. Un secondo momento di frizione, a partire dalla fine del 2010, si verificò in seguito alla nascita di una serie di contestazioni ed agitazioni, denominate dai media “primavere arabe”, che scoppiarono tra il Nord Africa (Libia) ed il Medio Oriente (Iran, Iraq, Siria, Yemen). La Russia attribuì agli Stati Uniti l’intenzione di cavalcare tali sommosse al solo scopo di rovesciare governi ritenuti sgraditi. Con particolare riferimento alla Siria, Puškov ha espresso tutte le sue perplessità nella contrappozizione alla nazione guidata da Assad, per anni considerata dalla comunità internazionale un’avanguardia di civiltà nell’intera area mediorientale, rivendicando, invece, il successo dell’intervento russo contro l’Isis, ormai quasi debellata, quando invece, prima del soccorso di Mosca a Damasco, lo Stato Islamico era arrivato ad occupare oltre il 45 per cento del territorio siriano. Infine, la più recente questione Ucraina. Qui, Il senatore russo ha voluto sottolinare la totale inefficacia delle sanzioni, che spesso realizzano l’effetto esattamente

opposto a quello sperato, e cioè di compattare una popolazione attorno al proprio leader. Senza contare il reciproco danno economico, 240 miliardi per l’Unione Europea, 50 miliardi pe la Federazione Russa. Per questo ha auspicato che l’Unione Europea possa rimuovere gli ostacoli psicologici, e non razionali, verso la Russia, che rappresenta un mercato libero, ed un partner sempre disposto a dialogare per la controversia delle questioni di politica estera nel pieno rispetto del diritto internazionale. In tal senso ha espresso apprezzamento per la posizione dell’Italia (nelle organizzazioni in cui è presente, Unione Europea e Nato), volta ad un cambiamento delle relazioni con Mosca, asupicando che presto tale fronte possa allargarsi per poter determinare una svolta che, ad ora, non sembra vicina. In un mondo caratterizzato dal triangolo Usa (una nazione che per sostenere il proprio deficit necessita di una egemonia mondiale e che per questo guarda con timore – cercandone l’impedimento – ad un rapporto privilegiato tra UE e Russia, soprattutto un potenziale asse Mosca-Berlino), Russia e Cina (che ha una cultura unica, peculiare e che insegue il primato mondiale), l’Europa dovrebbe vedere in Mosca una sua naturale estensione, perchè europei si sentono i russi e perchè insieme costituiscono una popolazione di 650 milioni di persone. Chiudendo un intervento sentito e molto partecipato, ha espresso il desiderio di veder rimossa, negli anni a venire, una contrapposizione artificiosa, in quanto non fondata su un reale contrasto di interessi, oltrechè, numeri alla mano, per tutti dannosa.

Stefano Tardi

(photo: Evgeny Utkin)

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